GIORNALISMO

Falegnameria Sciuchetti © Copyright Ralph Feiner
Falegnameria Sciuchetti © Copyright Ralph Feiner

Il valore architettonico della falegnameria Sciuchetti

Jul 16, 2020

La campagna “52 migliori edifici” della sez. grigione della Protezione della Patria premia anche la falegnameria Sciuchetti di Spino, opera del bregagliotto Armando Ruinelli. Il capannone industriale di grandi dimensioni è un esempio di continuità architettonica in Val Bregaglia.

 

L’associazione privata Protezione della Patria Grigioni (Bündner Heimatschutz) spiega la campagna “52 migliori edifici” con parole chiave come apprezzamento, sensibilizzazione e consapevolezza. Lo scopo di questa campagna è anche, semplicemente, di far conoscere a un vasto pubblico degli edifici costruiti tra il 1950 e il 2000 che caratterizzano in modo significativo l’architettura grigione. Settimanalmente, da novembre 2019 fino a novembre 2020, sul sito in lingua tedesca www.52bestebauten.ch sarà possibile vedere le immagini e leggere le descrizioni dei rispettivi edifici.

 

Oltre alla stazione di servizio della City Carburoil SA, alla casa Vogelbacher, all’insediamento di Brentan e all’ex stazione doganale di Castasegna, in Val Bregaglia è stata premiata la falegnameria Sciuchetti a Spino, progettata dall’architetto Armando Ruinelli e costruita nel 1990/91. Segue qui la traduzione del testo redatto dall’amministratrice delegata della Protezione della Patria Grigioni Ludmila Seifert.

 

Armando Ruinelli (*1954) è uno dei più importanti rappresentanti di un’architettura sviluppata a partire dalla sostanza edilizia esistente. La sua visione dell’architettura è stata decisamente influenzata da Michael Alder (1940-2000), che nel 1981 ha prodotto una meticolosa analisi degli insediamenti e degli edifici di Soglio nell’ambito della sua attività didattica presso la Scuola di Ingegneria di Basilea. Ruinelli fu uno di quelli che accompagnarono questa esplorazione architettonica del suo villaggio natale. Alder è diventato il “maestro” del giovane disegnatore edile Ruinelli, che è diventato architetto in modo autodidatta. Ruinelli voleva che l’edificio rurale anonimo diventasse una fonte centrale di ispirazione e di riflessione. Il suo lavoro si concentra principalmente sulla Bregaglia, la sua principale caratteristica è la continuità: la continuazione della costruzione dei vecchi villaggi agricoli con una nuova architettura che non vuole essere percepita come una cesura, ma è comunque destinata ad avere un effetto contemporaneo. Il suo lavoro è caratterizzato dal rispetto per le proporzioni e le peculiarità di un luogo, oltre che dalla tradizione delle forme chiare, senza pretese e dalla ridotta materializzazione che caratterizzano l’architettura rurale.

 

(Questo articolo è tratto da «La Bregaglia»)


Sala viaggiatori © Copyright Ralph Feiner
Sala viaggiatori © Copyright Ralph Feiner

Un tempo dogana, oggi sala viaggiatori

May 1, 2020

La campagna “52 migliori edifici” della sez. grigione della Protezione della Patria premia anche l’ex stazione doganale di Castasegna. L’edificio della fine degli anni Cinquanta rappresenta un Paese in movimento, che crede nel progresso e nel futuro, culturalmente e tecnicamente aggiornato.

 

L’associazione privata Protezione della Patria Grigioni (Bündner Heimatschutz) spiega la campagna “52 migliori edifici” con parole chiave come apprezzamento, sensibilizzazione e consapevolezza. Lo scopo di questa campagna è anche, semplicemente, di far conoscere a un vasto pubblico degli edifici costruiti tra il 1950 e il 2000 che caratterizzano in modo significativo l’architettura grigione. Settimanalmente, da novembre 2019 fino a novembre 2020, sul sito in lingua tedesca www.52bestebauten.ch sarà possibile vedere le immagini e leggere le descrizioni dei rispettivi edifici.


Oltre alla stazione di servizio bregagliotta della City Carburoil SA, alla casa Vogelbacher e l’insediamento di Brentan in Val Bregaglia è stata premiata anche l’ex stazione doganale di Castasegna, progettata dall’architetto Bruno Giacometti (1907-2012) e costruita nel 1958-1959. Segue quindi la traduzione del testo redatto dall’amministratrice delegata della Protezione della Patria Grigioni Ludmila Seifert.

 

Alla fine degli anni Cinquanta, Bruno Giacometti (1907-2012) costruì per conto della Confederazione Svizzera una stazione doganale come edificio autonomo e solitario alla fine del villaggio di Castasegna, non lontano dal quartiere residenziale dei lavoratori di Brentan. Mentre le case della colonia residenziale, costruite nello stesso periodo, cercano di adattarsi alla situazione esistente, la casa doganale si distingue dall’ambiente circostante. Si presenta come un pezzo d’esposizione dell’architettura svizzera moderna senza il minimo accenno di tendenza regionalista. Il delicato edificio si staglia sul terreno all’altro lato della strada di fronte alla casa della dogana tardo classicista, di cui incontra l’austerità con frivola leggerezza. L’elegante padiglione, un edificio statale di piccolo formato, porta una nota vivace nella zona di confine. Rappresenta un Paese in movimento, che crede nel progresso e nel futuro, culturalmente e tecnicamente aggiornato.

 

Questo “box” poligonale rosso, simile a un segnale, si trova sul ciglio della strada in pendenza e sporge con un certo effetto sul bordo del pendio. L’edificio è considerato il primo esempio di costruzione prefabbricata in Bregaglia. Una piattaforma in cemento armato a vista costituisce la solida base per la costruzione di un telaio in legno, rivestito con pannelli di alluminio smaltato; il metallo prodotto industrialmente aveva trovato la sua strada nell’architettura durante la razionalizzazione dell’industria edilizia dopo la seconda guerra mondiale. Il tetto piatto sporgente – una versione in miniatura della struttura in acciaio ad ampia campata che Giacometti aveva contribuito a progettare per l’Hallenstadion di Zurigo (1938/39) come collaboratore di Karl Egender – è sostenuto da sole quattro colonne in acciaio filigranato. Sembra fluttuare sopra l’edificio – un effetto che viene ulteriormente enfatizzato dal fregio di vetro trasparente tutt’intorno. Foderata di legno, la stanza all’interno emana un’atmosfera di dignitoso comfort.

 

L’ex stazione doganale, sottilmente restaurata da Armando Ruinelli (*1954), è stata spogliata della sua funzione originaria e ora funge da fermata dell’autopostale e da spazio per usi culturali.

 

(Questo articolo è tratto da «La Bregaglia»)


Logo GIUA © Copyright Samuele Giovanoli
Logo GIUA © Copyright Samuele Giovanoli

Un ragazzo tuttofare in valle

Apr 21, 2020

Il contadino diplomato Samuele Giovanoli si mette in proprio e fonda la ditta GIUA. Una soluzione originale per rimanere in Val Bregaglia e lavorare flessibilmente in proprio.

 

Samuele Giovanoli ha frequentato le scuole dell’obbligo a Soglio, Bondo e Stampa. Dopo un decimo anno inizia una formazione di carpentiere e lavora per diverse ditte in Bregaglia come pure in Engadina. Nel 2018 si diploma quale contadino frequentando la scuola agricola Plantahof a Landquart. Subito dopo nel 2019 fonda la ditta denominata GIUA, il suo soprannome.

 

“Questa è stata l’unica variante per restare in Val Bregaglia.” dice Samuele Giovanoli. Per ora ha già eseguito alcuni incarichi per conto di altre ditte o privati. Samuele può vantare esperienze professionali quale manovale e contadino. Egli è pure in grado di eseguire lavori in legno e in pietra. Ultimamente ha effettuato anche i corsi di motosega richiesti per eseguire incarichi speciali come il compito di tagliare una pianta. Durante il 2019 il lavoro è andato discretamente bene, ma per assicurarsi un futuro in valle e per rimanerci tutto l’anno egli è pronto a nuove collaborazioni.

 

 

 

 

“Sono in grado di svolgere lavori di ogni genere.” continua Samuele Giovanoli. Egli è un ragazzo tuttofare: può trattarsi di un trasloco, trasporti durante i rifiuti ingombranti, ma anche di un aiuto spontaneo di sola mezza giornata per conto di una ditta o di un privato. Samuele può fare dei lavori di giardinaggio, taglio piante, cavare un orto, costruire un muro a secco, costruire un semplice pollaio o falciare un prato.

Durante questo periodo di crisi da Coronavirus egli è anche disposto a fare dei servizi di consegne a domicilio o altri lavori specifici.

 

Questo genere di lavoro flessibile è una specie di novità per la Val Bregaglia e chissà che la ditta GIUA non abbia un grande successo! Samuele Giovanoli è automunito e dispone di attrezzi e macchinari. Il giovane bregaliotto è molto volenteroso e sarebbe felice di eseguire lavori di vario genere su richiesta. Il suo indirizzo è Samuele Giovanoli, Sott Paré 29, 7610 Soglio. Lo raggiungete anche all’indirizzo e-mail samuelegiovanoli@gmail.com o al numero di telefono 079 257 01 64.

 

(Questo articolo è tratto da «La Bregaglia»)


Brentan © Copyright Ralph Feiner
Brentan © Copyright Ralph Feiner
Premiato l’insediamento di Brentan

Mar 10, 2020

La campagna “52 migliori edifici” della sez. grigione della Protezione della Patria elogia l’insediamento di Brentan a Castasegna. Il progetto di Bruno Giacometti ha marcato significativamente il rinnovamento architettonico della Bregaglia.

