VIAGGI

Lägh da la Caldera © Copyright Ami Tuo Fo
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Due giorni di sola natura

Jul 7-8, 2020

 

Giorno 1: Castasegna 688 m > Soglio 1089 m > Tombal 1545 m > Plan Vest 1822 m > Cadrin 2136 m > Pass da la Duana 2697 m > Pass da la Bregaglia 2889 m.

Giorno 2: Pass da la Bregaglia 2889 m > Wissberg 2980 m > Val da Roda 2131 m > Val da la Prasignola 2453 m > Pass da la Prasignola 2724 m > Piz Galagiun 3107 m > Laira 1893 m > Däir 1610 m > Soglio 1089 m > Castasegna 688 m.


George Town © Copyright Ami Tuo Fo
George Town © Copyright Ami Tuo Fo

Gli smartphones

Apr 21, 2018

Inizio a scrivere questo articolo in una pasticceria/bar di George Town a Penang in Malesia. Inizio a scriverlo proprio con il cellulare. L'idea di scriverlo proprio con il cellulare mi era venuta giorni fa e questa mattina si è concretizzata con il sottofondo di "American Pie" di Don McLean, il rumore e l'odore di tazze e piatti, del traffico di automobili e motorini che piano piano aumenta ma soprattutto per il motivo che tutte le persone presenti nel mio campo visivo, salvo le due gentili e competenti commesse, ma non si salva il pasticcere seduto, stanno fissando lo schermo di un telefonino.

 

Sembrano tutti concentrati, pare che stiano facendo qualcosa di importante, qualcosa di imperativo, con gli occhi fissi sullo schermo e le espressioni facciali che variano da ferme, immobili tipo "un-due-tre stella" passando da varie smorfie e arrivando ad una miriade di molteplici movimenti dei muscoli della fronte, delle palpebre, del naso e della bocca, come quando non si sa cosa decidere. Proprio come faccio io ora, quando non trovo le parole. A volte queste facce strane sono accompagnate da grattate di nuca con le dita della mano libera.

 

In certe situazioni, situazioni ormai standard nel treno-metropolitana sopraelevato di Bangkok (BTS), sembra che gli esseri umani non sappiano più come comunicare direttamente, senza l'uso di un cellulare. Un'altra volta mi sembrava di essere in una situazione completamente surreale, nel treno dall'aeroporto verso il centro di Bangkok, mentre tre giovani uomini di origini indiane ridevano e scherzavano ad alta voce. Portavano con loro delle grandi valige, probabilmente si raccontavano dei fatti accaduti durante una vacanza a Phuket o altrove, forse parlavano di casa loro, chissà. In ogni caso condividevano le loro emozioni, pensieri, idee, battute ed avventure. Senza fare l'uso di Twitter, Facebook, Instagram e senza utilizzare degli hashtag alla fine di ogni frase. In tutto il resto del treno silenzio assoluto e sguardi sui cellulari.

 
Queste situazioni estreme sono però quasi sempre delle eccezioni, anche se la tendenza dell'utilizzo senza sosta di telefonini o tablet è chiaramente in aumento. Purtroppo anche nelle fasce d'età più giovani. Penso che da parte dei genitori delle semplici regole, come esistevano ai miei tempi con televisione e videogiochi ma anche con bibite zuccherate e dolciumi, siano effettive per non creare una dipendenza da questi apparecchi.

 
Situazioni che variano, come qui nella pasticceria in Malesia, dove ora accompagnati da "Mamma Mia" degli Abba il rumore del traffico viene superato di alcuni decibel da due signori che discutono vivacemente sotto le arcate in stile coloniale inglese neoclassico del centro storico di George Town bevendo del tè. Poco fa una ragazza mi è passata davanti, sorridendo in cenno di saluto, poi mentre aspettava la sua ordinazione sedutasi al tavolino accanto al mio, al posto del cellulare ha tirato fuori una tavolozza con un disegno a matita ed ha continuato a colorarlo. Un ritratto di gruppo bellissimo, raffigurante una famiglia o degli amici dai lineamenti asiatici. La ragazza studia arte.

 

Quindi non dico di buttare il cellulare, ma dico che a volte è meglio portarsi dietro un libro, un diario o un quadernetto per degli schizzi o disegni. Fare due chiacchiere con la persona accanto porta sempre a qualcosa. Per quanto siano pratici e intelligenti gli smartphone, penso che un utilizzo esagerato senza sosta ci limiti moltissimo in molti sensi. Dobbiamo imparare ad usare i social networks senza diventare asociali nella vita reale. Eh sì, la vita reale è là fuori in strada e sui marciapiedi di George Town e non qui in questo smartphone. Quindi ora lo metto via e quasi trionfante con "I love you baby" di Frank Sinatra torno nella realtà della vita.


PS: se siete in vena di nuovi libri vi consiglio questo romanzo, che ha in parte ispirato lo stile di questo articolo. Si intitola "Hitman Anders and the Meaning of It All" di Jonas Jonasson


Ho Chi Minh City © Copyright Ami Tuo Fo
Ho Chi Minh City © Copyright Ami Tuo Fo

I mezzi di trasporto

Apr 12, 2018

Essendo cresciuto lungo una strada principale sono abituato al traffico ininterrotto, anche notturno. Con l'arrivo o l'avvento di una circonvallazione dopo l'altra nella mia piccola valle di montagna i singoli paesini hanno avuto l'occasione di darsi una spolverata e da anni regna la calma accompagnata dal cinguettio dei passeri e i fischi dei merli. Ancora ricordo le rumorose notti con i macchinari che lavoravano senza sosta sotto casa, versando strati di asfalto sostituendo gli eleganti cubetti in stile porfido ormai schiacciati e deformati nel loro insieme dal peso dei camion carichi di tronchi d'albero e dalle migliaia di automobili transitate negli anni. Fortunatamente grazie all'impegno di singoli e delle autorità sia nel mio paesino come in altri villaggi vicino il selciato di granito è stato ripristinato ed ora abbiamo dei veri e propri gioielli, privi di traffico e perfetti per passeggiare o organizzare eventi come fiere, feste, mercatini o altro. Nelle città o in agglomerati più estesi non è sensato progettare delle circonvallazioni. Per questo bisogna avere un sistema o un piano regolatore.

 

L'urbanista Otto Wagner (1841-1918) ad esempio ebbe successo nel 1865 con la "Ringstrasse" a Vienna. Non a caso esiste un'omonima strada anche Coira. L'idea era di incanalare il traffico in queste strade ad anello (dal tedesco "Ring") attorno al centro o una parte di una città. Le città crescono però e pure nella piccola città di Coira i problemi di traffico e code durante le ore di punta sono una realtà. Una realtà come il traffico perenne di Bangkok o di altre megalopoli che si sono estese e espanse senza regole o un'idea urbanistica. In modo divertente a Ho Chi Minh City le code e i tempi d'attesa non sono lunghi, ma il traffico c'è e paradossalmente scorre, come un fiume. Sicuramente ciò ha a che fare con lo stile di guida unico del Vietnam e dal fatto che non esistano così tanti semafori come a Bangkok o a Los Angeles. Quest'ultima città americana ha però il vantaggio di essere strutturata con quartieri e blocchi rigorosamente disposti a griglia con strade molto larghe.

 

Quindi da una parte abbiamo il problema o il fatto dell'espansione delle città con le istituzioni che non reggono il passo con le infrastrutture o che sono semplicemente in ritardo. A Ho Chi Minh City ad esempio il treno sopraelevato per muoversi in città, simile al BTS di Bangkok, è ancora in costruzione, in collaborazione con il Giappone. Dall'altra parte però abbiamo il problema o il fatto che il singolo cittadino si muove da solo in automobile, non usa i mezzi pubblici o la bicicletta o addirittura fa dei viaggi inutili. Tutto ciò nei nostri tempi di polveri fini, milioni di persone che indossano mascherine o che a volte vengono pregate di non lasciare casa per via dell'inquinamento.

 

Come nel primo articolo di queste tre riflessioni, intitolato "lo spreco", il messaggio non è di liberarsi dell'automobile o dello scooter e di muoversi solo a piedi o di vivere come un eremita. Sarebbe però bello chiedersi ogni volta qual'è l'opzione migliore per fare uno spostamento. Nelle città svizzere credo che il modo migliore per muoversi sia la bicicletta o i mezzi pubblici. Qui bisogna lodare le nostre istituzioni che investono e mettono a disposizione treni, bus, tram, parcheggi per biciclette, piste ciclabili e... marciapiedi. Avete letto bene: marciapiedi. A Bangkok il marciapiede è un lusso e le piste ciclabili una barzelletta! Alle latitudini di montagna i mezzi di trasporto esistono ma la frequenza è minore: organizzandosi un pochettino funzionano. L'autostop o la condivisione di un'automobile (tipo "blablacar" o altri forum, siti o app online) potranno anche essere derise o ci viene dato del barbone, ma l'effetto è immediato e riduce il traffico drasticamente. Sempre alle nostre latitudini e in zona di frontalieri è nata una comunità online che su Facebook si scambia informazioni sulla viabilità e si organizza per trasporti collettivi dall'Italia alla Svizzera. Questa comunità conta ad oggi 3691 membri. Un esempio di come un'applicazione (app) possa essere utile e sfruttata a nostro favore e a favore dell'ambiente e quindi a favore di tutti.

 

Allacciandomi alle applicazioni vi do appuntamento al prossimo articolo di questa miniserie dello "shock culturale" che parlerà di Smartphones.


Dalat © Copyright Ami Tuo Fo
Dalat © Copyright Ami Tuo Fo

Lo spreco

Apr 6, 2018

Fin da piccolo bere una bibita fresca tramite una cannuccia di plastica al crotto Ghiggi, dopo un giro al mercato o una giornata trascorsa con la nonna, zii e parenti nel fine settimana, era un evento straordinario. Con i miei fratelli assaporavamo questi momenti di gioia e spasso accompagnati da panini imbottiti al prosciutto e da diversi giri sull'asinello o sul cavallo a dondolo elettrico in cima alla scala del crotto.

 

Ora le cannucce di plastica sono diventate un incubo. Me le trovo servite ad ogni bar o ristorante ma anche tra le dita dei piedi in spiaggia o per strada. Secondo una grafica magicamente apparsa per via un qualche logaritmo sul sito di Facebook, visto che ho fatto qualche ricerca sul materiale PET e ho condiviso un paio di video di oceani inquinati, lo smaltimento di una cannuccia di plastica dura circa 200 anni. Secondo un altro sito, in America vengono consumate (o sprecate?) 500 milioni di cannucce al giorno. 500 milioni! 500'000'000! Ringraziamo Burger King, Mc Donald's e compagnia bella. E ora come non posso parlare di "take away", di cibo da asporto.

 

Grazie a Dio alle nostre latitudini siamo ancora in grado di fare colazione, pranzare o cenare senza utilizzare (o sprecare?) piatti, posate, bicchieri di plastica "asportando" il nostro cibo. Purtroppo non è così nelle grandi città, in altri paesi e in Asia dove mi trovo ora. Qui in Vietnam ad esempio tutta una società si basa sul cibo da asporto (o lo spreco?) e quasi nessuna istituzione o scuola sensibilizza la popolazione e i bambini sul tema del consumismo (o dello spreco?). Il colmo è che qui in Vietnam i rifiuti (o gli sprechi?) finiscono in strada davanti a casa, nel fiume o nel bosco del villaggio, in mare e in spiaggia. Siamo arrivati al triste punto che a volte è difficile poter bere un caffè o un tè in una vera tazza di porcellana. Molti ristoranti o bar, anche grandi catene come Starbucks, servono solamente in piatti, tazze, con posate e contenitori "one way", cioè usa e getta. Il Vietnam è uno dei paesi più sporchi e pieno di rifiuti che io abbia mai visto. Da sud a nord. In confronto Bangkok mi sembrava pulita. Lo Stato probabilmente non ha un grande interesse a ridurre gli sprechi, visto che sicuramente c'è sotto un'industria redditizia e fintanto che essa rende di più del riciclo o del cambio in materiali meglio biodegradabili, perché cambiare idea sensibilizzando?

 

Sicuramente noi europei non dobbiamo vantarci delle nostre città pulite, visto che siamo anche noi dei grandi spreconi. Nel nostro caso lo smaltimento è sicuramente più efficiente ma il problema di base resta: lo spreco.

 

Bisogna quindi cambiare le nostre abitudini. Anche più tardi quando tutti i sacchetti saranno compostabili, quando il PET sarà sostituito dalla plastica vegetale e quando le automobili inquineranno di meno. Oggigiorno le informazioni e le prove inconfutabili dell'influsso dell'inquinamento (o dello spreco?) sono disponibili e visibili sul web. Non si può scappare. Quindi dobbiamo seriamente iniziare a sprecare di meno. Ma come si fa a sprecare di meno? Cosa è lo spreco e cosa non lo è?

 

Sintetizzando le parentesi utilizzate in questo articolo lo spreco può essere sinonimo di: consumo, utilizzo, asporto, rifiuto, inquinamento.

 

Quindi nel nostro piccolo, possiamo dare un contributo che non cambierà il mondo ma farà la differenza e sarà da esempio per tutti, specialmente per le società basate sul consumismo e che non conoscono o non si rendono conto delle alternative. Dobbiamo piantarla di sprecare. Bastano piccoli gesti per iniziare: smettiamola di utilizzare tutti i giorni nuovi sacchetti di plastica nei supermercati o nei negozi, evitiamo il cibo e le bibite da asporto, diciamo di no a imballaggi superflui e riutilizziamo quelli che abbiamo già, non facciamo spostamenti inutili, utilizziamo la bicicletta o i mezzi pubblici, condividiamo un'automobile, rinunciamo alle cannucce di plastica.


Ho Chi Minh City © Copyright Ami Tuo Fo
Ho Chi Minh City © Copyright Ami Tuo Fo

Shock culturale

Feb 27, 2018

Pure avendo il passaporto pieno di timbri dalle eleganti scritte a caratteri orientali, ogni volta che torno in Asia soffro di uno shock culturale. Questa volta maggiormente sentito, visto che ho trascorso tutta l'estate, l'autunno e parte dell'inverno passato a Castasegna. Era dai tempi della scuola dell'obbligo che non rimanevo così a lungo in Val Bregaglia. Durante questo periodo ho lasciato il mio villaggio nativo solamente qualche volta per recarmi in Mesolcina per lavoro o Coira anche per lavoro o per delle sedute di "Progetti d'arte in Val Bregaglia" di cui faccio parte del comitato. Nel 2018 sarà Castasegna a ospitare l'ormai conosciuta e riconosciuta serie di eventi artistici contemporanei e culturali in Bregaglia. Solitamente cerco di combinare il tutto, così da poter andare a trovare il mio figlioccio a Landquart e forse rimanendo nella Svizzera tedesca per una notte o due.