 

L’associazione privata Protezione della Patria Grigioni (Bündner Heimatschutz) spiega la campagna “52 migliori edifici” con parole chiave come apprezzamento, sensibilizzazione e consapevolezza. Lo scopo di questa campagna è anche, semplicemente, di far conoscere a un vasto pubblico degli edifici costruiti tra il 1950 e il 2000 che caratterizzano in modo significativo l’architettura grigione. Settimanalmente, da novembre 2019 fino a novembre 2020, sul sito in lingua tedesca sarà possibile vedere le immagini e leggere le descrizioni dei rispettivi edifici.

 

Oltre alla stazione di servizio bregagliotta della City Carburoil SA e alla casa Vogelbacher è stato premiato anche l’insediamento di Brentan a Castasegna, progettato dall’architetto Bruno Giacometti (1907-2012) e costruito grazie all’ewz nel 1957-1959. Segue quindi la traduzione del testo redatto dall’amministratrice delegata della Protezione della Patria Grigioni Ludmila Seifert.

 

Nel corso della grande espansione dell’energia idroelettrica dopo la seconda guerra mondiale, le aziende elettriche grigioni hanno fatto costruire anche alcune opere edilizie. In Bregaglia, valle che divenne fornitrice di energia elettrica della città di Zurigo negli anni ’50, furono costruite contemporaneamente due colonie abitative: una a Vicosoprano e una a Castasegna. Quali insediamenti pianificati con una griglia geometrica e case standardizzate, come li si conosce dai quartieri operai urbani, hanno messo a confronto la valle con nuove forme abitative e una strategia urbanistica finora sconosciuta. Entrambi gli insediamenti sono stati progettati dall’architetto Bruno Giacometti (1907-2012), figlio minore di Giovanni Giacometti e fratello di Alberto. I contributi di Giacometti al rinnovamento architettonico della Bregaglia sono significativi perché sviluppano concetti modernisti in un contesto legato al territorio circostante.

 

L’insediamento di Brentan sopra Castasegna è nato in uno dei proclamati “boschi di castagni più belli d’Europa”. Le dieci case unifamiliari staccate sono regolarmente inserite nel paesaggio con grande rispetto per la vecchia popolazione arborea e la modellazione del terreno. La loro disposizione luminosa si riferisce al tradizionale schema edilizio della selva bregagliotta, con i suoi edifici funzionali ampiamente sparsi, e allo stesso tempo manifesta l’ideale urbanistico di una città verde, strutturata e rilassata. I nuovi edifici si adattano all’ambiente circostante anche per le loro modeste dimensioni, l’aspetto non pretenzioso e l’uso di materiali locali come il castagno, il larice e lo gneiss. Il fatto che non si presentino come “copie” folcloristiche è dovuto al design contemporaneo della pianta, dell’edificio e della forma della facciata. L’aspetto uniforme e l’orientamento identico degli edifici sottolineano la loro appartenenza come insediamento.

 

(Questo articolo è tratto da «La Bregaglia»)


Stampa © Copyright Ralph Feiner
Stampa © Copyright Ralph Feiner

Un altro tesoro nascosto della Val Bregaglia

Mar 10, 2020

La campagna “52 migliori edifici” della sez. grigione della Protezione della Patria premia l’opera di Pierre Zoelly a Stampa. La Casa Vogelbacher è un importante rappresentante dell’architettura concepita per il luogo.

 

L’associazione privata Protezione della Patria Grigioni (Bündner Heimatschutz) spiega la campagna “52 migliori edifici” con parole chiave come apprezzamento, sensibilizzazione e consapevolezza. Lo scopo di questa campagna è anche, semplicemente, di far conoscere a un vasto pubblico degli edifici costruiti tra il 1950 e il 2000 che caratterizzano in modo significativo l’architettura grigione. Settimanalmente, da novembre 2019 fino a novembre 2020, sul sito in lingua tedesca sarà possibile vedere le immagini e leggere le descrizioni dei rispettivi edifici.

 

Dopo la stazione di servizio bregagliotta della City Carburoil SA è il turno di un edificio del tutto speciale e unico: si tratta della Casa Vogelbacher concepita dall’architetto Pierre Zoelly (1923-2003) e costruita a Stampa nel 1978. Segue quindi la traduzione del testo redatto dall’amministratrice delegata della Protezione della Patria Grigioni Ludmila Seifert.

 

L’opera più famosa di Pierre Zoelly (1923-2003) è il museo dell’orologio di La Chaux-de-Fonds (1974), costruito nella montagna: una struttura radicale in cemento a vista e un esempio eccezionale di architettura sotterranea, per la quale Zoelly ha coniato il termine “terratettura”. La maggior parte dei suoi vari lavori, tuttavia, appartengono alla categoria degli edifici residenziali. Le sue “case di montagna” sono particolarmente speciali. Nel 1960 l’architetto tornò in Svizzera dopo dieci anni trascorsi negli Stati Uniti, “to rediscover the Alps and their challenge to an architect”, come affermò in seguito. L’inizio del suo lavoro nella regione alpina è una casa costruita nel 1963 in Val Fex. Partendo da questa casa, ha creato una piccola opera nei Grigioni che si caratterizza per la realizzazione contemporanea di forme costruttive tradizionali; ciò fa di lui, fautore di un modernismo privo di schemi, un importante rappresentante dell’architettura “site-specific”.

 

Con la Casa Vogelbacher, al margine orientale del paese di Stampa, Zoelly ha elaborato la sintesi delle due tipologie edilizie storiche più importanti della valle: il fienile – in Val Bregaglia per lo più concepito come edificio angolare – e la casa residenziale. Il primo si riferisce al fronte d’ingresso rivolto verso il villaggio con la parte centrale aperta e spezzata, che ha una generosa vetrata al posto del tipico riempimento in legno tondo, e il tetto sporgente a due spioventi, che è coperto con lastre di pietra naturale in modo tipico della regione. L’edificio residenziale è rappresentato dalle rimanenti facciate con le finestre ad imbuto distribuite in modo irregolare e con il caratteristico spiovente del tetto rivolto a monte. La casa, che in modo convenzionale trasmette un senso di sicurezza e protezione, è una costruzione del tutto inusuale nel contesto dei metodi tradizionali di costruzione: al suo centro è una scultura in cemento armato che funge da fondamenta e nucleo statico; essa costituisce il supporto fisico per una costruzione a telaio in legno reticolato di forma quadrata, che è intarsiata con pannelli di truciolato all’interno e rivestita con uno strato intonacato di blocchi artificiali all’esterno.

 

(Questo articolo è tratto da «La Bregaglia»)


City © Copyright Ralph Feiner
City © Copyright Ralph Feiner

Valore architettonico della City

Jan 8, 2020

L’attuale campagna “52 migliori edifici” della sez. grigione della Protezione della Patria si concentra sulla cultura delle costruzioni grigioni dal 1950 al 2000. Ogni settimana viene presentato un nuovo edificio: il primo del 2020 si trova in Val Bregaglia.

 

L’associazione privata Protezione della Patria Grigioni (Bündner Heimatschutz) spiega la campagna “52 migliori edifici” con parole chiave come apprezzamento, sensibilizzazione e consapevolezza. Lo scopo di questa campagna è anche, semplicemente, di far conoscere a un vasto pubblico degli edifici costruiti tra il 1950 e il 2000 che caratterizzano in modo significativo l’architettura grigione. Settimanalmente, da novembre 2019 fino a novembre 2020, sul sito in lingua tedesca sarà possibile vedere le immagini e leggere le descrizioni dei rispettivi edifici.

 

Il primo edificio presentato nel 2020 e decimo della campagna è la stazione di servizio bregagliotta della City Carburoil SA progettata dall’architetto Peppo Brivio e costruita nel 1962/63. Segue quindi la traduzione del testo redatto dall’amministratrice delegata della Protezione della Patria Grigioni Ludmila Seifert.

 

All’epoca in cui il trasporto privato motorizzato era trionfante, sulla strada cantonale tra Bondo e Castasegna è stata costruita la più stravagante stazione di servizio dei Grigioni fino ad oggi. Commissionata da una compagnia petrolifera ticinese, è stata progettata dal luganese Peppo Brivio (1923-2016), uno degli architetti che negli anni Cinquanta del secolo scorso aveva portato l’architettura moderna in Ticino.

 

I “funghi di cemento” giocosamente eleganti che Brivio ha costruito in Bregaglia rivelano la gioia della sperimentazione che caratterizza l’architettura internazionale delle stazioni di servizio degli anni Cinquanta e Sessanta nei suoi migliori esempi. L’attenzione progettuale si è sempre concentrata sui tetti protettivi che si estendono fino alle pompe di benzina e che, con la moderna tecnologia del cemento armato precompresso, ha reso possibili forme e dimensioni sempre più ardite.

 

La costruzione di Brivio è una struttura portante caratterizzata da un sottile guscio conico di quasi 11 metri di diametro, rastremato verso l’esterno, che, come una trottola, sembra “stare in equilibrio” su un sottile cilindro, sfidando la forza di gravità. La forma concisa dell’imbuto può essere interpretata come un riferimento al sito, in quanto le sue linee inclinate assumono l’inclinazione dei fianchi della valle. Ma il progetto si basava probabilmente più sul desiderio di una radicale limitazione a due soli corpi geometrici. La purezza formale, ulteriormente sottolineata dalla nudità del cemento, ha dato all’edificio l’effetto di segnale che si addiceva a una struttura commerciale in considerazione delle condizioni di ristrettezza del sito. L’enfasi dell’architetto sulla percezione della forma è visibile nei chioschi, dove è stato costretto ad inglobare parzialmente la monumentale colonna a fungo: utilizzando grandi superfici vetrate, ha creato quella trasparenza che permette di sperimentare la forma della copertura che dall’esterno arriva all’interno.

 

(Questo articolo è tratto da «La Bregaglia»)


Logo 40 anni © Copyright SOGLIO
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40 anni di prodotti SOGLIO (3/3)

Sep 3, 2019

Uno sguardo verso il futuro con alcune novità inedite! Dopo un riepilogo del passato della ditta Soglio e dopo una descrizione personale ecco la terza e ultima puntata sull’azienda bregagliotta.

 

Gentilmente l’amministratore delegato Philippe Auderset si è messo a disposizione presentando alcuni progetti concreti del prossimo futuro a lungo e medio termine. Alcuni progetti hanno già preso piede in ditta e fuori valle.

 

Soglio ha deciso di promuovere la sua presenza sul mercato multilingue. Per l’amministratore delegato è importante garantire la presenza sui mercati attuali e come priorità vuole concentrarsi sull’espansione in Svizzera. Per questo motivo, la brochure dei prodotti pubblicata nell’autunno 2018 è stata tradotta in italiano, francese e inglese. Oltre al sito web già quadrilingue, sarà disponibile anche il negozio online, lo shop, nella lingua corrispondente.

 

A questa espansione contribuirà anche Ivo Ermatinger che, dopo aver completato il master, aumenterà il suo carico di lavoro al 100% a partire da settembre 2019 e, oltre al suo precedente lavoro nell’area marketing, sarà soprattutto attivo sul fronte delle vendite. Il suo compito sarà quello di far conoscere meglio i prodotti Soglio nei cantoni di lingua tedesca occidentale e in Ticino.

 

Alice Giani ha iniziato a lavorare presso la ditta Soglio nell’agosto 2019. La ditta con base a Castasegna è lieta di collaborare con la farmacista diplomata che vive a Vicosoprano. Giani succede a Paul Niedermann, uno dei pionieri dell’evoluzione di Soglio che si è spento inaspettatamente nel marzo di quest’anno.

 

Il 4 settembre ci sarà la premiazione per il Prix Montagne 2019, premio per il quale la ditta o meglio detto il progetto Soglio è stato nominato assieme ad altri cinque progetti. Il premio ammonta a 40’000.- e rispettivamente 20’000.- franchi svizzeri.

 

(Questo articolo è tratto da «La Bregaglia»)


Logo 40 anni © Copyright SOGLIO
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40 anni di prodotti SOGLIO (2/3)

Aug 2, 2019

Un ringraziamento da parte di un vicino: “Auguri Soglio!”. Pubblichiamo il secondo articolo, questa volta scritto in prima persona, sull’azienda bregagliotta che compie 40 anni.

 

La ditta di prodotti Soglio è cresciuta insieme a me a Castasegna e vivendoci praticamente di fronte è stata parte della mia infanzia, adolescenza e ultimamente anche della mia età adulta tramite diverse collaborazioni.

 

I ricordi da bambino sono certamente fantasiosi: i grandi bidoni blu per esempio sono impressi nella mia memoria. Cosa c’era al loro interno? Sapone liquido o pozioni magiche che il chimico Paul Niedermann – anche lui vicino della Soglio, dato che per molti anni ci ha vissuto accanto – creava di notte? A volte con gli altri bambini giocavamo nel cortile della ditta, salivamo le scale sul retro e attraverso un passaggio segreto tramite un cancello metallico a molla ci trovavamo nel grande prato in sponda, con gli alti castagni, dietro la sede della ditta. In alcuni casi un contadino o un proprietario ci coglieva sul fatto e ci ammoniva amichevolmente.

 

Un passatempo divertente durante la pausa di scuola o il tempo libero era guardare gli impiegati che facevano su e giù lungo la Via Principale di Castasegna verso l’ufficio postale con un carretto stracolmo di pacchi. Solo anni dopo, notando i prodotti Soglio in svariati hotel o ben in vista nella nuova piscina di St. Moritz, in un negozio a Coira e addirittura sulla rivista Le Alpi del Club Alpino Svizzero, ho realizzato quanto importante e grande fosse quest’azienda per la Bregaglia.Ora l’ufficio postale a Castasegna non c’è più e per ironia della sorte gli spazi vuoti sono utilizzati dalla ditta Soglio come pure quelli adiacenti dell’ex Banca cantonale. Per i pacchetti, che nel frattempo sono aumentati, non c’è problema: giornalmente un camion parcheggia davanti alla sede della ditta e li carica direttamente con un muletto.

 

Crescendo e soprattutto iniziando ad apprezzare il “made in Bregaglia” ho incominciato a utilizzare maggiormente i prodotti Soglio: oltre alla mitica crema a base di calendula, si sono aggiunti alla mia gamma personale il docciaschiuma, il dentifricio, il deodorante, il sapone e la crema per i piedi, come pure i prodotti abbinati allo sport senza dimenticare le schiumose saponette o la crema per il maximus gluteus.Per il mio compleanno invece, mi ha fatto piacere ricevere l’olio per la barba, una vera chicca!Ultimamente dopo due giornate di sole a Tombal e a Plän Vest ho provato il doposole della Soglio e sono davvero soddisfatto. Faccio quindi anche per questo i miei migliori auguri alla ditta Soglio per i suoi 40 anni, in particolare al CEO Philippe Auderset e a tutti i suoi dipendenti, che sono i migliori vicini.

 

(Questo articolo è tratto da «La Bregaglia»)


Logo 40 anni © Copyright SOGLIO
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40 anni di prodotti SOGLIO (1/3)

Jul 5, 2019

La ditta di prodotti SOGLIO festeggia il quarantesimo compleanno e ringrazia i suoi fidati clienti, soci, fornitori e amici. In una serie di tre articoli lungo l’estate del 2019 conosceremo meglio l’azienda bregagliotta.

 

Nel 1979 Walter Hunkeler, assistente di laboratorio chimico di Basilea con esperienza professionale nella ricerca microbiologica, allestì un laboratorio in una stanza della sua casa di Soglio. Lì sperimentò con il burro di capra, da cui lui e sua moglie svilupparono una pomata reumatica e un balsamo da massaggio. Questo fu distribuito prima a conoscenti e ospiti in vacanza, poi nei primi negozi. Durante quel periodo incontrò Martin Ermatinger, un economista d’impresa che lavorava nell’amministrazione finanziaria del Canton Turgovia, si interessava alle questioni di sviluppo economico nelle regioni di montagna e sognava di costruire qualcosa nella regione alpina.

 

La libera collaborazione tra Ermatinger e Hunkeler si solidificò quando i due fondarono una società in nome collettivo nel 1986. Ermatinger sapeva che il business dei prodotti naturali aveva un potenziale, ma doveva essere sviluppato. Questo richiedeva più di un semplice laboratorio in un edificio residenziale. Dunque la ditta SOGLIO si trasferì a Castasegna, nei locali liberi dell’ex Hotel Croce Bianca. Su due piani c’era spazio per la produzione, un laboratorio di controllo, lo stoccaggio, l’amministrazione e le vendite. L’azienda fu gradualmente professionalizzata. Si acquistarono attrezzature e macchine per la produzione di emulsioni, il riempimento di lattine e tubi, si elaborò un concetto di marketing, si creò materiale pubblicitario, fu introdotto un sistema di vendita e di distribuzione.

 

Tutto ciò accadde parallelamente allo sviluppo e al miglioramento di prodotti per la cura della pelle di altissima qualità. Al burro di capra si aggiunsero erbe e siero di latte di pecora, fiori, oli essenziali, tutti provenienti da produttori locali o acquistati da agricoltori biologici dei Grigioni, così come altre materie prime su misura per le ricette. Con una crema reumatica, uno shampoo, una crema di calendula e una crema idratante ben presto si formò la prima piccola linea di prodotti.Nel frattempo, dopo 40 anni di sviluppo ed esperienza, la gamma comprende circa 50 prodotti. I profumi STONE, questi suggestivi flaconi di pietra per profumi ed acqua di Colonia, prodotti da uno scalpellino a Castasegna, sono un’ulteriore specialità dell’azienda.

 

Fonte: www.soglio-produkte.com

 

(Questo articolo è tratto da «La Bregaglia»)


Attilio Tam e GT © Copyright Adrian Conrad
Attilio Tam e GT © Copyright Adrian Conrad

La storia del tiro della Calva

May 28, 2019

Il tiro della Calva è l’unico tiro storico grigione. In Svizzera ci sono altri sedici eventi sportivi analoghi riconosciuti ufficialmente. Questi tiri commemorano battaglie vittoriose combattute dai nostri antenati.

 

Nel caso del tiro della Calva, in tedesco Calvenschiessen, si tratta di ricordare l’omonima battaglia che avvenne tra gli eserciti delle Tre Leghe e della Lega sveva il 22 maggio 1499 all’imbocco della Val Monastero, tra Tubre e Glorenza, in alta Val Venosta. Fu una delle battaglie decisive della guerra sveva.

 

Ormai giunto alla 57esima edizione, l’evento del 2019 ha avuto luogo proprio in Val Monastero. Altrimenti il tiro della Calva si alterna annualmente con Davos. In effetti, furono le società di tiro di Davos che nel 1926 ebbero l’iniziativa di svolgere un tiro storico simile a quello del Rütli.