 

I primi mesi del 2017 invece li ho trascorsi sulla costa ovest dell'Australia, lavorando per una grande ditta navale di pescherecci a Fremantle, la Kailis Marine, poco a sud da Perth. Lo shock culturale è stato minore, visto che molte abitudini e usanze sono simili all'Europa, ma non tutte. Contrattualmente assunto quale operaio mi sono specializzato nella funzione del pittore. Di regola bisognava rimuovere la pittura o la ruggine formatasi sulle diverse superfici metalliche, provate dai lunghi mesi al largo e dalla pesca senza sosta. Poi si applicava un reagente antiruggine e a seguire lo strato più importante: il primer che era di un colore grigio scuro.

 

Le navi però non sono grigie, i colori finali alla Kailis Marine sono: bianco, blu, nero, grigio e giallo. Tutta estetica e segnaletica. Quindi quando il primer era asciutto, si applicavano due o tre strati del colore desiderato. A seconda della situazione era meglio utilizzare il rullo o pennelli di due grandezze. Compito divertente e meno monotono era la sabbiatura dei pavimenti, o meglio detto dei ponti. Lo scopo è logicamente quello di rendere le superfici sulle quali si cammina antisdrucciolevoli. La gestualità di cospargere la sabbia con le mani sui ponti era un po' come quella della semina nei campi.

 

Siccome sono di statura abbastanza elevata, ho lavorato una sola volta nelle anguste e calde sale motori. Da quel giorno in poi ho pitturato solo all'esterno. Un lavoro bello, meditativo e interessante anche per quanto riguarda le mescolatura dei colori stando attenti alle giuste proporzioni dei diluenti. Una calma pazzesca e un'atmosfera unica al sorgere del sole nelle mattinate in cui iniziavamo alle 6:00.

 

Esperienza lavorativa che mi ero prefisso di fare dopo essere stato in Australia per alcune settimane nel 2015. Esperienza lavorativa che non intendo fare in Asia o almeno non in una grande città asiatica come Bangkok, Pechino o Ho Chi Minh City. Essendo cresciuto in un piccolo paesino e avendo lavorato e vissuto per la maggior parte del tempo a Coira non posso immaginare di passare tutte le mattine nel traffico di una grande città a bordo di un taxi, di una motocicletta GRAB o di un'auto UBER. Non posso immaginare di dover indossare una mascherina perché l'aria è poco respirabile. Non posso immaginare di vivere in una città principalmente basata sul consumismo e lo spreco. Non posso vedermi a bere caffè da un bicchiere di cartone "to go" ("To go where?" Mi sono chiesto oggi…) e mangiare del cibo da una vaschetta di plastica "take away" tutti i giorni.

 

Fortunatamente sono nato in uno dei migliori paesi al mondo per quanto riguarda le aspettative lavorative e della formazione, la qualità della vita e lo stato sociale: la Svizzera. Fortunatamente posso decidere dove stare e avendo quest'opportunità ma anche tutte queste conoscenze di un'alternativa di vita provate direttamente sulla mia pelle, lo shock culturale all'arrivo a Bangkok lo scorso 8 febbraio 2018 è stato immenso. Esso si è propagato nelle Filippine e qui a Ho Chi Minh City, dove piano piano mi ci sto abituando.

 

Essendo molti i fattori che praticamente mi stravolgono ogni giorno e essendo molti di questi fattori una componente fissa di tali megalopoli asiatiche per ora ne elencherò solamente tre. Tre fattori che sono importantissimi anche per le città svizzere o per un paesino come Castasegna:

 

- Lo spreco

- I mezzi di trasporto pubblici

- Gli smartphones

 

Tratterò questi fattori singolarmente con degli articoli spaiati prossimamente.

Buona lettura


Phu Quoc © Copyright Ami Tuo Fo
Phu Quoc © Copyright Ami Tuo Fo

Sentirsi benaccetto

May 29, 2017

È bello sentirsi benaccetto in un paese completamente straniero. I bambini gridano "hello!" sorridendo e fanno ciao con la mano, alcuni mi mandano un bacio.

 

Mi fermo a guardare il tramonto lungo una specie di piantagione-cimitero sulla spiaggia. Una ragazza poco distante, appoggiata al suo scooter come fanno qui in Vietnam, ricambia il mio sorriso alzando lo sguardo dal suo cellulare.Per un momento non faccio caso all'immondizia che abbonda qua e là. Il giorno dopo leggo come da noi in Svizzera si possa ancora discutere di puntare su energia nuclare o fossile.

 

È nostro compito dare il buon esempio su come ricavare l'energia, smaltire i rifiuti e fare prevenzione sui consumi in generale.Avendo un problema in un luogo isolato, seguo il suono di una musica che mi porta ad alcune abitazioni. Sorpresi e divertiti dalla mia barba due ragazzi gentilmente mi aiutano in completa naturale spontaneità.

 

Sulla via di casa mi fermo per uno spuntino a bordo strada, accolto ad un tavolino di plastica - che lascerò solo ore più tardi dopo aver gustato zuppa di riso, pollo, mais cotto in diversi modi, mango fresco e birra gelata - lo spuntino diventa una serata in compagnia dove conosco gente e usi del posto.

 

Guai a tentare di pagare! Il tassista che mi ha insegnato qualche parola di lingua vietnamita e mi ha dato il suo biglietto da visita ha offerto tutto.

 

Questa è accoglienza per gli stranieri a tutti gli effetti. Qui possiamo prendere noi svizzeri esempio.


Istanbul © Copyright Ami Tuo Fo
Istanbul © Copyright Ami Tuo Fo

Istanbul: the last stop

Jul 3, 2015

The old imperial capital city of Turkey was the last stop of the 9 months long round the world trip, which I started in 2014. It was the right transition place before reaching home. I'm writing this post just now because, with my mind and thoughts, I was already home back then. My trip and so my blog were basically finished: The End. But it isn't that easy: "Life is a journey" and I decided to continue writing about it. Reviewing part of my travel blog posts and creating a Facebook page called "Ami Tuo Fo", I share memories and experiences. One of the most faithful blog fans asked me several times about the Istanbul article. Finally, here it is.

 

It should be only about impressive or important memories because after all, I'm writing it two years later. And there are a few events which I still remember. As you will see later on in this article, many things in life may be repetitive, like a travel blog, for example: always telling where someone has been, what was good and what wasn't. I'm going to tell you a different story, splitting this travel blog post into categories, titled with an aphorism. I learned something from each category, which is a real Istanbul event. I hope you will as well.

 

"Reading is synonymous of traveling." MICHAEL FLORIS

 

It could sound boring or old-school, but the best way to prepare yourself before visiting a new place is definitely reading about it. Ask your friends for good books or do some research online, try to find out the best articles or background history about the place you are going to visit and get ready. I asked my girlfriend for some advice and through her, for example, I could find one of the best "hamami" named Kilic Ali Pasa Hamami. For a general idea about the city of Istanbul, I asked my librarian for a good book and she suggested me the autobiographical memoir "Istanbul: Memories and the City" written by Nobel Price Winner 2006 Orhan Pamuk. I red it while staying in the Shaolin Monastery in Dali, China. So when I arrived in Istanbul I had already a basic knowledge about history, culture and architecture of the city.

 

"We must always look at things from different angles. And the world will look different." ROBIN WILLIAMS

 

During the road trip along Western Australia, one early morning a few travel buddies and I walked to the monument square of the town we were. There we met a lot of locals and all together we waited in silence for sunrise: it was the centenary of Anzac Day. Observed on 25 April each year, Anzac Day originally honours the members of the Australian and New Zealand Army Corps (ANZAC) who fought at Gallipoli against the Ottoman Empire during World War I. In Istanbul I saw the commemoration of the same event but completely telling another story: not a story of peacekeeping but a story of invasion and so on. By coincidence in the plane from Dehli to Istanbul I watched the movie "The Water Diviner" with Russel Crowe. The film begins in 1919 and centers around an Australian farmer. His three sons served with the ANZAC during the military campaign in Gallipoli. Apparently, this movie is not telling the full truth: various film critics described the movie as "a distortion of history that only serves to appease Turkey and its continued agenda of genocide (Armenian Genocide, Assyrian Genocide and Greek Genocide) denial."

 

"Intelligence is the ability to adapt to change." STEPHEN HAWKING

 

I was in Europe, I was finally back home, but I was in a Muslim country. Since ever Christianity and Islam have been pretty different. Because of this difference or mostly justified in the name of this difference, there were many wars in the past centuries, exactly here as well in Constantinople or Byzantium: the transcontinental city in Eurasia. To bring it to the point, people didn't want to change so there was only one solution for the leading conqueror: eliminate the opponent. The result is always the same: death, suffering and submission of the weakest. Personally, I try to adapt to other cultures and costumes. If everyone in this world would do the same, the world will be already much better. Looking back to history, unfortunately, human beings don't really like to adapt and there are always some sorts of conflicts. No matter where no matter which culture. It's a kind of repetition. And this leads me to the last aphorism of my favorite writer.

 

"Either we change or everything will repeat itself". TIZIANO TERZANI

 

Think about it.


Kashmir © Copyright Ami Tuo Fo
Kashmir © Copyright Ami Tuo Fo

Chi ama l'India lo sa

Jun 29, 2015

"Chi ama l'India lo sa: non si sa esattamente perché la si ama. E' sporca, è povera, è infetta; a volte è ladra e bugiarda, spesso maleodorante, corrotta, impietosa e indifferente. Eppure, una volta incontrata non se ne può fare a meno. Si soffre a starne lontani. Ma così è l'amore: istintivo, inspiegabile, disinteressato.Innamorati, non si sente ragione; non si ha paura di nulla; si è disposti a tutto. Innamorati, ci si sente inebriati di libertà; si ha l'impressione di poter abbracciare il mondo intero e ci pare che l'intero mondo ci abbracci. L'India, a meno di odiarla al primo impatto, induce presto questa esaltazione: fa sentire ognuno parte del creato. In India non ci si sente mai soli, mai completamente separati dal resto. E qui sta il suo fascino."

 

Così scrive Tiziano Terzani nel suo libro "Un altro giro di giostra". Avendo letto quasi tutti i suoi libri sull'Asia amai la Thailandia, la Birmania e la Cina. Proprio non sapevo come sarebbe stata questa famosa India: il paese d'origine di Buddha!

Quale viaggiatore fui più che altro preoccupato di ammalarmi di diarrea acuta o di utilizzare gabinetti medievali. Molti amici in Svizzera mi misero in guardia più volte. Per mia fortuna andai benissimo di corpo e anche i gabinetti furono nella media. Da parte mia ci fu nessun colpo di fulmine per la piccola porzione d'India visitata: Delhi e il Rajasthan. Il fascino di queste due mete, ormai turistiche a tutti gli effetti, è quasi tutto perso. Interessantissime però le storie e le leggende di antichi palazzi, conquistatori d'altri tempi e Maragià. Esse mi vennero raccontate dalle guide durante le visite o le ascoltai direttamente dagli apparecchi auricolari noleggiati. Sicuramente non odiai l'India. Bellissimi i colori e i lunghi vestiti delle donne indiane. Buonissimi e intensi i sapori dei diversi cibi. Autentici molti artefatti e degli oggetti fatti ancora a mano. Questi furono i tre aspetti positivi dell'India visitata che mi colpirono maggiormente. Purtroppo corruzione, crudeltà e il beneamato il materialismo abbondavano. Tornando a citare Terzani si tratta di una "drammatica e sfacciata contrapposizione degli opposti di bellezza e mostruosità come pure ricchezza e povertà".

 

A Udaipur conobbi un uomo d'affari e padre di famiglia. Egli mi raccontò che, quando fermato ubriaco alla guida, gli bastava dare 100 rupie all'agente di polizia (meno di due $US). Poi mi confessò di portare con sé sempre una pistola in macchina. "L'India è uno dei paesi più corrotti!", parole sue.

 

Durante il mio soggiorno in India pensai sul viaggiare in generale. Le differenze tra l'India e l'Europa sono immense, quindi iniziai a chiedermi se fosse sensato stare in India. Mi divertì il fatto che i turisti europei solitamente visitino templi e costruzioni sacrali in tutto il mondo. A casa propria invece la chiesa viene visitata si è no due o tre volte l'anno. Quando poi la visita non è spontanea o svogliata il tutto risulterebbe insensato, a prima vista. Per questo in Rajasthan non visitai completamente un tempio. Il solito indiano mi fece depositare le scarpe nel "suo" ripostiglio, cercando poi di vendermi dei fiori per un'offerta al Dio del tempio. Infine mi seguì per farmi da guida senza ascoltare i miei innumerevoli "No, grazie...". Quindi mi sedetti su un muretto vicino a degli indigeni, pensando al ragionamento di noi europei in questi templi oltreoceano. Tornai alle mie scarpe e conclusi lasciando dieci rupie per il disturbo. Mi sentii davvero un estraneo dando ragione al movimento anticoloniale indiano di Gandhi che voleva "mandarci via".

 

Naturalmente in India ci venni per alcuni motivi. Uno fu di vedere il "Taj Mahal". Ancora ricordo il primo compito quando arrivarono i computer alla scuola secondaria di Stampa: disegnare la facciata del "Taj Mahal". Imponente, bianchissimo e lucido dal vivo. Penoso che al posto di togliersi le scarpe vengano distribuiti dei sacchettini di plastica usa e getta. Bella e interessante la storia raccontatami dalla guida su questo mausoleo, la quale non conoscevo ancora. Un altro motivo della mia visita in India fu il semplice desiderio di assaggiare del vero curry indiano. In seguito mi innamorai dei diversi pani che accompagnano i cibi piccanti. Conoscendo già il "naan" dalla cucina libanese, felicemente mi cibai di numerose estensioni di questo tipico pane piatto. Il "roti" ad esempio, comunemente chiamato "chapati" o "paratha", è disponibile in diverse versioni con o senza ripieno. Per un mangiatore di pane come me fu davvero una bella sorpresa!