 

Da allora le serie del programma di tiro senza prova sono rimaste invariate: due colpi in un minuto, quattro colpi in due minuti e sei colpi in due minuti. Un totale di dodici colpi, per un massimo di 120 punti.

 

La Società Tiratori Bregaglia ha aderito con ben quattro gruppi di sei tiratori, quindi una grande partecipazione di ventiquattro membri! Grazie alla possibilità di reclutare membri B di un’altra società, il primo premio della classifica singola è stato vinto da Primos Egle di Rothenbrunnen. I risultati buonissimi sopra la media di Sergio Willy, Alessandro Rota e del membro B Carl Frischknecht sono esemplari. Leggi i rapporti della gara singola e della gara a gruppi.

 

Non da ultima la prestazione eccezionale dei giovani tiratori bregagliotti, che si sono presentati con un gruppo tutto loro e hanno addirittura raggiunto il miglior risultato singolo della loro categoria con Joêl Krasniqi. Per questo motivo durante la premiazione, il giovane bregagliotto è stato chiamato per primo sul palco con il presidente della Società Tiratori Bregaglia Attilio Tam. Entrambi hanno ricevuto un premio speciale per il loro impegno nello sport del tiro al bersaglio.

 

All’evento erano presenti più di 236 tiratrici e tiratori, molti volontari e ospiti d’onore come il consigliere di Stato Marcus Caduff, il sindaco del comune Val Müstair Rico Lamprecht, i consiglieri nazionali Magdalena Martullo-Blocher e Duri Campell come pure il colonnello dell’esercito svizzero Jöri Kaufmann.

 

(Questo articolo è tratto da «La Bregaglia»)


Jonas © Copyright Jonas Noël Niedermann
Jonas © Copyright Jonas Noël Niedermann

Premiato Jonas Noël Niedermann

Apr 19, 2019

Il giovane bregagliotto riceve un importante riconoscimento da parte della Fondazione Artigianato Grigione. La cerimonia si è svolta a Coira lunedì 15 aprile.

 

Il soffiatore di vetro cresciuto a Castasegna vince il 55° premio che la Fondazione Artigianato Grigione dedica dal 1998 agli artigiani di spicco del Cantone. Il ventottenne Jonas Noël Niedermann rimane senza parole, dopo il discorso introduttivo della presidente della Fondazione Claire Pult e l'appassionata laudatio tenutagli da Cordula Seger, la direttrice dell'Istituto di Ricerca sulla cultura grigione.

 

Dopo un intermezzo del cantautore bregagliotto Luca Maurizio, Jonas Noël Niedermann ringrazia la Fondazione e i presenti, esprimendo l'importanza di questo premio per quanto concerne il suo lavoro e le sue creazioni.

 

Proprio la passione per questo lavoro, la dedizione a uno dei materiali più antichi del mondo, il suo approccio innovativo per conoscere a fondo questa tradizione di creare oggetti in vetro, anche oltreoceano, hanno convinto i membri della giuria di premiare il giovane bregagliotto. Presente in sala al teatro Klibühni a Coira, dove lunedì 15 aprile 2019 alle ore 18:30 si è tenuta la consegna del premio di 10'000.- franchi, c'era anche un altro grande artigiano che nel suo percorso evolutivo si è dedicato all'arte dell'architettura: Gion A. Caminada di Vrin. Il rinomato architetto internazionale è anche membro della Fondazione e allo stesso tempo della giuria.

 

La professione a cui Jonas Noël Niedermann si dedica da anni non viene più insegnata in Svizzera dal 1987. Quindi egli ha imparato il mestiere in Germania. Questa passione lo ha portato a Murano in Italia, in Danimarca, negli Stati Uniti e in Austria. Naturalmente Jonas Noël Niedermann è sempre tornato anche in Svizzera, in particolare ha esposto in suoi oggetti al Castelmur di Stampa, al museo la Tuor a Samedan o recentemente in collaborazione con OKRO a Coira, dove i suoi oggetti sono anche in vendita. Con la designer Christiane Frommelt egli ha creato il brand Hochform.

 

Durante il finesettimana di Pasqua, sabato 20 aprile 2019 alle ore 16:00, sarà inaugurata la sua esposizione in Bregaglia al B&B Pontisella di Stampa, che fa parte dell'evento ARTipasto culturale.

 

(Questo articolo è tratto da «La Bregaglia»)


Reichenau © Copyright Chur Tourismus
Reichenau © Copyright Chur Tourismus

La repubblica degli scolari nel castello di Reichenau

Apr 16, 2019

Un esperimento pedagogico raccontato da Werner Ort. Con lui, alla Villa Garbald di Castasegna, Cordula Seger ha presentato un'analisi basata sugli scritti di Silvia Andrea.

 

Il castello di Reichenau, dove il Reno Anteriore s'incontra con il Reno Posteriore, grazie alla sua eccellente posizione dal punto di vista dei trasporti giocò un ruolo importante nella storia dei Grigioni. Nel 1792 diventò la sede di un impresario di Coira e di un internato scolastico rivoluzionario dalle alte pretese: qui bisognava educare cosmopoliti liberi, i quali avrebbero dovuto dare il via a una nuova era politica. Per la direzione della scuola furono quindi ingaggiati alcuni dei migliori educatori di allora: Johann Peter Nesemann (1726-1802) e Heinrich Zschokke (1771-1842). In fuga da persecuzioni politiche operò quale insegnante per sei mesi anche Louis-Philippe (1773-1850), il futuro re di Francia (1830-1848).

 

Sabato 23 marzo 2019 il nuovo libro intitolato Die Schülerrepublik im Schloss Reichenau - Ein pädagogisches Experiment, edito da Hier und Jetzt, è stato presentato in lingua tedesca dallo stesso autore Werner Ort. Con la sua conferenza l'autore ha dipinto una rappresentazione impressionante e avvincente che spiegava al pubblico accorso quali idee c'erano dietro al seminario di Reichenau.

 

Al tavolino della sala nel roccolo di Villa Garbald, accanto all'autore sedeva Cordula Seger, la direttrice dell'Istituto di ricerca sulla cultura grigione (IKG). Basandosi sugli scritti di Silvia Andrea, in particolare Die Namenlosen (tradotto alla lettera "I senza nome"), l'esperta in materia ha presentato un'interessante analisi proiettata in Val Bregaglia.

 

Al termine della doppia conferenza è nata un'intrigante discussione con alcuni dei presenti. In particolare si cercava di illustrare il turbolento periodo politico della Repubblica delle Tre Leghe con il quale la scuola dovette confrontarsi per assicurarsi un futuro.

 

Werner Ort, storico e germanista, è specializzato nella storia della civiltà del XVII e XIX secolo. Nel 2013 con la casa editrice Hier und Jetzt ha pubblicato un'estesa biografia su Heinrich Zschokke, pioniere della Svizzera moderna.

 

(Questo articolo è tratto da «La Bregaglia»)


Brentan © Copyright labregaglia.ch
Brentan © Copyright labregaglia.ch

Potatura dei castagni in Val Bregaglia

Mar 1, 2019

La cura delle selve castanili ha una lunga storia. Nell'autunno del 1987 iniziò l'ultimo intervento che continua fino ad oggi, per esempio con la potatura dei castagni.

 

„Le selve castanili della Bregaglia sono note quali regioni di cultura tradizionale d'importanza nazionale." Così scrive Mengia Spreiter-Gallin nell'ammirevole libro intitolato Castasegna, località di confine - ein Grenzdorf stampato in 600 esemplari nel 2006. Anche grazie a lei, che per ben 11 anni è stata sindaco di Castasegna, ha avuto inizio la cura delle selve castanili come la conosciamo oggi.

 

Insieme all'Ufficio Forestale dei Grigioni e al Comune di Bregaglia è possibile curare e potare gli imponenti alberi centenari. Lo stesso trattamento avviene anche sugli alberi più giovani, così da dargli una forma corretta, dichiara il responsabile del Comune di Bregaglia Andrea Giovanoli. Con il solo contributo di CHF 30.- a pianta il proprietario non avrà altre spese. Tutto il terreno della regione che fa parte del progetto è di proprietà privata. L'area delle selve Brentan e Stoll è forse quella più conosciuta, grazie anche al percorso didattico che l'attraversa.

 

Quest'anno la potatura è iniziata già a gennaio, visto il clima mite. Le seguenti forti nevicate non hanno però permesso di continuare il lavoro, racconta Andrea Giovanoli, il clima ideale per lavorare efficientemente e in sicurezza è un clima asciutto e senza vento. Il periodo deve essere quello della pausa vegetativa degli alberi, che in Bregaglia inizia a gennaio e continua fino a metà marzo. La potatura è cambiata molto e in modo positivo negli ultimi anni, visto che l'esperienza accumulata e nuovi fattori come ad esempio l'importanza della biodiversità, ne ha modificato criteri e metodiche.

 

In Bregaglia ci sono tre persone che sono in grado di arrampicarsi sulle piante e che hanno le formazioni e i requisiti necessari. Quest'anno si poteranno dalle 65 alle 70 piante. Quasi tutti i proprietari si sono annunciati puntualmente a fine ottobre, rispondendo al messaggio del Comune affisso negli albi della valle.

 

Purtroppo durante il 2018 già cinque castagni sono morti per via del mal d'inchiostro. L'abbattimento in questo caso è inevitabile. Da due anni invece il cinipide è combattuto con efficacia dal suo antagonista naturale, è quindi difficile trovare piante affette da cinipide. In generale gli alberi sono molto vecchi e possono morire anche di morte naturale dopo diversi secoli di vita. Prendendo sul serio i cambiamenti climatici, si sta già tenendo conto di selezionare più specie di castagni ideali e resistenti per la regione della Val Bregaglia.