 

A un certo punto realizzai che nel turistico Rajasthan e nella pazza Delhi lo scopo dei turisti stranieri era quello di spendere più soldi possibili. Oggetti inutili in stile soprammobile di scarsa qualità, tappeti, pietre preziose, gioielli e scialle di pashmina spaziavano ovunque. Affittare auto autista incluso e stare in un hotel "all inclusive" era normale. Quindi con un'amica - e futura ragazza - arrivata da Bangkok decidemmo di scappare in Kashmir. Non visitammo le affollate e a loro volta ormai turistiche Shimla-Manali-Dharamsala. L'agenzia viaggi dell'hotel a Delhi cercò di rifilarci un pacchetto tutto incluso, dicendoci che ci volevano dei permessi speciali. Sarebbero stati lieti regolare il tutto a un buon prezzo. Balle! Non ci volle alcun permesso per entrare a Srinagar. Ben due altri uffici di Delhi ci sconsigliarono i treni e cercarono di farci affittare un taxi con l'aria condizionata per tutto il giorno. Invece la metro fu ottima e a buon prezzo. Pure il treno per l'aeroporto fu uno dei migliori "air link" che abbia mai visto e costava un decimo del solito taxi. Con molta fortuna a "Connaught Place" scoprimmo un ottimo ristorante (Pind Balluchi) con cibi gustosissimi. Cercai di concentrarmi sulle cose belle dell'India: colori, gusti e artigianato.

 

Arrivato a Srinagar capii di essere atterrato in un altro posto. Politicamente in India ma culturalmente, religiosamente e geograficamente definitivamente no. Alloggiammo in una bellissima "house-boat" (Chicago Group of Houseboats) sul lago. Contrariamente al suonare dei clacson c'era il gentile frusciare dei remi, romanticamente a forma di cuore, delle innumerevoli barche: una "Venezia dell'Himalaya". Il gerente, il personale, l'autista che ci accompagnò dall'aeroporto come pure la gente e gli ufficiali erano più gentili, onesti e umili. Provocai la mia amica affermando che la gente di montagna sia semplicemente fatta così. Vero o no poco importava, visto che mi "sintonizzai" all'istante.

 

"Se in terra esiste il paradiso,allora è qui, è qui, è qui."

(Famoso antico verso, che ogni kashmiro ama recitare).

 

Impressionante la similitudine della natura con la Svizzera. Ancora più impressionante realizzare che non ero in Svizzera. Natura a parte le differenze erano totali: religione musulmana, donne col capo coperto, cibi, strade, case, poliziotti e dappertutto militari armati di AK-47. Fu bello e nostalgico constatare che l'agricoltura la faccia da padrona nell'economia locale. Campi arati con i buoi, tantissimi pastori con le loro greggi di pecore o capre, molto cavalli e asini, tante piantagioni di riso irrigate a mo' di terrazze. Sommatti all'artigianato questo fattori valorizzano il territorio in grande stile. Il modo di guida è sicuramente indiano. Trascorremmo molte ore in coda. Gli automobilisti iniziavano a sorpassare le colonne da ambedue i lati. Quando la nuova corsia si bloccava, sorpassavano nuovamente e poi ancora. In alcuni casi si crearono otto corsie bloccate, occupando tutto lo spazio disponibile. Da Srinagar a Leh ci impiegammo il doppio del tempo previsto: 21 ore e mezzo!

 

Quando ero in Rajasthan mi dissi "Quando andrò in Kashmir, comprerò un tappeto!", non sapendo che ci sarei andato la settimana dopo. Avendo visitato tanti negozi e punti vendita di tappeti ero ormai un esperto: seta su seta o seta su cotone, solo cotone, lana merino o lana di yak e via dicendo. Spassoso il fatto che i nuovi venditori, vedendo le foto o ascoltando i nostri racconti dei venditori precedenti, ci dicevano che le informazioni sui materiali o colori dei tappeti erano false. Un tappeto deve piacere e mettendosi d'accordo sul prezzo lo si compra: così comprai un bel "kilim", colorato e dettagliato.

 

In Kashmir, Jammu e Ladakh rilessi alcuni passaggi sulle sorti di queste regioni prima, dopo e durante l'indipendenza dell'India e del Pakistan. Visitai diverse comunità musulmane e parlai a lungo con un giovane nella moschea di Srinagar sulle religioni del mondo. Conclusi con la certezza che un europeo qualunque, probabilmente cristiano, difficilmente disponga della facoltà sul decidere se una ragazzina debba (o possa?) coprirsi il capo a scuola o no. I musulmani come pure gli indiani sia indù che sikh vivono la vita in un modo completamente diverso da quello di un cristiano e non sta sicuramente ai cristiani, buddisti o addirittura a degli atei di giudicare.

 

Vi lascio citando il Mahatma Gandhi:

"Non ho nulla di nuovo da insegnare al mondo.La verità e la non violenza sono antiche come le montagne."


Bangkok © Copyright Ami Tuo Fo
Bangkok © Copyright Ami Tuo Fo

Like at home

Jun 24, 2015

Bangkok was my first real stay in Asia after three days "transfer" in the cold Seoul. At the end, it was also my last stay in Asia before leaving for Istanbul. I went back to Bangkok many times. Once I planned it in advance already before starting this trip and most of the other times it was a kind of improvisation or change of plan, mostly at the last minute. I really felt like at home in Bangkok. After staying in Delhi it was very relaxing as well!

 

In Bangkok, it's mostly very hot and sometimes it's very hard to walk or do something outside during the day. Many bikers, workers and other "outside people" use to wear sun protections for the arms, the face and the head of course. They look like modern Arab from the desert! It was very strange, as in China and Burma, to see women working at building or roadsides. They have to work even if it's sunny, horribly humid and it's over 40 degrees Celsius hot! In Europe, this kind of physically hard work is mostly done by men. Many women on the street use an umbrella against the sun like in the old pictures from China. Sometimes I think that most of the Thai people are seriously scared of the sun avoiding it all time.

 

There are other "outside" people which make Bangkok/Thailand really special and unique: the street food salespersons. At every corner, along main roads and in front of important buildings it's possible to stop and "snack" something. An ordinary and boring side street turns into a kind of big food bazaar where it's possible to find even beautiful handmade flower necklaces for the temple, shoe or dress repairer, any kind of fresh fruits or vegetables and many many fried things! Lottery tickets are everywhere as well, mostly sold by blind or differently abled people. All this is accompanied by the soft and nice sound of the Thai language sentences which mainly end with a long courtesy vocal sound. Sometimes it can be less soft sounding like a kind of screaming. After all this time in Bangkok and in Asia, I definitely got used to spicy food. I love having steamed fish with chili lemon sauce, stir fried spinach and oyster with different spices and sauces at a local restaurant next to the BTS (sky train) station called Ari. Sometimes enjoying it with a cool Chang beer! The common soft drinks or juices are quite sweet, like all the kinds of flower teas which are available everywhere.

The "Tuk-Tuks" and their funny riders are also an icon of Bangkok. Because it's very hot and there aren't walking streets or proper pedestrian ways the "inside people" which work in offices or hotels with A/C move logically by "Tuk-Tuk", motorbike taxi, taxi or BTS: like the street food it's very cheap and convenient compared with other countries.

 

In the evening the "inside people" which at least try to enjoy a part of their life in nature without A/C meet at a public park like the Lumpini park. We can do aerobics in huge groups with music or run around the park for kilometers. There are also dance classes or normal casual park visitors walking around as well. The temperature in the park is lower by 2-3 degree than in the city, which is basically covered with asphalt and concrete (!). On a Sunday evening, there was a classical music concert at the park: fantastically unforgettable! Bangkok has to fewer parks and that's a big problem. Even when it rains the streets turn into small rivers probably because the drainage isn't good enough or maybe because there is no drainage at all (!). Only during leaving the city, for example by train to the airport, it's possible to image how Bangkok was in the old times: green, full of canals or streams and small wooden houses. The "inside people" which tend to stay in the high buildings and the indoor training centers goes to yoga, to the gym or to Thai Boxing class, mostly cooled by the A/C.

 

Thai people have a special and unique relationship with their King. He is a real idol and his golden face is everywhere. Each restaurant has at least one picture of him with magnificent frames, even in my favorite Karaoke-Thai-Bar in Chur, Switzerland. Before watching a movie in the cinema everyone stands up and pay respect during a short movie with nice music showing all the good things he did and does. In the city along the streets and on bridges there are everywhere pictures or statues of the King with or without the Queen as well. If somebody doesn't pay respect or insult the King will probably land in jail or pay a big fine. The population is very devoted to religion as well, Buddhism, so there are smaller and bigger temples everywhere. 24 hours a day 7 days a week somebody is doing some offer or is praying. Often there are official celebrations and Buddhism festivities. When a Buddhist walk next to a temple or a religious place, the person put the hands together in "praying mode" over the head saying some words or praying.

 

For Swiss people, it's easy to go to Bangkok, because we don't need any Visa. A 30 days stamp in the passport is for free and good enough to enter the country. The flights aren't that expensive and depending on the traveler, there are many things to do: relaxing on the beach, trekking in the north, city life and shopping in Bangkok or very convenient scuba diving in the southern islands. Even if Bangkok is a big city the people are mostly relaxed and gentle. Maybe because of the hot temperature or because of the religion, I don't know. For sure they live and believe in completely different things and principles than Europeans, as I tried to explain with this post and in my previous article about Thailand.

 

There are things then we can't understand or only hardly like in some Muslim countries. I guess it's the same when a Thai or a Muslim person arrive in Switzerland.


New South Wales © Copyright Ami Tuo Fo
New South Wales © Copyright Ami Tuo Fo

All in, mate!

Jun 3, 2015

Nach der ersten negativen australischen Backpackers-Erfahrung und nach einer turbulenten Nacht am Flughafen in Perth ist Melbourne eine Art Neuanfang. Bereits nach der Ankunft am Flughafen bin ich wieder motiviert. Der Transfer von der «Southern Cross Station» zu meiner Unterkunft ist im Shuttleservice des Flughafens inbegriffen, alle sind freundlich und hilfsbereit, es gibt überall «Free WiFi» (so war sogar die online Hostelsuche und -buchung auf dem Weg vom Flughafen möglich) und es ist alles organisiert. Ab und zu fühlt man sich wie in der Schweiz. Es war schon dunkel, ziemlich frisch und windig. In Broome habe ich die kleine Backpackers Bibliothek "auseinander genommen" (ein Viertel der Bücherthematik war über Jesus bzw. christlicher Religion...). Einen Abschnitt zum Thema 'Auswandern in Australien' bezüglich Melbourne hat mir aber geholfen: es stand, dass es innerhalb von 24 Stunden das «four season» Wetter komplett umstellen kann. Es stimmt! Es stand auch, dass Melbourne als "Mèlben" und nicht als "Mèlborn" ausgesprochen wird: guter Tipp! Das Hostel war nicht zu teuer und es lag in der Nähe des «Crown Casino» beim Fluss: das waren die zwei Hauptkriterien meiner Wahl. Der Angestellte an der Rezeption hat alles kurz und bündig erklärt, mir ein Badetuch und einen praktischen Städteführer in die Hand gedrückt und ins Zimmer geschickt. Im Vergleich zum Backpacker in Perth das war andere Musik, eine andere Welt: sauberes 4-Betten Zimmer mit weissen Bettwäsche, hohe Räume, ein grosses Fenster, bequemes Bett, nette Leuten und einen schönen TV-Vorraum mit coolen VHS-Videokassetten; die habe ich schon lange nicht mehr gesehen!

 

Nach einer Dusche wollte ich das «Crown Casino» abchecken. Es ist sehr gross und professionell, wie in Las Vegas. Die tolle Lage am Fluss ist auch optimal. Es ist Teil der «Asian Pacific Poker Tour» (APPT). Der Poker-Raum ist riesig. Die Bar ist ganz schön und es gibt auch ein Bereich mit weiteren Spielen wie Roulette/Blackjack/etc.

 

Da ich noch nie im Casino Poker bzw. «No Limit Texas Hold'Em» (NLHE) gespielt habe, sind die tieferen «Levels» bzw. «Blinds» 1$/2$ mit einem «Buy in» von 80$ empfehlenswert. Meine erste Hand wurde von einem Typ ganz einfach geschlagen. Ob es ein «Showdown» gab oder nicht, weiss ich nicht mehr. Ich weiss aber, dass meine Poker-Kenntnissen auffrischungsbedürftig waren, da die Leute am Tisch sicherer und solide spielten und ich noch nicht. Der erste Casino-Poker-Versuch war ok, aber ich hatte meine 80$ verloren. Mein Onkel und «Götti» lieh mir mal ein Poker-Buch aus: es war sehr interessant und hilfs-/ informationsreich. Somit lud ich am selben Abend eine Poker-Bibel («Texas Hold'Em Poker Bible» von Alan E. Sields) auf das iPad ab und ich muss sagen, dass es ein sehr gutes Buch ist. Bereits nach den ersten Seiten merkte ich, was ich falsch gemacht hatte.

 

Am nächsten Tag war ich mit einer Freundin verabredet. Wir haben uns letzten Oktober in Bolivien kennen gelernt. Sie ist in Melbourne aufgewachsen, lebt immer noch dort und arbeitet in einem der schönsten historischen Hotels im Zentrum: das «Windsor». Sie holte mich bei meinem Hostel ab und zeigte mir die «Southbank Promenade», den höchsten Turm der Stadt, «Federation Square» usw. Nach dem langen Spaziergang haben wir dann gegessen und später noch ein lokales Bier in einem Pub gekostet. Ich finde die «IPA» gut und besonders geschmacksintensiv. Am Abend ist sie nach Hause und ich bin zum Casino zurück um zu schauen, ob ich ein wenig besser war oder einfach mehr Glück hätte. Ich spielte etwas «tighter» als das letzte Mal und konnte nach 4 Stunden mit einem stolzen Netto-Ertrag von 121$ das Casino verlassen. Ganz spannend und etwas revanchelustig, dass ich den Typ von der gestrigen ersten Hand direkt nach Hause geschickt habe!

 

Die Tage verliefen grundsätzlich immer so: Frühstück im Hostel, Sightseeing am Tag und Poker am Abend. Im Hostel habe ich ein paar andere Gäste kennengelernt und an einem Morgen konnte ich mehr zum Thema "Leben und Arbeiten als Ausländer in Australien" von denen Einsichten direkt erfahren. Am Tag konnte ich mit dem wunderschönen alten «Free Tram» rund um die Stadt pendeln um diverse Museen, schöne Cafés und weitere Orte zu besuchen. Am Wochenende hat mich meine Freundin zu den «Twelve Apostles» über der «Great Ocean Road» geführt. Eine weitere Freundin aus Deutschland, welche mit mir den Taucher-Kurs in Koh Tao (Thailand) letzten Dezember absolviert hat, habe ich auch noch getroffen. Ganz besonders lustig war es neue Leuten zu kennenlernen, und zwar beim Pokern. Dies ist für mich auch eine neue Art um "ins Gespräch" zu kommen. Meistens sind es ja die Tisch-Nachbarn, aber leider schickte ich zwei direkt nach Hause. «Don't take it personal, mate!», sagte ich. In der «State Library of Victoria» druckte ich die Visa Unterlagen für Indien. Nach dem Ausfüllen und Bearbeitung wollte ich diese in Sydney bei der indischen Botschaft abgeben. Am letzten Abend hat es noch für die 91 Stockwerken des «Eureka» Turmes gereicht um den Sonnenuntergang zu geniessen.

 

Die Nachtbus-Fahrt nach Sydney mit einem kurzen Halt in Australiens Hauptstadt Canberra war gut. Am nächsten Morgen war ich schon in Sydney und lief einfach zum nächsten Backpacker bei der «Kings Cross Station» um einzuchecken. Dort habe ich meine Zimmerkameraden, drei Girls aus Deutschland, kennengelernt und mit beiden direkt nach «Newtown» mit der Bahn gefahren. Um dem Alltag ein bisschen spannender und interessanter zu gestalten, habe ich nicht erwähnt, dass ich Deutsch verstand: sie haben aber nichts Schlimmes gesagt! Auf dem Weg zurück bin ich kurz ins Hostel, aber ich wollte auch die berühmte «Opera House» sehen, somit es ging gleich wieder in die Bahn. Dort ist mir eine Touristin aufgefallen, welche allen nach derselben Haltestelle bzw. Bahnlinie wie meine gefragt hat. Ich bin zu ihr und sagte, dass ich auch dorthin wollte und so sind wir zusammen hin. In der Bahn hat eine ehemalig deutsche ältere Frau uns alles erklärt und sogar ein Stück lang mit uns gelaufen. Die Touristin war aus Südafrika und ihr Englisch hatte eine ganz neue Aussprache für mich. Nach einer Runde Sydneys Markenzeichen und viele Fotos haben wir einen alten Mitschüler von ihr getroffen, welcher jetzt hier in Sydney arbeitet und lebt. Er hat uns «Darling Harbor» gezeigt und über Sydney erzählt. Am Schluss sind wir alle drei zum Nachtessen zusammen.

 

Am nächsten Tag war mein Termin mit der sehr organisierten und effizienten indischen Botschaft. Alles hat weniger zehn Minuten gedauert, nicht wie in Bangkok bei der Myanmar-Botschaft, wo ich insgesamt einen ganzen Tag anstehen durfte. Der kleine Nachteil war, dass die Bearbeitung und somit die Visum-Ausstellung bis zu 10 Arbeitstage dauern konnte. Das war aber kein Problem, da ich die Cousins meines Vaters (Sonia und Tony) südlich von Sydney treffen wollte. So bin ich am Nachmittag mit dem Zug nach Wollongong gefahren und dort wurde ich von Sonia abgeholt. Ich durfte bei ihr und bei seinem Ehemann aus Bali übernachten. Es war das erste Mal, dass die australischen und europäischen Cousins zusammen kamen: unglaublich! Am nächsten Tag sind wir alle zum Nachtessen bei Tonys Familie. Was Essen, Körpergrösse und Frisur ist unsere Familie bestimmt überall gleich auf dieser Welt! Nach mehreren Tagen in Wollongong und einem Sonntags-Ausflug in der Gegend konnte ich dann alle Verwandten samt Familien sehen und kennenlernen. Es war ganz lustig festzustellen, dass die beiden Cousins meines Vaters auch drei Söhne haben: somit sind wir total neun Jungs und konnten fast eine Fussballmannschaft gründen! Am einten Abend, habe ich für Sonia die berühmte «Polenta Taragna» gekocht. Sie kochte das Fleisch auf eine balinesische Art und somit vermischten sich zwei Esskulturen! Sonia und ich gingen eines Tages beim Comic Festival «Comicgong» und zwischen Figuren, Hefte und Freaks/Nerds alla «Big Bang Theory» sass John Jarratt an einem Tisch. Er spielt der Böse bzw. psychopatische Mörder bei «Wolf Creek» und «Wolf Creek 2». Diese Horrorfilme habe ich bereits in der Schweiz geschaut aber nach dem Nachtessen entschieden wir diese anzuschauen, somit ab in den DVD-Laden! Falls jemanden der Leser durch Australien Backpacken will, empfehle ich diese eher nicht (!).

 

Da ich Eintritte für das Aquarium und die «Westfield Tower» in Sydney bereits ergattert hatte, bin ich wieder ein paar Tage nach Sydney zurück. Mit grosser Freude durfte ich meinen Reisepass mit dem bewilligten indischen Visum-Kleber nach nur 3 Arbeitstage abholen, zum Glück sonst hätte es knapp werden können! Ich wollte auch nach «Bondi Beach», um ein paar Leuten zu treffen. Ganz stolz war ich auf dem Bruder meines Grossvaters, welcher für den Bau der Glastunneln des Sydney Aquariums damals auf der Baustelle verantwortlich war. Der Sonnenuntergang vom Turm mit Blick in Richtung «Darling Harbor» war super, meine Apple «Time-Lapse» Kenntnisse konnte ich auch erweitern: eine 60 Minuten lange Aufnahme auf 30 Sekunden reduzieren. Der Tag in «Bondi Beach» ist wegen Regen und Wind zu einem Postkarten-Tag und Tagebuch-Tag mutiert. Am vorherigen Tag konnte ich die Leuten (Freunden eines verrückten Junges aus Sydney, der von Barcelona nach Amsterdam aus Wohltätigkeitsgründen gerannt ist und bei meinem Vater in Castasegna kurz angehalten hat) nicht treffen. Dafür waren die Leute im Hostelzimmer cool sowie ein Strassenmusiker und eine junge Lady aus Frankreich. Wir führten gute Gespräche zusammen.

 

Es war bereits Freitag und ich freute mich auf das Wochenende bei Tonys Ferienhaus etwa 4 Stunden südlich von Sydney. Mit seinem mittleren Sohn holte er mich am «Sutherland» Bahnhof ab. Ich bin von Bondi mit dem Zug dahin, zum Glück sind die Zugverbindungen ganz gut und relativ günstig. Danach sind nur Tony und ich zum Haus runter der Küste entlang, wo seine Frau bereits auf uns wartete. "Das Bett ist ganz bequem und man schläft wunderbar!", erzählte Tony im Auto nach der Zimt-Donat-Pause (frisch für uns gemacht bzw. frittiert, hatte ich zuvor noch nie live gesehen). Zwei «Flat White» mussten einfach auch dazu sein. Nach dem leckeren antipastiartigen Nachtessen und einem Glas Rotwein konnte ich in der Tat so gut schlafen, dass beim Aufwachen nicht mehr genau wusste, wo ich war. Das ist mir bis jetzt nur zu Hause im Bergell passiert, auf den Fijis oder gelegentlich wenn ich betrunken bin! Die Gegend beim Ferienhaus ist sehr schön und ruhig: Natur pur mit nicht touristischen Surfer-Strände, viele Fische sowie riesigen Stachelrochen. Zum Mittagessen haben wir einen sanften Rotbarsch bzw. «red snapper» mit Chili und Knoblauch auf den Grill geworfen. Hinter dem Haus waren morgens Kängurus zu sehen, nachts beim Lagerfeuer konnte ich wilde Opossums füttern und sogar streicheln. Am letzten Nachmittag dürften wir bei den Nachbarn Orangen und Zitronen direkt von den Bäumen im Garten pflücken. Es war soweit und ich musste langsam nördlich in Richtung Brisbane weiterfahren aber nicht, ohne die spektakuläre Lightshow «VIVID» in Sydney zu sehen! Somit haben Sonia und sein Ehemann Feb mir montags nach Sydney mit dem Zug begleitet. Sie buchten eine Nacht in einem Hotel neben dem Hauptbahnhof und ich wäre dann um 22:00 mit dem Nachtbus nach «Byron Bay» weitergereist. Die Lichtshow von der «Harbor Bridge» zur «Opera House» war wunderbar und eines Abschiedes würdig!

 

Die Reise nach Brisbane, wo eine Freundin aus Deutschland mir sein Gästezimmer ganz spontan angeboten hat, habe ich mit dem praktischen «Hop On-Hop Off» Bus-Service wie folgt geplant: «Sydney-Byron Bay» mit Übernachtung und dann direkt «Byron Bay-Surfer Paradise-Brisbane». Das Hostel in «Byron Bay» habe ich wegen folgenden Kriterien gewählt: «Free WiFi, Free Bicycles, Free Surf Boards». Somit stand ich Dienstag morgens nach der Nachtbusfahrt bereits auf einem Surfbrett im relativ kalten Ozean-Wasser! Am Nachmittag bin ich dann mit einem coolen Fahrrad zu dem meist östlichen Punkt Australiens: «Cape Byron» getreten. Auf dem Weg zurück habe ich zwei junge Mädels (eine aus Spanien und die andere aus Italien) kennengelernt, indem ich denen gezeigt habe, wo zwei Kängurus sassen. Danach sind wir zurück gelaufen und haben uns für den Abend bei der Bar «Cheeky Monkey» verabredet. Zum Nachtessen habe ich Fisch mit Süsskartoffeln selber gekocht, Fisch ist ja gesund und man/ich sollte mehr davon essen. Die Bar/Disco war ok und es ging grundsätzlich ums Saufen und Tanzen. Die Pool-Spieler waren ganz schlecht. Irgendwann bin ich zurück ins Hostel bzw. Bett. Die nächste Destination via Morgenbus war das berühmte «Surfer Paradise» entlang der Goldküste. Die Situation sieht ähnlich wie Rio oder San Diego aus: Häuser bzw. Hochhäuser, Strand und Ozean. Das war's. Der Strand war sehr lang und angenehm flach, somit habe ich angefangen zu laufen. Nach ca. 5 km war es Zeit zu kehren und wieder in die Stadt zurück um mit dem nächsten Bus nach Brisbane zu fahren.

 

Meine Freundin und Gastgeberin Ulli hat mir den Weg zum Haus ganz schön beschrieben, es war somit ganz einfach es zu finden. Das letzte Mal habe ich Ulli vor 4 Jahren in Neuseeland gesehen, wo ich sie auch kennengelernt habe. Damals besuchten wir drei Wochen lang dieselbe Englischschule in Nelson zusammen. Jetzt ist sie verheiratet und hat eine kleine Tochter! Nach dem Aussteigen aus der Bahn sah ich jemanden auf dem Trottoir: das war sie! Sie wartete mit der ganzen Familie auf mich! Das eingeschossige Haus war sehr schön und das Gästezimmer auch. Ich fühlte mich wohl und willkommen. Ich wurde sogar verwöhnt und schätzte diese Gastfreundschaft sehr. Die kleine drei Monate junge Tochter war so lieb und süss! Ich hatte grossen Spass mit ihr zu spielen oder auf sie aufzupassen. Am nächsten Tag sind wir mit der Fähre ins Zentrum gefahren. Das ganze Fähren-Netz funktioniert ganz gut, wie in Sydney auch. Am Wochenende sind wir mit Freunden zu einem Strand wo alle mit dem «Pick-Up» hinfahren, sei es um zu Fischen, Picknicken mit der Familie oder beides gleichzeitig. Auf dem Weg zurück durfte ich ans Steuer: schon lange nicht mehr Auto gefahren, dazu Schalten mit links und auf weichem Sand! Sonntag war mein letzter Tag in Australien: wir sind zuerst zum Markt am Strand und dann bin ich ins Zentrum, da ich etwas für meine Freundin kaufen wollte.

 

Die «East-Coast» Erfahrung war zu Ende und ich dachte bereits am nördlichen Teil Australien und am zentralen «Outback», welche ich noch nicht gesehen habe. Es war wunderschön so viele Freunde wieder zu sehen. Die drei komplett unterschiedlichen Städte der australischen Ostküste zu besuchen, ist es auch Wert gewesen: die wunderbare schöne und junge Melbourne mit dem verrückten Wetter, die chaotische und gestresste Sydney mit den schönen «Suburbs» direkt am Wasser und die eher anonyme ruhige familienfreundliche Brisbane mit schönen Parks und öffentlichen Schwimmbäder und Spielplätze. Wenn man als Europäer irgendwo auf einem anderen Kontinent relativ problemlos arbeiten und leben will, dann hier. Beim Verfassen dieses Eintrages rüttelt alles, es hupt links und rechts und es sind 37° Celsius warm: ich bin nämlich auf dem Weg zum «Taj Mahal» in Agra, Indien! «Namasté» meine Freunde.


Western Australia © Copyright Ami Tuo Fo
Western Australia © Copyright Ami Tuo Fo

Tornando alla "civiltà"...

May 12, 2015

Il grande salto geografico intercontinentale e l'immenso cambio culturale e religioso ha avuto atto. Facendo tappa nella ormai amata Bangkok dal caldo letteralmente insopportabile durante il festival "Songkran", che celebra l'inizio del nuovo anno tailandese, scappando quindi nella più mite e vulcanica isola di Bali in Indonesia, sono poi volato a Perth, sulla costa ovest australiana. Già a inizio dicembre mi trovavo nelle vicine isole Fiji, dove i voli per l'Australia sono pure convenienti ma proprio durante quel periodo è estate e in più gli australiani sono in ferie. Quindi siamo in "high saison" ed è più difficile trovare alloggi a buon prezzo, spiagge o luoghi turistici non affollatissimi. In più ero già stato in Nuova Zelanda durante i mesi estivi e preferivo vedere un'Australia autunnale.

 

Quando qualcuno mi chiede come ho pianificato questo lungo tragitto attorno al globo, rispondo che l'ho fatto seguendo le stagioni e non solamente fissando delle mete geografiche. Devo dire che fino ad ora il clima è stato ideale e spero continui così fino alla fine di questo viaggio, includendo una soleggiata estate in Svizzera, visto che gli ultimi tre mesi di questa incredibile vacanza li "giocherò in casa"!