 

Del resto già nel 1835, come racconta Mengia Spreiter-Gallin a pagina 112 nel suo libro, l'Assemblea Comunale di Castasegna decise che allorquando si abbattesse un castagno, subito venga sostituito piantandone uno Giovane.

 

Estratto verbale del 12 gennaio 1835: "Fu parimento stabilito d'oggi in avenire che se cascase in qualunque occasione essere si voglia un tronco castano che restar debbe al proprietario ed non al massaro, con l'obligo al massaro di rimettere, o ripiantare castani giovani in ogni luogo che farà bisogno di bene generale della vicinanza."

 

(Questo articolo è tratto da «La Bregaglia»)


Ciäsa Granda © Copyright Ami Tuo Fo
Ciäsa Granda © Copyright Ami Tuo Fo

Al me Mungac

Feb 12, 2019

Un simpatico fumetto o, meglio detto, una lettera disegnata. Sette anni dopo l'escursione "nella montagna-monte-collina-bosco" sopra Bondo e Promontogno, sono stati pubblicati i ricordi di Bruno Ritter e Gian Andrea Walther.

 

L'opera dei due amici bregagliotti è stata presentata per la prima volta sabato 9 febbraio 2019 alle ore 20:00 nella Ciäsa Granda di Stampa. La sala era gremita. La collaboratrice regionale Pgi Silvia Montemurro, al suo fianco Gian Andrea Walther e Bruno Ritter sedevano al grande tavolo rettangolare. Una breve proiezione accompagnata da una melodia, suonata da un benjo, lo strumento di Bruno Ritter, ha dato al pubblico un assaggio dell'avventura dei due protagonisti. Gli spettatori più attenti hanno forse già riconosciuto un terzo personaggio disegnato e proiettato: Arturo Giovanoli.

 

Bruno Ritter inizia quindi un divertente dibattito a botta e risposta con Gian Andrea Walther su questo giro "nel" Mungac. Silvia Montemurro pone interessanti domande e sollecita i due ospiti a svelare qualche segreto o aneddoto, come ad esempio il fatto che l'ultima volta Gian Andrea Walther sul Mungac c'era salito più di trent'anni prima!

 

Si toccano pure temi personali come il fatto che l'indigeno Gian Andrea Walther abbia riscoperto la montagna grazie allo svizzero-tedesco Bruno Ritter. A sua volta Bruno Ritter confessa di non essere un montanaro e afferma che "Maloja è già troppo!". Egli conferma pure di aver vissuto centinaia di versioni e trasformazioni, come l'invecchiamento, del suo amico Gian Andrea Walther, partendo dal 1975.

 

I due amici di vecchia data decidono quindi di pubblicare questa "storia assurda" sotto forma di lettera a immagini. Bruno Ritter spiega che con questa tecnica è possibile trasformare una semplice storia in una grande avventura: "Disegnando a mano libera si possono per esempio raffigurare più muscoli nei personaggi o esagerare con disinvolta ironia". Gian Andrea Walther trasmette al pubblico durante tutta la serata la sua grande ammirazione per Bruno Ritter. Le qualità di grande disegnatore di Bruno Ritter lo hanno sempre impressionato.

 

Alla presentazione di quest'inno all'amicizia intitolato Al me Mungac (ISBN 978-3-033-07035-6) era pure presente la traduttrice Ines Gartmann, poiché nel volume, dopo la storia disegnata in italiano c'è pure la versione completa in tedesco.

 

In seguito alle domande del pubblico, la presidente della Società Culturale di Bregaglia sezione Pgi Bruna Ruinelli ne approfitta per ringraziare e fare gli auguri a Ivana Semadeni Walther e a Gian Andrea Walther per il premio di riconoscimento per la cultura appena insignitogli dal Cantone dei Grigioni.

 

La serata è terminata con la vendita esclusiva del volume e con la possibilità di brindare al Val d'Arca con i due "attempati signori" che andarono "nel" Mungac.

  

(Questo articolo è tratto da «La Bregaglia»)


Serge Alder © Copyright BET
Serge Alder © Copyright BET

Nuova direzione, nuove responsabilità

Feb 1, 2019

L'ente comunale Bregaglia Engadin Turismo (BET) ha ufficialmente una nuova direzione dal 1° gennaio 2019. Il neoeletto Serge Alder si è già presentato in alcune occasioni pubbliche. Lo fa anche qui esclusivamente per i lettori di La Bregaglia.

 

Giovedì 24 gennaio. Castasegna. Ore 13:30. Il sole spunta già per la seconda volta. Anche Serge Alder è puntuale, ma non è sicuro di essere arrivato all'indirizzo corretto. Il cartellino con il numero e la descrizione della via sono nuovi di pacca, però è meglio controllare sullo smartphone. Non si sa mai. Ben volentieri gli confermo l'indirizzo, salutandolo, e subito ci diamo del tu. Parliamo in italiano.

 

Il trentunenne Serge Alder arriva da un'esperienza lavorativa durata 5 anni presso St. Moritz Tourismus, che funziona analogamente a Bregaglia Engadin Turismo (BET) visto che fa parte del Comune di St. Moritz. Serge Alder è specializzato in eventi sportivi e culturali: alcuni punti forti della Val Bregaglia! Già nel comunicato stampa BET del 4 settembre 2018 egli accenna a "una o due manifestazioni sportive" e agli "innumerevoli eventi culturali" della Bregaglia.

 

Durante una breve passeggiata, salendo dalla piazza del paese fino a Brentan, scendendo poi senza tralasciare Boscaia e ritrovandoci ancora sulla Via Principale, capisco l'interesse di Alder centrato nel voler conoscere a fondo i villaggi bregagliotti e le loro genti. In più lui stesso mi conferma di avere già lavorato allo sportello dell'ufficio di Maloja e che in futuro sarà presente pure a quello di Stampa e di Soglio. Convinto che così potrà captare al meglio le reazioni o le esigenze dei turisti ma anche dei bregagliotti, il nuovo direttore di BET mi ripete che il suo primo discorso ufficiale, tenutosi il 1° gennaio 2019 a Maloja, iniziava proprio con un saluto rivolto alla popolazione bregagliotta. In seguito, ha ovviamente salutato anche i turisti e gli abitanti di case secondarie.

 

Ciò che l'ha spinto a trasferirsi dall'Engadina Alta a Soglio e a dirigere un'organizzazione come BET è stata l'opportunità di fare una nuova esperienza lavorativa, con nuove motivazioni ma soprattutto di assumersi delle grandi responsabilità. Alder ha elaborato e analizzato una statistica sugli appartamenti di vacanza, hotel e alberghi. Questa statistica e altre analisi saranno presentate sabato 2 febbraio a Maloja durante un pomeriggio informativo organizzato da BET. "È necessario sviluppare una strategia con la commissione del turismo", dichiara Alder, "senza però tralasciare i produttori e le ditte locali, il patrimonio culturale della Bregaglia o altri fattori che la rendono autentica". Il tema dell'autenticità è un cavallo di battaglia della Bregaglia e del turismo in generale. Alder parla però anche di mobilità o di marketing online.

 

Al momento il nuovo direttore è ancora in una fase di avanscoperta e sta prendendo contatto o è avvicinato da diverse organizzazioni, società e aziende. Questo piccolo incontro termina lasciandomi l'immagine di un giovane direttore determinato, voglioso di collaborare sia verso nord sia verso sud, ma anche a est e a ovest, molto motivato e pronto a incassare delle critiche costruttive. 

  

(Questo articolo è tratto da «La Bregaglia»)


Bondo © Copyright Ami Tuo Fo
Bondo © Copyright Ami Tuo Fo

Pro Bondo

Dec 10, 2018

L'associazione Pro Bondo ha mosso i primi passi e guarda verso il futuro. Presentiamo un punto della situazione con il copresidente Sergio Salis.

 

Venerdì 3 agosto 2018, veniva costituita l'associazione Pro Bondo nella Chiesa S. Martino di Bondo. Sergio Salis, che divide la presidenza di Pro Bondo con Patrizia Guggenheim, riconferma gli scopi dell'associazione dichiarati negli statuti.

 

I primi passi svolti invece, sono stati comunicati già due mesi fa a tutti i membri, tramite un messaggio ufficiale. I membri hanno superato il centinaio di iscrizioni e Sergio Salis ci tiene a evidenziare l'importanza delle proposte o idee che provengono dal singolo abitante bregagliotto o membro di Pro Bondo, in questo caso. Il processo del lavoro costruttivo, della discussione, della partecipazione e non solo della decisione sono molto importanti, a suo avviso. Conscio delle svariate difficoltà, pregiudizi o altre problematiche, Sergio Salis confessa la sua continua ricerca di aspetti positivi, sui quali si concentra. Il fatto di non abitare sempre a Bondo lo aiuta sicuramente. A volte però, fuori valle, trova delle ispirazioni o impulsi nuovi.

 

Da parte delle istituzioni, egli si aspetta un dialogo di rispetto, sensibilità e apertura. Un buon segno è sicuramente la presenza dell'architetto e membro del comitato di Pro Bondo, Marco Ganzoni, nella giuria che valuterà i progetti del concorso d'ingegneria e di architetto paesaggista per la ricostruzione Bondo 2. Anche la disponibilità a collaborare con la neonata associazione, menzionata più volte dal sindaco Anna Giacometti durante l'assemblea comunale di mercoledì 21 novembre 2018, lascia sperare i membri di Pro Bondo. Fino a quel momento il comitato di Pro Bondo, che comprende anche Arnoldo Giacometti e Giuseppe Sciuchetti, si è riunito per ben sei volte.