Arrivato a Perth in serata, dopo un bellissimo soggiorno a Bali, il cambio è stato grande. Dopo avere trascorso gli ultimi 5 mesi in Asia seguendo ed apprezzando diverse tradizioni e usanze sia nel modo di comportarsi, vestirsi, di mangiare e via dicendo mi trovo ricatapultato in un mondo simile a quello europeo: sveglia, caffè, lavoro, pausa pranzo, lavoro, birra, cena, TV, nanna e ripetere. Dal punto di vista di "backpacker" o saccopelista come si dice in italiano - vabbè che il sacco a pelo non l'ho quasi mai usato - è stato un vero shock siccome mi sono imbattuto nell'alloggio più osceno che abbia mai visto in vita mia, includendo i bunker di scuola reclute a militare: camera senza finestre, una puzza di chiuso misto muffa/sudore/calzini di due settimane, sporco, topi, scarafaggi e lenzuola sospette. Il tutto alla modica cifra di 20AU$ a notte: "Welcome to Planet Inn Backpackers Perth!" Dopo avere accettato un "upgrade" di qualche dollaro ho cambiato in un dormitorio da sei con almeno una finestra e dell'aria più o meno respirabile. I miei coinquilini avevano un casino immenso: tutto lasciato per terra di fronte ai letti a castello! Zaini, vestiti sporchi e puliti, attrezzi, scarpe e scarponi, cassette di plastica e sacchetti con della roba dentro probabilmente senza proprietario. Questo modo selvaggio e primitivo di vivere mi ha stupito molto visto che in teoria dovevo trovarmi nel paese più civilizzato del mio viaggio. Trascorrendo tre giorni in quell'ostello, dove il trasporto dall'aeroporto incluso nel prezzo stranamente non c'era più e la colazione inclusa c'era un giorno sì e un giorno no, ho conosciuto i nuovi immigrati del 21. secolo che non superano i 30 anni. Provenienti da paesi europei o USA e Canada, molti italiani, spagnoli e francesi, lavorano e vivono la giornata, pagati a ore e abitano qui in queste condizioni... Quelli più fortunati hanno un lavoro fisso che viene pagato regolarmente ogni settimana e vivono in degli ostelli o appartamenti più decenti, mentre quelli ancora più fortunati ma che si sono impegnati tantissimo - come un amico di Fremantle, cittadina poco a sud di Perth - hannno trovato uno sponsor o si sono messi in proprio, sono residenti o addiritura cittadini australiani e hanno una vita vera e propria in una bella casa!

Gustandoci una pinta di birra locale Pale Ale chiamata "Little Creatures" e chiacchierando sui luoghi comuni dell'Australia, rianimando i vecchi tempi di gioventù al Castelmur in Val Bregaglia o del lavorare da pendolare in Engadina, il mio amico di Villa di Chiavenna emigrato a Fremantle mi fa capire come qui in Australia tutto è un po' meno "stressante" che da noi: la giornata lavorativa (se si lavora) inizia verso le 8-9 di mattina e finisce verso le 4 del pomeriggio, tutti ci si trova al pub e se non si rientra per la cena lo si fa al più tardi per le 9-10 di sera visto che il pub a quell'ora chiude. Mi spiega come qui la gente si gode un po' di più la giornata andando a letto presto e lavorando un po' meno. "Qui si vive la giornata!" mi dice convinto con un fiero sorrisone stampato in faccia. Visto che la paga entra settimanalmente si cerca di coprire le spese fisse, quello che avanza lo si mette da parte o lo si spende in qualche altra maniera. A non vederlo o viverlo provandoci, uno stile di vita di questo genere, da noi in Svizzera o in Italia è impensabile. Più volte mi è capitato di sentire "Mate! Have you worked today? Are you working tomorrow?" ("Amico. Hai lavorato oggi? Lavori domani?"): da noi se non c'è un matrimonio, un funerale o qualche occasione super speciale si dà quasi per scontato che si lavori. Se non è così, chiaramente si ha che fare con un lazzarone.
 

Dopo aver contattato i miei parenti che stanno sulla costa a sud a Sydney, decido di scoprire i deserti del WA (Western Australia) partecipando ad un viaggio organizzato. In teoria speravo di conoscere qualcuno disposto ad affittare un camper insieme o qualcosa del genere, ma nell'ostello era già un miracolo se la gente aveva i soldi per una bibita energetica o il tabacco. In più, dopo aver prolungato il mio soggiorno in Asia di un mese, quello australiano ne ha naturalmente risentito, e dovevo quindi "affrettarmi". Brutto colpo la notizia dei terremoti in Nepal, sentita dopo aver cancellato il mio soggiorno priprio là e soprattutto dopo avere conosciuto gente di Kathmandu in Thailandia... Mi sono quindi recato alla fidata e competente agenzia viaggi "STA Travel" e ho scelto il viaggio che faceva per me in termini di attività, tragitto e tempi: "10 day Perth to Broome" con "Adventure tours". Chiedo pure consiglio per un altro ostello a Perth e lascio quello vecchio con un'immagine deludente di questi giovani speranzosi e con una copia del libro "1984" di George Orwell, preso in prestito dalla libreria interscambio che leggerò durante l'avventura WA. Due giorni dopo ero già in viaggio a bordo di una specie di camioncino "made in Japan" della marca "Isuzu" simile ai "Duro" che guidavo a militare leggendo di persone vaporizzate, case microfonate e partiti politici ripensando alla Cina comunista.

Eravamo in 18 includendo la bravissima ed esperta guida: Toby, un ragazzone di 23 anni cresciuto nel "bush land" (il deserto australiano). Durante il viaggio abbiamo soggiornato a Horrocks, Shark Bay, Coral Bay, Yardi Creek, Exmouth, Cape Range National Park, Karijini National Park, Pilbara Region ed infine a Broome. Come in quasi tutti i viaggi organizzati, come in quello di 28 giorni da Lima in Peru a Santiago del Cile fatto ormai 7 mesi fa, in poco tempo si vedono e si fanno migliaia di cose: attività come "sand boarding", "abseiling", "hiking", "snorkeling", "scuba diving" etc. ma pure esperienze tipo notti passate al chiaro di luna in un campeggio, nuotare o calarsi nei fiumi delle gole di roccia rosso-arancione del deserto australiano o preparare una cena con "sushi" in compagnia. Per della gente cresciuta in una stretta valle montagnosa, vedere quest'immensa prateria piatta che si estende per centinaia e centinaia di chilometri abitata da canguri, strani rettili e termiti con le loro torri di terra più alte di un uomo è un'esperienza unica. Stare con della gente di tutte le età, la più giovane del gruppo aveva 19 anni e la più anziana era già pensionata, e di tutte le nazionalità tipo inglesi, australiani, cinesi, giapponesi, svizzeri, tedeschi, italiani, danesi e austriaci è pure un'esperienza speciale e divertente.

Arrivati a Broome e constatando che la maggiore attività era bere birra e fare party giorno e notte, ero un po' deluso. Nel parco nazionale oltre gustarci delle birre ghiacciate, avevamo improvvisato un paio di mini tornei di Poker Texas Hold'em (buy in 10AU$ / re buy 20AU$), utilizzando un mazzo di carte di Star Trek e dei fiammiferi come chip, nei quali ero arrivato una volta primo e una secondo. Quando verso le 11 di sera un ragazzo dell'ostello mi chiede se voglio giocare a Poker, accetto subito. Giochiamo fino alle due di notte e arrivando secondo mi ripiglio il mio buy in. Il primo classificato, un ragazzo scozzese che lavora quando può in un bar della zona, era felicissimo d'incassare 70-80AU$ che davvero gli servivano. Durante il torneo un altro ragazzo olandese, che ci ha fatto da mazziere nella finale, mi ha parlato del Casinò Crown a Melbourne, sapendo che sarebbe stata la mia prossima meta. Mi ha detto che ci sono molti giocatori scarsi ed è facile fare un po' di soldi nel tempo libero, se si ha un po' un'idea di come giocare. Ero decisamente "inscimmiato" e se devo spendere 80AU$ per una sbornia o per il poker, scelgo il poker.

 

Passando l'ultimo giorno a Broome con degli amici del gruppo mi dirigo verso l'aeroporto, a piedi! Cosa divertente perché non l'ho mai fatto prima, ma qui nelle cittadine è così. Pure pratico il fatto che è facile trovare una connessione internet gratuita tipo nelle biblioteche pubbliche che offrono altri servizi come telefono e stampanti/fotocopiatrici. Visto che l'aeroporto assomigliava agli altri edifici di un solo piano circostanti, ho fatto un po' fatica a trovarlo e per un attimo pensavo di perdere l'aereo! Poco dopo posso constatare che i voli interni, i "domestic flights", qui in Australia sono meno complicati che prendere un bus in Cina. Neanche il passaporto controllano! Arrivato e Perth (aeroporto di transito) l'incubo di perdere l'aereo si avvera, visto che stando nel Terminal sbagliato e causa altri fattori quali stanchezza, rumore di un cantiere etc. non sento i miei "final call" e appena a due passi dal "gate" perdo l'aereo per 5 minuti... Che ci vuoi fa! Prenoto il prossimo volo e passo la notte in aeroporto. Non potevo tardare troppo, visto che il giorno dopo mi sarei visto con un'amica di Melbourne, che gentilmente si era messa a disposizione di portarmi un po' in giro. Posticipiamo e speriamo che con il prossimo volo fili liscio come l'olio. Costa est: sto arrivando!


Bali © Copyright Ami Tuo Fo
Bali © Copyright Ami Tuo Fo

A special Person

Apr 21, 2015

After a working day, after a school or university semester, after a nice journey, weekend or a long trip we normally remember all the special things happened. These things were such special that we couldn't forget them. The same happens with people. It's easy to meet people during a day but it isn't common to meet a special person every day.

 

On the 31st of December 2014, I was very lucky and I met one! After meeting many new people during the last 3 month of traveling through 4 continents it was really impressive how natural was being with this person. It felt like I knew this girl already. We spent New Year's Eve together with a few other friends and ex-colleagues of her. We understand each other very well and met many other times in the new year. One day while I was in China we spontaneous decided to go for 12 days on a trip together. Traveling with a friend, boy- or girlfriend is a good way to see how a person really is. Staying many days with the same person, sitting together for hours, sleeping in the same small room or bed, doing many different things and experience many adventures, good or bad ones, will show up a lot about a person and about yourself. Sometimes the couple starts fighting already after a few days, stopping talking at all and the trip could become a failure. Maybe it started together but it ended separately. Our trip ended separately, but it was planned that in advance: I was going to Perth and she had to go back to Bangkok. That's one reason we chose "Baaali!" (Bali): it's between Thailand and Australia.

 

After traveling alone or with many new people I've met "on the road", I was happy to travel with a familiar person. We booked some place in advance and decided to leave the last days flexible as a free option. We were really lucky with the first hotel in Legian (Bliss Surfer Hotel). The staff was friendly and the atmosphere very young and clean. We enjoyed walking along Legian and Kuta beach. The waves were ideal for learning surfing or just having fun jumping in the frothy water. There were many small restaurants called "warung" here, we had many fresh squeezed fruit juices and tasted the local food. One day we decided to rent a motorbike to visit Tanah Lot Temple. The traffic was busy in the touristic Legian or along Kuta beach: a taxi or a car with a private driver would be to slow, expensive and probably boring at the same time. I didn't want to scare my co-pilot and navigator telling her that it was my first time riding a motorbike in my life. It wasn't so hard and I get used after a short time but sometimes I forgot to ride on the left! After spending many hours at a small espresso bar we became coffee experts that day. We randomly met some friends from Bangkok too! The other days it was fun discovering different parts of the small town and try many kinds of local food.

 

The second part of the Bali stay wasn't on the beach but on the land in Ubud. A great promotion on "expedia" made me booking a luxurious villa at a resort (Sapu Lidi Resort and Spa). Again we were very lucky because the huge garden with streams, a lot of plants and rice terraces at the resort were stunning. Many ducks were living, eating and sleeping in the rice fields in front of the villas and keeping us company with their funny sound. During the first day, we visited the monkey forest and Ubud's shopping/walking streets. One night we had some food in a coffee shop and started talking with a man from the staff. We asked about nice places to go and at the end, we had a driver, a hotel, 3 highlights to stop along the way to the volcano location Batur.

The driver was really good and helpful, the journey was pleasant. We stopped at some nice rice terraces and coffee plantations next to Tegallalang, at the Gunung Kawi and at Pura Tirta Empul next to Tampak Siring. Everywhere people is selling "sarongs", clothes, coconuts to drink or souvenirs. Young girls offer bracelets or postcards for a few dollars. At Gunung Kawi we had to rent an umbrella because of the strong tropical rain. Fortunately, it didn't rain at Pura Tirta Empul and we could watch the people having a bath with purification shower doing donations at this magic place. It was nice to see many kinds of trees at the show garden: coffee, cacao, papaya, vanilla, lemongrass, ginger, huge passion fruits, mangosteen, durian and others.

In the evening we reached the 1'300 meter of Batur when it was already dark. The friendly guy from the hotel (Batur Mountain View Hotel) gave us the room with the best view and later he cooked a delicious dinner. Next morning the situation of the sunrise with the volcano, lake and fresh mountain air was really unique. We didn't plan any activities in the morning so we stayed at the small sitting place on a balcony enjoying "the moment" until 11 AM.


We hired the driver for the second day and started in direction Amed on the east coast. First, we went to the hot spring next to the lake: very hot, nice and relaxing. After lunch, by chance, I could watch a cockerel fight in a courtyard which ended shortly and deadly. Later we stopped at the biggest temple of Bali: Besakih. Many hundreds of people, most of them wearing white clothes, were walking around or praying and doing donations. It was the 14th of 21 days celebration. Very impressive and nice seeing and being part of all this. It's new for me as well to see all these small and cute offering boxes with flowers and perfumed incense everywhere on the sidewalks of Bali. Amed is a good spot for snorkeling or diving. At this time of the year it's low season, however, the water was warm and the visibility good so we did some snorkeling and we had a short Catamaran ride as well. The second day we found a good local restaurant and had some fish. Through the restaurant guy, we could organize again a new driver to our last stop before leaving.

 

At 10 AM we left the black lava stone and white coral beach of Amed and drove with the new polite driver back to the south of Bali island. We stopped at the Water Palace Taman Ujung, which was very green and nice like all the nature over there. We ate some fruits like mangosteens which I really like. A few hours after lunch in a typical "sate" restaurant we reached Nusa Dua.

 

We chose a place not too far from the airport for the last day and I wanted to try a new way of booking/choosing the accommodation: looking only at the best ratings fixing a budget. For 25$ we booked a location which had 100% ratings in Tripadvisor. It was ok but not perfect. The beach here isn't so nice like in Legian or Kuta. Here it's flatter and because of the low tide, it's full of seaweed just 10-15 meter away from the beach. After walking for about 3km along the path on the beach connecting all the 5 stars resorts we went back and found a restaurant for the last dinner: a big fish & seafood plate! We enjoyed the food, the live music and the walk back to the hotel.


In the morning we had breakfast under one of this typical Balinese roofs in the hotel's garden with fountain, like a mini temple, with a low table without chairs because we just sit on the floor, or in this case on our platform. Check out, driver, airport, bye bye and our 12 days trip ended separately, but in a good way. Spending time with good people or special persons is the best thing in life: so see you soon Chompu!


 Xizhou © Copyright Ami Tuo Fo
Xizhou © Copyright Ami Tuo Fo

China: Runde zwei

Apr 3, 2015

Die zweite China-Etappe habe ich auf Grund von Freundenempfehlungen in der Provinz Yunnan verbracht. Da mein Visa aus zwei Besuchen à 30 Tagen besteht, habe ich nach dem ersten Besuch rund 10 Tagen in Bangkok/Umgebung, meine asiatische "Basis" mit einer guten Freundin verbracht. Danach wie gewohnt - es sind mehr als sechs Monate Weltreise durch 14 verschiedene Nationen vergangen - habe ich mit dem iPad einen Flugticket gekauft, am Vorabend meinen digitalen Barcode gespeichert und bin ich am nächsten Morgen ins Taxi eingestiegen: "Zum Flughafen über der direkten Autobahn, bitte." Eingecheckt, Zollkontrolle, zum Gate und Tschüss! Mein Gepäck habe ich reduzieren: jetzt passt alles in einem wasserdichten kabinentauglichen Rücksack leichter als die erlaubten 7kg. Nach der Entnahme eines schweizerischen Sackmessers und diversen Flüssigkeiten (mehr als 100 ml pro Behälter sind nicht erlaubt) bin ich vorsichtiger geworden. Ganz stolz konnte ich nach einer detaillierten Kontrolle wieder alles einpacken, da es völlig in Ordnung war.
 

Bereits im Flieger gab es Chinesen aber der Ankunft nach Kunming war markanter: die repräsentative und pompöse Architektur und die Sauberkeit des internationalen chinesischen Flughafen beweisen es und er ist komplett anders als den Flughafen Don Muang in Bangkok. Die thailändische Hauptstadt weist natürlich zwei internationale Flughafen auf, Don Muang ist der kleinere und der grössere heisst Suvarnabhumi. Der Flughafen von Kunming hat im Inneren eine goldene wellenartige sichtbare Tragstruktur. Das Ganze hat mir an den Osterhasen von Lindt erinnert! Nach einer Pause auf die Toilette um mich schön zu erfrischen, die Kleidung anzupassen und somit das Anstehen bei der Zollkontrolle zu verhindern war ich schon bereit um weiterzureisen, da auch kein Gepäck abzuholen war. Beim Infostand gab es keine Karte von Kunming: Willkommen in China! Wenigstens wurde mir die Bus-Nummer zum Zentrum bekannt gegeben. Die Fahrt hat in etwa 1 Stunde 30 Minuten gedauert. Mir hat ganz erstaunt, dass ein kleiner Mann mit einer Art Anzug und rotem Band beschmückt eine lange Rede via Mikrofon gehalten hat und danach ist er mehrmals durchgelaufen um bei jedem Einzelnen zu fragen ob alles ok war. Aus meiner Sicht völlig übertrieben und aufs Maximum aufgespielt bei einer solchen simplen Routinenfahrt: Willkommen in China, zum Zweiten!

 

Die Herausforderung, wenn keiner Englisch spricht, nehme ich immer gerne an. Netterweise bekam ich von meiner chinesischen bnb-Kollegin in Foshan ein paar Post-it Zettelchen mit Angaben über Ortschaften, Züge, Busnummern und Fahrzeiten sowie Preisen auf Chinesisch und auf Englisch. Im Prinzip diese ist die beste Art zu reisen in einem fremdsprachigen Land: die nächste Etappe von einem Einheimischen auf Papier bringen lassen und diese den Fahrern oder Leuten zeigen. Ganz lustig sind die Antworten, welche ich in China zum Teil erhalten habe: der Bahnhof musste ich selber finden, städtebaulich war er am Richtungen Ort mit dem richtigen Charakter und somit fast nicht zu versehen. Als ich nach einer WiFi-Internetverbindung gesucht habe (um hauptsächlich eine Karte herunterzuladen) wurde mir gesagt ich müsse weiss ich wo mit dem Bus fahren. Um die Ecke gab es dann eine Art chinesischen Fastfood-Restaurant mit kostenlosem WiFi und da konnte ich etwas essen und eine Karte herunterladen. Leider ist die bis hin gut gelungene App "CityMaps2Go", welche auch Offline funktioniert, in China noch nicht so ausgereift. Als nächstes musste ich aber den Nachtzug nach Dali buchen. Auch da ganz lustig wie die Angestellte reagiert hat, nach jeder Angabe wie Destination, Zeit und Sitz- oder besser Liegeart ist immer eine neue Mitarbeiterin dazugestossen. Als ich den Reisepass gezuckt habe ist dann eine Art Oberchefin dazugekommen um alles zu überprüfen und von mir nochmals bestätigen zu lassen. Einen papierförmigen Stadtplan von Kunming habe ich am Schluss kaufen können und bin dann mit einem Bus gefahren, bis zum Park mit See herumspaziert und gegen Abend wieder zum Bahnhof zurück.

Die Fahrt bis Dali war angenehm und es war sogar zu schlafen. Laut Angaben meiner Kollegin musste ich dann mit dem einten Bus bis zu einer zweiten Busstation und dann mit einem Minivan weiterfahren. Alles hat mehr oder weniger geklappt und um rund 9 Uhr morgens konnte ich die Ex-Mitarbeiterin meiner chinesischen Freundin als meine Gastgeberin im idyllischen und ruralen Städtchen Xizhou begrüssen und kennenlernen. Wir haben uns auf ihrem Arbeitsplatz getroffen: das luxuriöse Hotel "Linden Centre". Es ist ein faszinierendes Gebäude im lokalen Bai-Stil gebaut, welches die Rote Garde während der kulturellen Revolution überlebt hat und somit sind viele architektonische Eigenschaften und Qualitäten erhalten geblieben. Der Manager des Hotels habe ich auf dem Weg dorthin bereits kennengelernt. Ein neues drittes ähnliches Hotel sei bald fertig renoviert worden, sagte er mir. Die Baustelle konnte ich später besuchen. Mehr Infos zum "Linden Centre" siehe hier: http://www.linden-centre.com

 

Es war schön wieder an die frische Luft auf rund 2'000 Meter über Meer direkt an einem See umgeben von kleinen Bergen in die Natur zu sein. Ein bisschen wie im Engadin. Was es aber im Engadin nicht gibt sind die riesigen Felder, welche im Moment zum grössten Teil mit Knoblauch belegt sind. Es hat mir gefreut die zickzack fliegenden Schwalben zu sehen und die Grillen zu hören. Die Sonne ist tagsüber sehr stark, darum sind die Einheimische ganz braun und tragen grosse Sonnenhüte. Der Sternenhimmel in der Nacht konnte ich als solches bis hin in China nicht sehen. Die Leuten hier sind auch lockerer als die Stadtmenschen drauf und die Polizei, welche in Kunming mit einem Grossangebot vorhanden war, ist fast nicht zu sehen. Dank meinen neuen Freunden konnte ich diverse alte Häuser besuchen und bei der Herstellung von dem typischen sonnengetrockneten dünnen Käse sowie von frischen Reisnudeln zuschauen. Die Innenhöfe, die Grösse und die schönen ästhetischen aber auch materialtechnisch konstruktive interessanten Details dieser Häuser oder besser gesagt Hauskomplexe mit ihren langen Aussenmauern haben mir ganz beeindruckt.

Nach ein paar Tage in Xizhou habe ich mich entschieden eine Woche bei einem naheliegenden Shaolin Tempel zu verbringen, um hauptsächlich Shaolin Kung Fu zu lernen. Dazu siehe den exklusiven Blog-Eintrag auf Englisch.

Da der Süden von Yunnan von der Natur her relativ ähnlich wie der Norden von Thailand oder von Myanmar ist, welche ich bereits bereist habe, bin ich nach Norden in Richtung Tibet. Dank der sehr praktischen App (oder auch Webseite) "Couchsurfing" konnte ich einen Bewohner von Lijiang finden, welcher mich bei ihm zu hause aufnehmen würde. Einerseits finde ich diese App sehr praktisch, da mehr 5,6 Millionen Unterkünfte von Freiwilligen und meistens auch Reisende in 120'000 Städte vorhanden sind. Der direkte Kontakt mit den Einheimischen in einer neuen Stadt hat für mich einen sehr grossen Wert. Dank meinem Gastgeber in Lijiang konnte ich mich aber auch neueres über China und deren Kinderpolitik lernen: er ist 23 Jahre alt, Einzelsohn und hat eine sichere Arbeitsstelle beim Staat. Er möchtet aber Grafikdesigner werden und seine Eltern lassen das nicht so einfach zu, da er ja eine solide gute Stelle mit Aufstiegsmöglichkeit hat. Als ich fragte, wie er zur Arbeitsstelle beim Staat gekommen sei, er antwortete sein Vater habe das arrangiert. Somit laufen gewisse Dinge immer noch gleich.

 

Lijiang ist grundsäatzlich eine touristische Reisedestination für Chinesen. Seine Altstadt ist ähnlich wie die von Dali oder Shangri-La aber aus meiner Sicht schöner. Wie bereits bei Pai in Thailand festgestellt, möchten die Touristen "walking streets" mit vielen Einkaufsmöglichkeiten. Lijiang ist der absolute beste Beispiel davon: jedes einzelne Gebäude wurde als Bar, Café oder Restaurant aber zum grössten Teil als Shop ausgebaut. Am Tag wird es rum flaniert, konsumiert und eingekauft. Am Abend mutiert die Altstadt zur Partymeile mit den verschiedensten sehr lauten Musikstile samt Shows und es wird gefeiert. Es sind Dimensionen, die man sich fast nicht vorstellen kann. Dali wurde bekannt dank einer Fernsehsendung und bei einer chinesichen Bevölkerung über eine Milliarde ist der Ansturm gewaltig, darum weisen alle diese Touristenstädte je einen Flughafen auf und riesigen Gebiete mit Carparks, Minivan-Depots, Wohnungen und Hotels für die Hochsaison. Es ist schon fraglich was das Ganze mit China zu tun hat aber wenigstens haben die Leute Arbeit, die Touristen sind zufrieden und diese Altstädte verrotten nicht. Gewisse Eingriffe in Dali sind aber architektonisch schon gewagt und fragwürdig. Shaxi habe ich auf dem Weg zu Lijiang als Mittagessen-Stop besucht. Anscheinend hätte dieses Dörfchen schön sein müssen aber so besonders war es auch nicht, vor allem nicht nach den schönen "Palazzi" von Xizhou. Überraschend war es festzustellen, dass die Inventarisierung sowie eine Weiterentwicklungsstudie und ein schönes Modell des Dorfes im Massstab 1:600 von der ETH Zürich erstellt wurde.

 

Nach ein paar Tagen in Lijiang beim Fahrrad fahren, Steigen der herumliegenden Hügel und beim Besuch der noch fraglichen zweiten Altstadt von Lijiang namens Shuhe Chama, wollte ich sehen was "Hiking" oder "Trekking" in China bedeutet. Somit ist die naheliegende "Tiger Leaping Gorge" in Frage gekommen. Für Details siehe hier: http://wikitravel.org/en/Tiger_Leaping_Gorge

 

Dieser Gebiet, wie fast jede Altstadt oder Park in China sei der schönste, meist berühmte oder längste der Welt und es sei bei irgend welche Weltkulturerbe aufgenommen worden... Da die Vorbereitung beim Wandern/Bergsteigen sehr wichtig ist, habe ich im Internet nach Kartenmaterial mit Distanz- und Zeitangaben sowie offizielle Beschriebe und Wandererkommentare gelesen. Natürlich habe ich den anspruchsvollsten Weg mit ca. 30 km und diverse auf- sowie Abstiege bis zu 600-700 Meter gewählt. Zwei bis drei Tage waren geplant, somit locker! Bereits von Lijiang nach Qiaotou sind mir im Bus ganz vorne vier Mädchen aufgefallen. Die einte hat mir netterweise gezeigt wo die Sitznummer war. Bei der Ankunft in Qiaotou am Anfang dieses langen und sehr engen Tales ging es um die Eintrittsgebühr. Viele Fahrgäste fingen an sich aufzuregen und dem Fahrer anzuschreien: China live pur! Nachdem ein paar ausgestiegen sind, bin ich zu den Mädchen und hab' gefragt welche Wanderung sie unternehmen wurden. Sie schauten die Karte an und sagten auf Englisch nach kurzer internen Besprechung: "Wir auch! Wir auch!". Alle andere Fahrgäste sind zur Aussichtsplattform am Talboden weitergefahren, wir sind hoch gelaufen und durften die ersten 17 km mit vielen Höhenmeter genossen. Die vier Mädchen haben ziemlich schnell die Rucksäcke an den Mann abgegeben, welcher uns mit seinem kleinen Pferdeesel verfolgte. Das Wetter war eher bewölkt, die Aussichten in Ordnung und die Begleitung Klasse. Auf dem Weg waren neben Snacks, Bier und Energy Drinks sogar kleine Pfeifen und Marjuhana zu kaufen! Gegen späteren Nachmittag haben wir unseres Guesthouse erreicht und wie in Seoul oder in Costa Rica konnte ich glücklicherweise einen grossen Schlafsaal für mich alleine haben.

Am zweiten Tag war der Sonnenaufgang, ein paar Wasserfälle und schöne Ausblicke sowie Teile der Strecke und natürlich der Fluss am Talboden das Highlight. Nach dem Mittagessen sind wir dann runter bis zur Schlucht. Es konnten auch zwei klettersteigartigen Leitern benutzt werden. Immer wieder gab es diese kleine Verkaufsstellen mit Souvenirs, kalte Getränke oder Eis. Später sind die vier Girls mit einem Bus nach Lijiang zurück und ich bin zum nächsten Dorf gelaufen. Das Tibet Guesthouse hat Online gut gepunktet und somit bin ich dort hin. Am nächsten Tag habe ich die schönste Wanderung des Treks unternommen: hoch bis zum "Walnut Garden Village" und danach quer talaufwärts und runter zur Holzbrücke durch den "Bamboo Trail". Endlich einbisschen Freiheitsgefühl ohne Abfall, blöde Verkaufsstellen oder Telefon-, Elektro- und Wasserleitungen überall im Weg. Das wolkenlose Himmel und der Sonnenschein haben natürlich mitgeholfen. Es gab sogar Bergellerartige Soglio-Ausblicke und der einte Abstieg erinnerte mich stark am Seitental Lovero in meinem Heimatdorf Castasegna. Bei uns gibt es aber keine Bamboos! Diese Wanderung war nicht so gut markiert und der Teil runter zur Holzbrücke ziemlich steil. Es sind Trittsicherheit und ein wenig Erfahrung in den Bergen gefragt, darum wird dieser Teil nicht so viel benutzt. Anscheinend gab es 2014 einen Erdrutsch, die Spuren waren noch zu sehen aber das Trail war hin und wieder markiert und mit wenigen Menschenspuren zu erkennen.