 

Per un futuro sensibile, sostenibile e rispettoso del carattere di un insediamento come Bondo, Promontogno, Sottoponte o Spino, Sergio Salis sottolinea l'importanza di temi prossimi e a volte delicati, come la nuova Legge sulla pianificazione territoriale del Cantone dei Grigioni (LPTC) o sull'esistenza dell'Inventario federale degli insediamenti svizzeri da proteggere d'importanza nazionale (ISOS) di cui fanno parte numerose località della Bregaglia. La discussione dei bisogni e delle idee per uno sviluppo, nel quale ci si possa identificare, è fondamentale agli occhi di Pro Bondo. Quindi dà appuntamento ai suoi membri per il prossimo incontro, che si terrà giovedì 27 dicembre 2018.

 

(Questo articolo è tratto da «La Bregaglia»)


Vicosoprano © Copyright Ami Tuo Fo
Vicosoprano © Copyright Ami Tuo Fo

Un viaggio coinvolgente

Nov 13, 2018

Un fine-settimana carico di energia, scoperte e comunità. Con un variegato programma, Florio vive viaggia nel tempo e continua a comunicare la storia in svariati modi.

 

Il programma autunnale 2018 di Florio vive è composto da una conferenza, una rappresentazione teatrale, un culto, un pranzo medioevale e un concerto. Facendo letteralmente un lungo viaggio nel tempo, lo storico d'arte e architettura, dottore in lettere moderne, guida turistica abilitata e geometra Paolo Rotticci, scorta gli interessati accorsi allo studio fotografico di Soglio con la sua conferenza intitolata "Commercio ed emigrazione lungo la Mera nei secoli passati", rivisitando appunto secoli di storia lungo tutta la Val Bregaglia.

 

Il giorno dopo invece la rappresentazione teatrale dell'associazione Agarthi, in collaborazione con DDDance School e la Civica scuola di musica, emoziona e "crea un'energia", come afferma Patrick Giovanoli, uno degli organizzatori di Florio vive, a fine serata. Un'energia talvolta invisibile. Simile a quella che fluisce nei lenti movimenti di Tai Chi nell'ampio cerchio al centro della sala polivalente di Vicosoprano, creato dagli stessi protagonisti poco prima dell'inizio delle esibizioni shakespeariane. Questo cerchio è l'astratto palcoscenico e le sedie poste per il pubblico che lo delimitano, concretizzano questa specie di teatro romano improvvisato. Un'energia più tangibile viene generata e trasmessa dalle capaci danzatrici tra uno scenario e l'altro. Subito riconoscibile quello di Romeo e Giulietta, che pone il personaggio femminile nel vero senso della parola sul balcone della palestra.

 

Un'energia più spirituale conquista invece i fedeli o i curiosi, convenuti la domenica mattina nella chiesa di S. Lorenzo a Soglio. Proprio nella chiesa dove predicava Michel Agnolo Florio quasi 500 anni fa, la predicatrice Silvia Rutigliano legge in particolare di Giobbe dalla Bibbia e di Faust dalla tragedia di Goethe.

 

Quest'energia, questa voglia di scoprire e di trasmettere tramite diversi canali e metodi di studio sono la caratteristica degli eventi Florio vive, che avvolge e coinvolge i suoi partecipanti. L'apice di questo coinvolgimento e il senso di comunità più forte è forse il pranzo medioevale alla Stüa Granda di Soglio. Lo chef Alessandro Gianatti presenta e delizia con un complesso menu. Egli stesso conferma che si tratta del frutto di un'approfondita ricerca.

 

Sabato 17 novembre alle ore 20.00 nella chiesa di S. Martino di Bondo si terrà il concerto "L'arpa dei Bardi" di Chiara Pedrazzetti. Ulteriori informazioni sul programma si trovano sul sito di Florio vive.

 

(Questo articolo è tratto da «La Bregaglia»)


Castasegna © Copyright Ami Tuo Fo
Castasegna © Copyright Ami Tuo Fo

Dire, leggere, narrare

Oct 31, 2018

Un dialogo su diverse tematiche legate al lavoro della scrittura e della lettura con Alberto Pellai e Simona Mambrini.

 

Era una domenica piovosa quella del 28 ottobre 2018. Non affatto paragonabile al fine settimana precedente, quando ancora indossavo una semplice maglietta bianca e il sole di mezzogiorno batteva forte. Ora, armato di giacca, stivali e cappello ammiravo i numerosi ombrelli, rigorosamente in fila, appoggiati al muro della chiesa di San Giovanni Battista. Dopo il culto il pastore mi comunicava che l'incontro della Pgi Bregaglia in collaborazione con la Casa dei Traduttori Looren e Villa Garbald avrebbe avuto luogo a Castasegna e non a Stampa, per via del maltempo.

 

"Noi siamo storia, autonarrazione", così risponde Alberto Pellai alla prima domanda di Simona Mambrini in un gremito centro comunitario di Castasegna. E continua: "…è un'esigenza, un'empatia, la storia è la costruzione della cultura e dell'esperienza. Ci evolviamo". Lo scrittore di fama internazionale ha risposto con facilità e chiarezza alle domande della traduttrice, raccontando storie e aneddoti della sua vita privata o citando alcuni personaggi dei suoi numerosi libri, scritti per diverse fasce di età. Ha spiegato la differenza tra cinema e lettura e ha evidenziato il gusto della lettura e della scrittura. Egli accenna anche ai temi del "non detto", come l'abuso o la morte. Molto illuminante il concetto di libri specchio, che in fondo parlano di noi stessi e dei libri vetro che invece ci fanno vedere il mondo, aprendolo con la fantasia. Una critica la fa ad alcune trasmissioni televisive, canzoni attuali o alle tendenze dei social, che a volte non sono altro che "la modellizzazione del vuoto", con ripetizioni di parolacce continue e che ci impoveriscono solamente. Un elogio invece lo fa alla scuola, siccome arricchisce i nostri bambini e bambine con la lettura. Paragonando il cervello al corpo umano che si allena in palestra, ci consiglia di non smettere mai di fare "brain building", di leggere quindi, evitando così anche l'analfabetismo di ritorno. Consiglia ai genitori di andare in biblioteca o in libreria, di acquistare un libro per un regalo di compleanno invece della solita maglietta. "La parola è un significatore incredibile", continua, e ha ragione. La serata si conclude con una citazione e la lettura a sorpresa di una divertente filastrocca, appositamente tradotta in mattinata, prima in russo e poi in italiano.

 

Alberto Pellai, medico e psicoterapeuta dell'età evolutiva, è ricercatore presso il dipartimento di Scienze Bio-Mediche dell'Università degli Studi di Milano, dove si occupa di prevenzione in età evolutiva. Nel 2004 il Ministero della Salute gli ha conferito la medaglia d'argento al merito della Sanità pubblica. È autore di molti bestseller per genitori, educatori e ragazzi, tra i quali Tutto troppo presto, Girl R-evolution e, a quattro mani con Barbara Tamborini, I papà vengono da Marte, le mamme da Venere e L'età dello tsunami, tutti editi da De Agostini.

 

Simona Mambrini ha conseguito un dottorato di ricerca in Letterature comparate con una tesi su "Letteratura e traduzione: il testo e il suo doppio" e da una ventina d'anni traduce dall'inglese e dal francese, soprattutto letteratura per ragazzi, dagli albi illustrati ai romanzi Young Adult. Tra gli autori tradotti: L. Frank Baum, Joyce Carol Oates, Charles Perrault, Antoine de Saint-Exupéry, Georges SImenon, Jules Verne. Oltre ad aver pubblicato diversi articoli sulla traduzione e la letteratura francese e inglese contemporanea, collabora con la casa editrice Zanichelli agli aggiornamenti del dizionario francese-italiano Boch ed è autrice di un dizionario bilingue per le scuole medie: Il Primo Zanichelli di francese (2012, nuova edizione 2019). Dal 2004 collabora con la Fiera internazionale del Libro per ragazzi di Bologna e cura il programma annuale di incontri dedicati alla traduzione presso il Centro traduttori nell'ambito della manifestazione fieristica.

 

(Questo articolo è tratto da «La Bregaglia»)


Soglio © Copyright Ami Tuo Fo
Soglio © Copyright Ami Tuo Fo

Castagne e cambiamenti climatici

Oct 10, 2018

Nell'ambito del Festival della castagna si è svolto, domenica scorsa a Soglio, il quinto convegno scientifico a tema. Con relazioni di alto livello, però alla portata di tutti.

 

Quasi una trentina di persone sono presenti al 5° Convegno sulla castagna in Val Bregaglia, intitolato "Cambiamenti climatici e castagne". Alle 9.00 di domenica 7 ottobre 2018 l'apertura ufficiale del Convegno è accompagnata da un caffè di benvenuto all'Albergo Ristorante La Soglina di Soglio. Contemporaneamente il sole spunta dietro le montagne e inizia a riscaldare la mattinata.

 

Alle 9.30 la responsabile e organizzatrice del Festival della castagna Tosca Giovanoli saluta i partecipanti in italiano e tedesco, ringraziando a nome di Bregaglia Engadin Turismo. Subito dopo elenca lo svolgersi della densa giornata e presenta i rinomati relatori accorsi da tutta la Svizzera.