 

Die nächste Etappe nach Norden war Shangri-La. Die Neustadt finde ich nicht schön und die Altstadt bereitet sich vor eine zweite Dali oder Lijiang zu werden: Um- und Neubauten sind überall zu sehen und der Flughafen steht schon. Die Bevölkerung ist hingegen ganz nett und Teil der "Minderheiten": die Gesichter und die Sprache sind anders als die Stadtchinesen, die Religion erkennt man viel deutlicher. Weitere Indikatoren, dass die Randregionen Chinas bald erreicht werden waren die verschiedene Tiere wie Schweine, Yaks, Kühen, Geissen oder Pferde frei auf die Strasse rumlaufend und die Architektur der Häuser. Ganz schöne Tibeter Häuser aus Stampflehm mit windschiefen Aussenwände und schönen ornamentierten Fensterrahmen. Das Essen war auch anders: viel mehr Milchprodukte und kein Fisch mehr. Im Tibet Guesthouse hatte ich bereits die berühmte "Tsampa" probiert bzw. zuerst selber zubereitet und dann gekostet. Mit den frisch kennengelernten 4 chinesischen Freunden im Bus von der "Tiger Leaping Gorge" zu Shangri-La haben wir die erste Nacht bei einem "family stay" verbracht. Die Telefonnummer hatte ich während der Wanderung notiert: sie war auf einem handgeschriebenen Plakat an einem Baumstamm befestigt zu finden bzw. zu bemerken! Das Haus war zwar neu aber ohne Heizung, es gab nur 4 Betten und wir waren zu fünft. Somit haben wir am nächsten Tag zu einem Guesthouse neben der Altstadt gewechselt. Ganz schön gab es da in der Mitte des kleinen Empfangsraumes einen tischartigen Ofen. Diese Art von Ofen, welchen man rundum sitzt und das Essen drauf legt, so dass es warm bleibt, finde ich ganz schön, zweckmässig und sehr funktional. Beim unserem nächsten Aufenthaltsort nördlich von Deqin fast an der tibetischen Grenze haben wir auf Grund von Aussicht, Licht und Tischofen unsere Unterbringung gewählt. Zuerst wollte ich aber den Pudacuo Nationalpark sehen. Die Saison (Winter-Frühling) ist bestimmt nicht die beste aber es gibt wenigstens nicht so viele Leute. Ganz interessant ist, wie die ganze Wegführung mittels Holzstege, Brücken und weitere Konstruktionen versehen sind. Die Natur bleibt somit 100% intakt und man kann diese beobachten. In dem dass man mindestens 1 Meter über Terrain läuft, wirkt das Ganze ein bisschen surreal, wie in einem 4D Film.

 

Die Wetterprognose war nicht so gut und da es langsam wieder nach Bangkok bzw. Bali geht und das Wetter in Süden bei Lijiang schöner sein sollte, hab' ich mich verabschiedet. Eine Chinesin, welche Anzeichen von Kopfweh oder ähnliches aufwies, vermutlich wegen der grossen Höhenunterschiede oder einfach wegen dem schlechten Wetter, ist auch nach Shangri-La zurück. Während der 9 Stunden langen Busfahrt konnte ich diesen Beitrag über meiner zweiten China-Etappe erstellen, den anderen Beitrag auf Italienisch über den Chinesen ergänzen und die Diplomarbeit-Vorgaben eines Freundes studieren. Jetzt befinde ich mich auf einem Hügel 200-300 Meter über Lijiang und geniesse die Sonne, den Wind und die Aussicht sowie das Verfassen dieser Erinnerungen und Beschreibungen. Morgen geht es mit dem Nachtzug nach Kunming und dann zum Flughafen: Auf Wiedersehen China!


Tiger Leaping Gorge © Copyright Ami Tuo Fo
Tiger Leaping Gorge © Copyright Ami Tuo Fo

I cinesi

Apr 3, 2015

Del miliardo e mezzo di cinesi esistenti ho potuto osservarne alcune migliaia e basandomi soprattutto sulla trentina che ho conosciuto più o meno bene abitandoci, viaggiandoci o lavorandoci assieme posso dire che il popolo cinese sia davvero speciale. Per più di duemila anni la Cina era rimasta immobile tramandando e mantenendo una cultura e poi l'arrivo dei comunisti a Pechino nel 1949 cambiò tutto. Non sto qui a cimentarmi su vantaggi e svantaggi della politica di Mao e quelle che ne susseguirono, più che altro voglio raccontare le mie impressioni su questi, a prima vista, timidi cinesi di oggi. Prima di tutto dopo aver rotto il ghiaccio essi sono tutt'altro che timidi. Tutti i cinesi che ho conosciuto in Tailandia, a Hong Kong, Foshan, Kunming, Dali, Xizhou, nel tempio Shaolin di Wu Wei Si, a Lijiang, Shangrila e Deqin sono stati gentilissimi e molto ospitali. L'inglese viene insegnato a scuola e quindi i giovani, molti adulti e anche qualche anziano lo parlano, chi più e chi meno.

 

Come le due lingue quasi tutti i cinesi hanno due nomi: quello cinese è solitamente formato da più parole per me a volte impronunziabili e quello inglese è semplice e divertente tipo "Cherry", "Seventy" o semplicemente "Paul". I cinesi amano le cose organizzate, questo può essere molto vantaggioso ma se si tratta di improvvisare molti non sanno cosa fare o come reagire. A volte vedevo in alcuni di loro una mancanza di quel senso dell'avventura, di scoprire le cose da sé, di provare a indovinare utilizzando la fantasia o il semplice buon senso. Quando fanno una vacanza in gruppo numerano le automobili con degli adesivi e come in un convoglio militare si spostano lungo il Paese. Per tenersi in contatto alcuni hanno delle autoradio tipo i tassisti o i poliziotti nei film. I cinesi sono molto patriottici e in fondo non c'è da stupirsi, siccome vengono letteralmente indottrinati fin da piccoli nelle scuole con inni nazionali, alza bandiera, fazzolettini rossi al collo, formazioni varie e mi chiedo quale versione della Storia venga loro insegnata. Secondo me questo attaccamento alla madre patria da noi in Svizzera manca un po' e non mi è dispiaciuto ascoltare come ogni cinese fieramente raccontava di tutte le cose belle del sua città o villaggio d'origine. I cinesi fanno molta ginnastica, soprattutto gli anziani! È quasi impossibile non incontrarne nei parchi il mattino e fare esercizi. Un pensionato che ho conosciuto bene mi ha detto che le sue 100 flessioni al giorno sono ormai una routine. Alcune donne fanno anche esercizi vari tipo Tai Chi o Chi Gong ma un'attività serale che ho visto in tutti in posti della Cina che ho visitato è lo "square dance". Solitamente ci si trova verso le 19 e per due ore circa si balla tutti in diverse righe di circa dieci persone: molto divertente ma coreograficamente impegnativo per i novizi come me! In Tailandia un'amica, facendomi notare un gruppo di giovani cinesi seduti ad un tavolo che parlavano ad alta voce, mi disse che sono un popolo molto rumoroso. Devo darle ragione perché in Cina è normalissimo gridare e parlare ad alta voce. Rutti, tante scatarrate, conversazioni al cellulare e camminate rumorose sono all'ordine del giorno, indipendentemente dall'ora o dal luogo in cui ci si trova: sia un ristorante, un hotel, una piazza, un treno, un autobus o un tempio. In più i cinesi buttano carte, bottiglie, lattine, sacchetti vuoti semplicemente per terra se proprio non c'hanno un cestino precisamente davanti al naso. Anche in questo caso non importa dove ci si trovi, Parco Nazionale o no!

 

I cinesi amano il gioco. Macao vicino a Hong Kong è il paradiso del gioco d'azzardo, une specie di Las Vegas cinese. Ma anche nei paesini capita spesso vedere delle persone giocare a dama cinese lungo dei viali o ad un altro gioco chiamato "Mah Jong" utilizzando delle tessere numeriche seduti in quattro ad ogni parte di un tavolo quadrato. Come con la ginnastica pure i giochi vengono praticati più che altro da anziani o pensionati e a mio avviso questi sono i migliori esercizi per il corpo e la mente. Mi ha fatto piacere osservare alcuni vecchi portare a spasso i loro uccelli dentro delle belle gabbie in legno e qui non posso non citare Tiziano Terzani con il suo libro sulla Cina intitolato "La porta proibita" riallacciandomi agli esercizi degli anziani: "Le gabbie cinesi, contrariamente a quelle occidentali, non hanno all'interno un'altalena sulla quale l'uccello dondola rafforzandosi le gambe. Sono i vecchi che, camminando, fanno oscillare l'intera gabbia in modo che non solo gli uccelli si rafforzano dovendosi tenere in equilibrio ma loro stessi fanno ginnastica coi polsi ed evitando così i reumatismi. Finezze d'Oriente." Alcuni vecchi fanno girare due noci o biglie di metallo tra le dita di una mano o semplicemente sgranano un rosario, soprattutto nelle zone vicino al Tibet. Una parte di cinesi non è tanto a abituata alle curve dei passi tipo il Maloja e allora come su diversi un pullman in Myanmar o a bordo di una nave in Tailandia sono stato testimone di varie vomitate, a volte di intere famiglie o addirittura di massa! Poverini, non mi è restato altro che porgergli un sacchettino di plastica o un fazzoletto di carta.

 

I cinesi mangiano coi bastoncini, questo lo sappiamo tutti credo. Ciò che avevo già imparato nelle Fiji o in Tailandia è che il singolo non mangia dal suo unico piatto con sopra il suo cibo secondo la sua ordinazione. In questi posti si pensa un po' di più al "nostro" e non solo al "mio". In Cina ognuno ha a disposizione una ciotolina e due bastoncini. Nei ristoranti un po' migliori si aggiungono un cucchiaino da zuppa, un bicchierino per il tè e un piattino per gli avanzi. Molto bello è che tutto è piccino piccino. Se ci sono i tovaglioli non sono di stoffa ma dei fazzoletti di carta o un rotolo tipo carta igienica anche a seconda del tipo di ristorante. L'ordinazione delle diverse portate viene fatta in comune e poi dopo aver riempito tutte le ciotoline di riso bianco o di zuppa, si inizia a mangiare scegliendosi il cibo dai piatti in comune con i bastoncini. A Foshan ho imparato che il più anziano inizia a mangiare prima di tutti e per la prima volta ho mangiato ad uno di quei tavoloni rotondi fornito di un supporto centrale girevole con sopra le varie portate. Ho pure imparato la cortesia nel senso che prima di servirsi il proprio tè, il proprio riso, la propria portata o anche solo il proprio fazzolettino si chiede agli altri. Questi principi a mio avviso esemplari li ho potuti perfezionare durante la settimana trascorsa nel tempio Shaolin di Wu Wei Si, imparando a mangiare tutto ciò che ci si è messi nella ciotolina senza lasciare avanzi, a tenere la ciotolina in una mano portandosi il cibo alla bocca con l'altra stando dritti senza appoggiare i gomiti sul tavolo. Al tempio era addirittura proibito parlare durante i pasti. Devo dire che molti di questi principi già li avevo imparati da piccolo. Il cibo è prevalentemente cucinato in modo sano ed è più che variegato: verdure, pesci, frutti di mare e carni di tutti i tipi sempre accompagnati da riso o pasta e della zuppa. Il cibo è davvero fresco visto che in molti ristoranti il pesce, il granchio, i gamberi come pure i serpenti o le tartarughe che di cui ci si vuole cibare sono tenuti vivi in bella mostra dentro a degli acquari, secchielli o vasche. Lo "hot pot" l'avevo già provato in Tailandia ed in Cina ne ho sperimentati molti: al centro del tavolo c'è un fornello a gas o a carbone sul quale viene posta una pentola con della zuppa. A Dali la pentola era divisa in due parti: quella centrale con la zuppa normale e quella esterna con la zuppa piccante. Dopo avere ordinato gli ingredienti a proprio piacimento elencati prima, li si fa bollire dentro. Penso che sia per questo che la nostra versione ridotta, consumata più che altro a capodanno (qualcuno sa il perché?) si chiami "fonduta cinese". Pure a tavola i cinesi sono abbastanza rumorosi e noi europei la prima volta potremo sentirci un po' a disagio poiché risucchi, masticate a bocca aperta parlando e sputacchiate di lische di pesce, ossa di pollo o artigli di zampe di gallina forse pure accompagnati da un bel rutto sono all'ordine del giorno. Nei ristoranti di classe gli avanzi si sputano dentro a dei piattini, in quelli di secondo classe sul tavolo e in altri posti addirittura per terra. Dopo un po' ci si fa l'abitudine. Nel Myanmar un amico mi disse che bisogna guardare per terra nei ristoranti: più è sporco il pavimento, più è buono il ristorante! Davanti ad alcuni ristoranti prima dell'apertura a volte ci si ritrova il personale tutto bello in riga con uno che urla per motivarli e poi con altri urli loro rispondono e si gasano, stile Giappone. 
 

Come già detto i cinesi con i quali ho avuto a che fare sono stati gentilissimi e molto generosi. Innumerevoli volte il mio pasto è stato pagato da amici appena conosciuti o semplicemente dalla persona seduta allo stesso tavolo. Più volte sono stato accompagnato a delle stazioni, addirittura all'aeroporto o mi è stato offerto un passaggio. Sono stato ospitato e trattato benissimo da amici di conoscenti e da gestori di vari ostelli e "guesthouse". In strada i cinesi usano più volte il clacson e i pedoni (come in quasi tutti gli stati tranne la Svizzera) non hanno diritti speciali. La polizia cinese ama usare le luci blu e rosse dei loro veicoli a prescindere dalla situazione. Le vie ciclabili sono molte nelle città e le bici in comune costano una sciocchezza anche se molti utilizzano dei modelli elettrici tipo bici, motorino, scooter o moto a tre ruote con rimorchio in stile ape ma senza tetto. Le istituzioni cinesi sono a mio avviso vittime della burocrazia e con loro noi poveri stranieri che siamo obbligati a riempire formulari con dichiarazioni e spiegazioni allegando lettere di invito o conferme di hotel come pure biglietti aerei di ritorno.