 

Marco Conedera dell'Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio WSL inizia con la prima presentazione e illustra l'origine del castagno, sfatando alcuni miti e soffermandosi su una precisa e dettagliata descrizione del cinipide e del suo antagonista naturale. Tramite alcuni grafici è evidente il successo di questo secondo insetto. Ricordando che ogni anno almeno una nuova specie dannosa è importata e che nel caso dell'epidemia di cinipide la Svizzera agì troppo lentamente per motivi di biosicurezza, alle 10.30 cede la parola al suo collega WSL Simone Prospero. Quale forestale e patologo è la persona più adatta per entrare nei dettagli di altre malattie che attaccano il castagno. Facendo delle speculazioni, siccome non ci sono ancora dei dati concreti, spiega l'influsso negativo che il cambiamento climatico potrebbe avere sul cancro corticale o sul mal d'inchiostro ma pure su altre malattie e parassiti che attualmente affliggono il castagno, anche in Val Bregaglia. Negli Stati Uniti, su di una superficie 70 volte più grande della Svizzera, il castagno è praticamente scomparso per via di un fungo parassita.

 

Alle 11.30 si passa a una presentazione più ottimista, cioè quella di Andreas Gauch, realizzatore di una piantagione di castagni a nord delle Alpi. È bizzarro vedere i singoli castagni, piantati lungo delle righe meticolosamente poste alla distanza di 9.50 metri le une dalle altre, in maniera quasi industriale. Il progetto iniziato nel 2012 porta però i suoi frutti, una tonnellata di castagne l'anno per la precisione. Questo ibrido di castagno euro-nipponico chiamato Bouche de Bétizac è il migliore in circolazione e va letteralmente a ruba. I vermicelles di Andreas Gauch sono presenti perfino al Convegno, serviti come dessert dopo uno squisito pranzo a base di un tris vegetariano o di sminuzzato di capriolo con contorni, preceduti da un'ottima insalata.

 

Alle 14.30 il Convegno continua con svariati scenari climatici possibili fino al 2080, presentati dal meteorologo Matteo Buzzi di MeteoSvizzera. Purtroppo la previsione è negativa, siccome il surriscaldamento del globo è in pieno atto e in Svizzera lo sentiamo maggiormente. Interessanti e allo stesso tempo agghiaccianti gli effetti retroattivi principali, tra i quali quello del permafrost-metano, messo in relazione anche con il franamento del pizzo Cengalo. Molte le domande del pubblico per quanto riguarda il clima futuro.

 

Alle 15.30 inizia la tavola rotonda con i presenti Marco Conedera, Simone Prospero, Matteo Buzzi, il forestale del Comune di Bregaglia Andrea Giovanoli, l'esperto di turismo Michael Kirchner e la moderazione di Marco Giacometti. Il titolo formale "Quale importanza potrà avere il castagno nel mondo futuro?" ispira la prima domanda di Marco Giacometti, che inizia chiedendo quale importanza abbia il castagno nel mondo presente. Da qui nasce un interessante dibattito tra i presenti includendo il pubblico, che dimostra come il castagno sia percepito in differenti forme: i contadini e castanicoltori mirano forse maggiormente alla raccolta del frutto o una sorta di rendita, i turisti apprezzano la selva castanile ben curata e mantenuta, un esperto forestale legge anche la funzione protettiva di questo genere di bosco, in Portogallo invece si creano nuove piantagioni di castagni "a perdita d'occhio", come riporta Marco Conedera, anche per la produzione del legno su grande scala come in Inghilterra. Si afferma addirittura che con il mutamento climatico alcune zone svizzere non sono più idonee al castagno. Non trovandosi d'accordo su tutti i punti ma facendo intendere che è necessaria una cooperazione da parte dei diversi attori attivi attorno al castagno, anche in Val Bregaglia, la tavola rotonda si conclude puntualmente alle 17.00, dando appuntamento all'anno prossimo con un tema ancora da definire.

 

Il Convegno sulla castagna in Val Bregaglia è una giornata intensa, molto intrigante, stimolante e soprattutto alla portata di tutti. Avere come ospiti dei grandi esperti e professionisti - due terzi dei partecipanti alla tavola rotonda di questa quinta edizione sono dottorati - che presentano delle relazioni comprensibili a un pubblico di lingua italiana o tedesca e che sono a disposizione per eventuali domande o dubbi, è un'occasione unica da non perdere per tutta la popolazione della Bregaglia, che con la castagna ci vive e ci ha vissuto nei tempi passati e che forse ci vivrà anche in un - più caldo - futuro!

 

(Questo articolo è tratto da «La Bregaglia»)


Locandina Pgi-Bregaglia
Locandina Pgi-Bregaglia

I nostri passi, ieri e oggi

Jul 6, 2018

Quando ho notato la locandina della Pgi intitolata «I nostri passi, ieri e oggi», affissa all'albo di Castasegna, mi sono subito segnato la data. I passi di montagna e le Alpi hanno qualcosa di affascinante.

 

Proprio alcuni giorni fa sfogliando una pubblicazione sulle Alpi, mi ha colpito una cartina geografica con tutte le nazioni, paesi e regioni che collegano o dividono. Proprio con delle mappe del genere - dopo una breve introduzione degli ospiti e il saluto della nuova collaboratrice regionale della Pgi Bregaglia Silvia Montemurro - Guglielmo Scaramellini esordisce alla conferenza di venerdì 29 giugno 2018 tenutasi alla Ciäsa Granda di Stampa alle ore 17:00. Nato a Chiavenna nel 1947, è stato professore ordinario di Geografia dell'Università degli Studi di Milano dal 1982 al 2004 e, come grande esperto e conoscitore della storia dei nostri passi, Scaramellini spiega nel dettaglio il funzionamento e il ruolo dei passi tra Chiavenna e Coira dal Medioevo all'Età contemporanea. Particolarmente interessante è la spiegazione del ruolo dei "Porti", della concorrenza tra i diversi passi dello Spluga, del Settimo e del Giulia o dei monopoli in generale. Il professore illustra inoltre i due tipi di trasporto "a roda" e "a dirittura" come pure il pagamento del "furleit".

 

Dopo un'ora di ampie informazioni storiche e geografiche, la parola è ceduta al secondo ospite: il Dr. Georg Jäger, noto storico di Coira, che continua la conferenza in lingua tedesca. La Pgi Bregaglia distribuisce prontamente la traduzione italiana a chi la desidera. Il Dr. Jäger, classe 1943, è tutt'altro che un pacifico pensionato: egli racconta e spiega con ardore, infatti, le scoperte e le riscoperte fatte sul passo dello Spluga, nella gola del Cardinello o a Isola e a Montaspluga. Con una presentazione di fotografie il Dr. Jäger rende attenta la dozzina di persone presente alla conferenza facendole notare meglio tramite il progetto «viaSpluga», suo cavallo di battaglia, le differenze tra il "prima e dopo".

 

Dopo le molte immagini, correlate sempre a esempi pratici, reali e molto attuali, la presidente della Pgi Bregaglia e della Società culturale Bruna Ruinelli chiude ufficialmente verso le 19:00 la conferenza con un giro di domande da parte del pubblico, ringraziando ancora gli ospiti e tutti i presenti.

A fine conferenza è stato possibile acquistare la pubblicazione bilingue in italiano e tedesco «Il Passo dello Spluga - La lunga storia di una breve via di transito», edita dal Dr. Georg Jäger e sostenuta dall'Istituto per la ricerca sulla cultura grigione. Ben articolata e ampiamente illustrata, essa entra nei dettagli delle scoperte archeologiche preistoriche intorno allo Spluga, spaziando dai dati di fatto e dalle congetture del Prof. Guglielmo Scaramellini fino ai sentieri e le strade dei giorni nostri con i contributi di Francesco Fedele, Giordano Sterlocchi, Hansjürg Gredig, Cristina Pedrana Proh, Paolo Mantovani, Markus Schmid e Patrick Gartmann. Ma non finisce qui: l'ultimo capitolo dedicato al turismo con i testi di Kurt Wanner, Hanspeter Schneider, Stefan Forster e Denise Dillier rendono il tutto di ancor più massima attualità.

 

Il titolo «I nostri passi, ieri e oggi» potrebbe anche essere interpretato come i passi che stiamo percorrendo attualmente in ambito turistico-commerciale, culturale e politico. Dopo avere visto le immagini dei ponti di Jürg Conzett presentate dal Dr. Jäger, personalmente non posso non citare i nuovi progetti previsti a Bondo e in Val Bondasca, come pure il futuro incerto di un campeggio, di un gruppo di crotti o di una semplice azienda. Anche in questi campi è possibile fare dei passi giusti, ma anche falsi o nel peggiore dei casi sbagliati. Catastrofi come quelle del Pizzo Cengalo capitano in un paese alpino come il nostro. Fortunatamente si tratta anche di un paese democratico e quindi spetta a noi decidere quali passi intendiamo compiere.

 

(Questo articolo è stato gentilmente pubblicato su «La Bregaglia» e «Il Grigione Italiano»)


Greppen © Copyright Ami Tuo Fo
Greppen © Copyright Ami Tuo Fo

L'altra faccia della medaglia

Oct 22, 2017

Domenica 22 ottobre 2017 siamo partiti di buon mattino, al più tardi alle ore 9:00 dovevamo raggiungere Greppen. Non sapevamo ancora che sarebbe stata una fiera da record: 80 espositori e tra i 3'000-4'000 visitatori. Tutti accorsi per celebrare e festeggiare un frutto ben conosciuto in Bregaglia: la castagna.

 

Con una leggera pioggerella e con la nostra automobile piena di prodotti della nostra valle, ci fermiamo in un paesino poco distante: come accordato davamo un passaggio ad un altro bregagliotto che non se la sentiva di intraprendere il lungo viaggio da solo. Greppen ha poco più di 900 abitanti e si trova sul lago di Lucerna, tra Küssnacht e Weggis, non poco distante dal Rigi.

 

Pensando alle vicende di Guglielmo Tell, apparentemente accadute in quelle zone, avevamo già passato il semideserto Giulia, pieno solo di selvaggina. Latte macchiato, cappuccino e qualcosa di dolce a metà strada ci hanno dato la carica. Facendo il cambio di autista e attivando il GPS sul telefonino mancavano meno di 110 km, quasi tutti su autostrada.

 

Raggiunta Greppen abbiamo trovato facilmente la tenda della Val Bregaglia, regione ospite dell'annuale "Chestene Chilbi" come nel 2005, ormai alla sua ventesima edizione. In seguito siamo stati accolti ufficialmente con dei discorsi ed un ricco aperitivo. Dividendo i tre tavoli esterni e il tendone eravamo in undici a rappresentare la nostra valle: partendo dal fondo dal tendone c'era Tarcisio Pedroni con formaggi giovani e stagionati, l'Ente Turistico con volantini, belle immagini stampate su dei grandi teloni e cartine panoramiche da distribuire, la ditta Soglio Produkte con i prodotti di bellezza, i Castanicoltori spiegavano la lavorazione delle castagne e le vendevano fresche a domicilio, la famiglia Tognetti dell'Albergo Piz Cam era responsabile per il pranzo, torta e caffè. Vicino all'entrata della tenda all'aperto, sui tavoli adornati a dovere si presentavano la Panetteria Pasticceria Gonzalz con tante specialità come i panettoni, la birra di castagne o le nuove cioccolate, la Latteria Bregaglia con diversi formaggi, Renato Chiesa con salumi alla castagna e carne secca di selvaggina, Fabio Semadeni con i liquori decorati in uno stile autunnale, Irma Siegwart con delle ceramiche "à pois" fatte a mano e alcune novità della ditta Pedarneir del figlio ed infine la Pasticceria Salis con diversi dolci alle castagne e la torta di noci.

 

In poche parole la Bregaglia era ben raffigurata con prodotti di prima classe per tutti i gusti. Prima che arrivasse il pienone di visitatori, i singoli venditori bregagliotti ne hanno approfittato per fare un giretto e vedere le proposte degli altri partecipanti. Al primo stand che incrocio noto la "Torta di castagne della Bregaglia" che viene prodotta a Li Curt in Val Poschiavo. Facendo una battuta l'abbiamo presa con umore. Più tardi invece mi capita all'occhio una torta molto simile ma senza etichetta o elenco degli ingredienti. C'era solo un bell'adesivo scritto a mano che indicava il prezzo di ben 23 franchi e 50 centesimi. Incuriosito chiedo al venditore della torta e lui in svizzero tedesco mi dice che si tratta di una torta di castagne bregagliotta, senza zucchero: "Il dolce della farina di castagne basta!", mi spiega. Pur non essendo un esperto di torte, potevo vedere con i miei occhi che la pasta molto chiara quasi certamente non conteneva farina di castagne e non credo che fosse senza zucchero: assomigliava proprio alla "Zuckerteig", tradotto alla lettera "pasta di zucchero".

 

Raccontato il fatto agli altri bregagliotti alcuni curiosi di noi sono passati al bancone "sospetto", che vendeva ulteriori prodotti provenienti dal Grigioni italiano come gli Spaghetti di Poschiavo. A quanto pare egli affermava di vivere 3/4 dell'anno a Soglio, allevando pecore e capre. Ha pure detto che le torte di castagne le faceva "in casa" a Soglio. Nessuno di noi lo aveva mai visto prima in valle... In ogni caso la sua cassetta delle offerte per Bondo calzava a pennello sul suo lungo tavolo!

 

Un po' sbigottiti e presi alla sprovvista per via di tale sfrontatezza al limite della legalità non sapevamo cosa fare. Da bregagliotti discutavamo se fosse necessario intervenire. Ci chiedevamo se avesse davvero donato le offerte a Bondo o se anche quella fosse una fregatura. Pensavo alle persone abbindolate da questo signore, forse malate di diabete! Alcune erano un po' seccate quando raggiungevano i nostri tavoli, quelli "originali"! Guardando il bancone della Latteria Bregaglia dicevo: "È come dire che questo formaggio non contenga latticini!". Il brutto è che la gente ci crede, si fida e ci casca. Non a Napoli o in qualche altra città con la fama per le fregature e le truffe, ma qui a Greppen: un idilliaco paesino svizzero su un lago blu.

 

Discutendo se non fosse obbligatorio mettere nome e cognome come pure descrizione e percentuali degli ingredienti sui prodotti messi in vendita ad una fiera come questa, si era già fatto pomeriggio e il mercato avrebbe chiuso ufficialmente alle 17:00. Contenti di avere fatto buoni affari e un po' stanchi abbiamo iniziato mettere via le nostre cose.

Un breve saluto agli amici bregagliotti, un ringraziamento agli organizzatori e via, prima del temporale. A serata inoltrata siamo rientrati in valle con il buio. Oggi il sole lo avevamo visto per poco tempo solo a Greppen siccome anche là c'è stato il vento, delle nuvole e della pioggia. Una cosa è sicura: c'è sempre l'altra faccia della medaglia.

 

(Questo articolo è stato gentilmente pubblicato su «La Bregaglia»)


Shell Pool © Copyright Ralf Tooten
Shell Pool © Copyright Ralf Tooten

Mit Profis arbeiten

May 25, 2017

Arbeiten mit Profis ist schön. Einfach Profis zu beobachten ist auch interessant. Die meist verbreitete Freizeitbeschäftigung der Menschheit ist im Prinzip auch reines Zuschauen von Profis: Fussball ist das beste Beispiel. Eine ganz andere Ebene kann erreicht werden, wenn man die Profis persönlich kennen lernt. Profi ist die Abkürzung für Professioneller. Das Wort «professus» aus dem Lateinisch wird heutzutage meistens mit dem Wort «Beruf» übersetzt: aber «professus» heisst viel mehr. Bei reinen Profis geht es zum Glück nicht nur einfach ums Geldverdienen. Der «Beruf» ist eine Leidenschaft, wie beim Profi-Fussballer.

 

In meinem Leben konnte ich mit vielen professionellen Künstler arbeiten. Es sind ganz spezielle Persönlichkeiten und jede Zusammenarbeit war einmalig, wie die entstandene Kunst. In Zusammenhang mit meinem Beruf als Architekt konnte ich auch immer wieder etwas von einem Profi-Architekten lernen. Architektur ist ganz spannend, da sie die Lücke zwischen Kunst und Realität ist. Parallel dazu arbeitete ich auch mit zahlreichen professionellen Fotografen aus den verschiedensten Bereichen: Kunst, Architektur, Autodidakten, Mode, Journalismus, Blogger und Hobby.
 

Hier in Vietnam auf der Insel Phu Quoc, durfte ich dem Profi-Fotograf Ralf Tooten während dem offiziellen Fotoshooting für «JW Marriott Phu Quoc Emerald Bay Resort & Spa» begleiten. Es war interessant zuzuschauen, wie sein Team arbeitete. Die technischen Möglichkeiten sind immens und die Bilder konnten blitzartig bearbeitet und mit dem Handy an die Zuständigen in Saigon «zum OK» weitergeleitet werden. Die Fotografie in der «Resort-Branche» der Hotellerie hatte ich noch nie erlebt. Es ist überraschend, was für Aspekte, die da wichtig sind, wie etwa die Geschichte oder das Konzept des Hotels. Die Spezialwünsche des Eigentümers und die Vorgaben des «Hotel-Brands» sind meistens auch nicht identisch, so ist die Arbeit für den Fotografen grösser. Ähnlich wie bei den Fernseher-Übertragungen einer «Ski-Weltcup», wo ich im Dezember 2012 in St.Moritz mithelfen durfte, steht auch eine ganz grosse Menge technische sowie praktische Vorarbeit dahinter.

Am Abend nach den letzten Dämmerung-Shootings, gingen wir manchmal alle Zusammen zum Nachtessen. Ralf Tooten arbeitet meistens in Asien und lebt seit 2003 in Bangkok. Wenn man nach ihm googelt, erscheint ziemlich bald ein Artikel der deutschen Zeitschrift «Der Spiegel», da er ja ursprünglich aus Deutschland kommt. Somit konnten wir Deutsch reden. Sein Thai-Team konnte mit der thailändischen ebenfalls aus Bangkok «Director of Markteing and Communications» des riesigen Urlaubsorts endlich wieder Thai reden. Ab und zu wechselten wir zu Englisch so, dass die aus Hong Kong extra eingeflogene Stylistin der Hotel-Kette «JW Marriott», auch verstehen konnte. Beim Bestellen versuchten wir es sogar mit der vietnamesischen Sprache!
 

Es war wieder schön ein echter Profi mit tollem Charakter, der sich in einer ganz spezifischen Branche spezialisiert und etabliert hat, kennen zu lernen. Die ganze Übung hat knapp zwei Wochen gedauert, die Resultate werden bald als Werbung für das neu eröffnete Pradies-Luxus-Hotel-Resort öffentlich publiziert und dies in den nächsten sehr wichtigen Jahren vertretend begleiten. Vielen Dank für die Erfahrung und dass ich sogar als Modell für die Drohnenaufnahme der «Rue de Lamarck» sein durfte. Auf Wiedersehen.