 
Questa mania della burocrazia e del controllo proviene sicuramente dal Governo che un tempo sapeva davvero tutto di tutti. Per questo ci volevano degli informatori e tutt'ora in Cina ci sono molti lavori ormai quasi superflui quale portiere, controllore di parcheggi pubblici, dirigenti di traffico, parcheggiatori, impiegati per la sicurezza dappertutto, guardiani di tutti i tipi, assistenti negli autobus e via dicendo. Per tutti questi lavori ci vuole naturalmente una bella divisa e i cinesi ne vanno matti, pare. Si aggiungono alla lista naturalmente gli scolari e gli studenti come la polizia e i militari. È stato divertente ascoltare il lungo discorso di benvenuto dell'assistente di bordo con tanto di fascia rossa a mo' di sindaco nel pullman tra l'aeroporto di Kunming alla stazione del treno. Combinando l'organizzazione, la burocrazia, il non sapere improvvisare e l'essere rumorosi si può diventare davvero complicati e la cosa diventa davvero seccante se si viaggia con un gruppo di cinesi. Provare per credere!

 

Il gabinetto come lo conosciamo da noi l'ho visto poco. Quasi dappertutto ci sono i vasi "alla turca" e così bisogna fare delle ginoflessioni a mezz'aria cercando di non scivolare perdendo l'equilibrio. Per noi occidentali questa posizione delle gambe e molto scomoda ma per la maggior parte degli asiatici è normalissima. Le donne lavano i vestiti accovacciate in quello stesso modo e molti uomini lavorano e semplicemente aspettano un autobus o si siedono in quella posizione. Alle ginocchia fa sicuramente bene un po' di "stretching". Molti cinesi, soprattutto donne direi, portano le mascherine per proteggersi dall'inquinamento e dai vari germi. Fa un po' senso vederle e il fatto mi aveva già colpito a Seoul in Corea del Sud. In più i cinesi sono abbastanza fanatici delle cose pulite: prima di mangiare tutti gli utensili devono essere "disinfettati" con dell'acqua calda o del tè e guai a mangiare della frutta non lavata o toccare qualunque cosa con le mani. Sarà per questo che i germi hanno gioco facile? Per quanto riguarda mobili, lampade, utensili vari e pure valigie ho constatato più che l'orribile plastica di protezione presente all'acquisto non viene tolta. Quindi trovandosi a casa di qualcuno, qualcosa di impacchettato c'è di certo. Un fatto molto carino è che ogni cinese in viaggio si porta sempre dietro una carina borraccia del tè: ce n'è di tutti i tipi, colori e forme.

 
Distributori di acqua calda anche per cucinarsi degli "instant noodles" ce n'è pure in abbondanza, direi. Quando si tratta di prendere un treno, salire su un autobus o fare una fila a volte la cortesia del "timido cinese" sparisce e più volte mi sono divertito trovandomi in una specie di ressa per salire su un autobus. Divertente pure il fatto come già constatato in Myanmar che alcuni cinesi amano farsi fare delle foto con gli stranieri, quindi non meravigliatevi se dovessi apparire su un qualche "social" cinese! Le ragazze cinesi amano i tacchi e le minigonne con o senza calze lunghe: buon per noi uomini! La pettinatura con la frangia davanti è quasi sempre la stessa. I ragazzi invece, soprattutto quelli turisti, amano indossare dei capelli in stile cowboy, solitamente della Marlboro o quelli taroccati con scritto sopra "Manlbdro"...

 

Proprio durante questi ultimi miei giorni in Cina, viaggiando con un gruppo di 5 cinesi devo constatare che il "morbo dei telefonini" è ormai inarrestabile. E in fondo i cinesi sono i produttori di tantissimi apparecchi elettronici. Quello di pubblicare all'istante le foto su un qualche "social", sia QQ o wechat visto che facebook in Cina non è (ancora) famoso come da noi, è una cosa molto alla moda: appena ci siamo fermati a fare una sosta tutti a fare foto e pochi minuti dopo era già tutto online per accaparrasi dei "likes" o dei commenti di "amici" in simultanea. Una mia amica fieramente mi spiegava che wechat è stato il primo servizio ad offrire le registrazioni vocali. Così è possibile registrare un mini file audio ed inviarlo gratuitamente a qualcuno, una specie di audio-SMS diciamo. Per il lavoro potrebbe essere utile, pensai. Quando mi disse che stava "parlando" con sua mamma però mi ha un po' rattristato la cosa. Una bella telefonata o videochiamata è meglio, no? Una volta uno si è proprio sconvolto dal fatto che non avevo un cellulare, dicendomi che fosse pericoloso siccome viaggio da solo senza sapere il cinese e che dovevo comprarne uno. Per registrasi ad alcuni servizi online il numero di cellulare è indispensabile e se uno non ce l'ha come fa?

 

I turisti cinesi come tutti i cinesi (spero) amano il cielo blu, l'aria pulita e fresca, l'acqua chiara di un ruscello ed il firmamento con le stelle e la luna. Queste cose a me sembrano ovvie, ci aggiungo pure l'acqua potabile, ma invece in alcuni posti in Cina e soprattutto nelle grandi città esse semplicemente non ci sono più. L'ultima sera con il gruppo di miei amici cinesi nel nord dello Yunnan al confine col Tibet quando iniziava a fare freschino per il fatto che ci trovavamo sopra i 3'000 metri, ci siamo seduti tutti attorno alla "stufa-tavolo" accendendone il fuoco e così tornando "alle radici" e alle cose basilari, diciamo. Pur essendo diversi su tantissimi aspetti sono queste cose basilari, semplici ed elementari che ci fanno sembrare più simili, avvicinandoci.


Wu Wei Si © Copyright Ami Tuo Fo
Wu Wei Si © Copyright Ami Tuo Fo

Shaolin Temple Wu Wei Si

Mar 25, 2015

While I was waiting for my Chinese Visa in Hong Kong, I used to chat with a friend giving her some advise about Myanmar, which I've shortly visited. After telling her that I was going to China, she sent me an interesting link about a Shaolin Temple next to Dali in the Yunnan Province. Before her an other friend told me that Dali and Yunnan Province are nice. In Foshan, when I was telling that I'll probably go to Dali, the one volunteer of the bnb stopped me an said: "I'm from Dali!". So I think it was not just a coincidence to stay one week at the Wu Wei Si Shaolin Temple next to Dali.

 

The link of my friend was really good and helpful (http://www.traveldudes.org/travel-tips/learn-kung-fu-shaolin-monks-china/60400), I knew for example that I should arrive on Friday evening because the training week starts on Saturday morning. After staying 3 days in the beautiful rural village Xizhou I made my decision and moved to the temple. It was a good decision and I spent a beautiful week far away from the crowded touristic walking streets of Old Dali. On the hill there was just the nature, the temple, the monks, the helpers, the animals and we. We were the Kung Fu or Tai Chi students. The Shaolin monks were really famous because of their deadly Kung Fu skills and Zen Buddhism's practices.
 

During the Cultural Revolution in 1966 the Red Guards destroyed all the Buddhas, painted all walls of the first Shaolin Temple in Shaolin with maoist slogans and sent all the monks working to the fields. All the Shaolin literature was burned and Kung Fu martial art was attacked from the communist ideologists and declared as "feudal rubbish". In the '60 the first Kung Fu movies made in Hong Kong reached a lot of people all over the world and with Bruce Lee the martial arts became really popular. After the death of Mao in 1976 the government saw the touristic and financial potential of the martial arts and decided to reopen the Shaolin Temple and suddenly Kung Fu was a good thing to practice: "Good for the individual, good for the home country"... [Source: "Behind the Forbidden Door: Travels in Unknown China" Tiziano Terzani, 1986]
 

For me it was an honour to learn some Shaolin Kung Fu moves and stay with the monks in the Temple. After doing Wing Chun Kung Fu in Foshan, the Shaolin Kung Fu was a completely different kind of learning because I was all time there in the temple, it isn't just 1-2 hours training and than back home or to work. A guy decided stay at the Temple, just because he watched the movie animation "Kung Fu Panda". Actually it seams to be exactly Wu Wei Si Temple in the movie, so I'm curios to see how the Shifu (Grandmaster) or the Temple looks like in the cartoon.
 

At the Temple I liked the required discipline and the rules. The day was planned like in the army: wake up at 5:30, running at 6:00, breakfast at 8:00, morning lesson at 9:00, lunch at 12:00, rest, afternoon lesson at 16:00, dinner at 18:00, rest. Before running and during the afternoon and evening rests the monks and the helpers were praying, singing and doing the religious celebrations all time. I liked a lot the peaceful location of the Temple middle in the forest with the running squirrels and tweeting birds during the day and the singing crickets and bright stars at night. I didn't like the noisy squirrels at night. I liked also the gongs of the big Temple bells and the smelling of incense which was smoking everywhere. The food was vegetarian, so I think it was first time for me eating no meat for one week! I enjoyed it: in the morning noddles with some vegetables or sauces, at lunch or dinner rice with more than 6 varieties vegetables, sometimes fried cheese, soup, sauces and kind of rice-water. One day we ate many filled steamed buns which be salty or sweet. Their name is "baozi" and they are very yummy! The living condition were very simple and basic: a small room with no electricity and no water, just a bed, a small bench and a window. We had to take to water over the Temple at a small fountain, the common restrooms and showers were not too far away. Thanks some solar panels we had hot water in the shower, so it was a kind of luxury. An other thing I liked too, like taking our own water it was, that we had to finish all the food we put in our bowl. If something fallow on the table or on the floor we had to pic it up and eat it. Sometimes it was a challenge with the chop stick for us western travellers! We had to say "A Mi Tuo Fo" to the Sifu before and after eating or when we met him in the Temple. Before doing the Kung Fu "form" (a sequence of moves, punches and kicks) we said it too. It means "Buddha".
  

One day I walked uphill through the forest and I discovered a kind of tree platform 3 to 5 meters from the bottom. Sometimes I spent my free time there between the branches in the wind. I tried to do 20-30 minutes meditation before each Kung Fu lesson as well. I liked to observe a young monk staying in his standing fighting position meditating for long time without moving. I red about how the "original" Shaolin Monks train and it's really hard. That's why Shifu could break a 10 cm thick stone with a single kick or cut down a tree with his fist!

I could learn, do and see other many things but I don't want to tell you all. You should go there and try it by your self! A Mi Tuo Fo


Foshan © Copyright Ami Tuo Fo
Foshan © Copyright Ami Tuo Fo

China: erste Runde!

Mar 12, 2015

Meine Interesse für Asien und besonders für China hat paradoxerweise in Chur angefangen. Als ich 18 Jahre alt war, entschied ich mich Kampfsport zu betreiben. Als Westliche ist mir spontan Boxen in den Sinn gekommen. Somit haben ein Freund und ich bei einem Probetraining mitgemacht. Parallel zu meiner Kampfsport-Recherchen bin ich vom Thai boxen zum Wing Chun (Kung Fu) geraten. Dies ist in erster Linie eine Kampfkunst. Es ist eine Art zu Leben wie der legendäre chinesische Grossmeister Ip Man vor und weiter gezeigt hat. Europäer sind und ticken ja anders als die Asiaten, darum wurde Wing Chun bei uns als Selbstverteidigung vermarktet und relativ teuer verkauft. Leider gibt fast kein Zusammenhang mehr mit dem ursprünglichen familiären chinesischen traditionellen Weitergeben. Darum ist meine Schule (Wing Chun Schule Chur) sowie weitere Schulen Europas aus dem offiziellen geldgierigen und zu stark marktorientierten Verein EWTO ausgetreten.

 

Zehn Jahre später bin ich mit dem Bus von Hong Kong nach Foshan gefahren. Das ist die Stadt des Grossmeisters Ip Man und es gibt noch heute zahlreiche Wing Chun Schulen. Bruce Lee war unter anderem auch hier und hat in seinen jungen Jahren vom Ip Man Wing Chun gelernt. Mir waren grundsätzlich zwei oder drei Dinge wichtig hier, in grossen China. In erster Linie Ip Mans Heimat als solches zu sehen. Danach wollte ich mit den Chinesen aus Foshan Wing Chun trainieren. Schliesslich, wie bei allen Destinationen meiner Weltreise, möchte ich sehen und verstehen (oder wenigstens versuchen zu verstehen) wie die Einheimische leben und sind. Nach fast vier Monaten ununterbrochene Reise über 14 Nationen und vier Kontinenten wollte ich irgendwo weilen. Eine Art Winterschlaf von einem Monat in Foshan konnte eine gute Idee sein. In der Wing Chun Schule spricht keiner richtig Englisch und Chinesisch kann ich auch nicht. Es war die Zeit rund ums Chinesische Neujahr, das Jahr der Ziege. Über der Webseite «Airbnb» und danach über «Couchsurfer» konnte ich nach ein paar Nächte in einem 0815 Hotel zum «Lohas bnb» verschieben. Die Betreiberin sowie die einte freiwillige Mitarbeiterin waren ganz cool. Sie konnten sogar gut Englisch sprechen und sie brauchten Hilfe. Am Schluss bin ich auch als freiwilliger Mitarbeiter geblieben. Somit konnte ich meine Hauptziele dieses Besuchs erreichen und zusätzlich habe ich neue gute chinesische Freunde kennengelernt.
 

Neujahr wird hier mit farblichen Blumenmärkten, spektakulären Löwentänzen am See, verrückten TV-Shows, zahlreichen symbolischen Geschenken und massiven Mahlzeiten gefeiert. Viele Familien kehren zum Heimatdorf zurück und treffen dort alle Verwandte. Die Farbe Rot spielt beim Neujahr eine wichtige Rolle. Die kleinen Papiertüten, die ununterbrochen aneinander geschenkt werden, sind natürlich rot. Alle Inschriften auf Türen, Toren und Tempeln sind auch rot. In Bangkok habe ich bei einem roten Kleidungsstück auf der Etikette folgendes gelesen:
 

«The Colour Red: Put some red in your life when you want more energy and protection from fears and anxieties. Red is the colour of life and vitality. It is also the colour of passion and lust. In Asia, red is the colour of prosperity and joy.»
 

Übersetzt heisst es in etwa so: "Die Farbe Rot: Bringen Sie rot in Ihrem Leben, wenn Sie mehr Energie möchten und von Ängsten und Sorgen geschützt sein wollen. Rot ist die Farbe des Lebens und der Vitalität. Es ist auch die Farbe der Leidenschaft und Lust. In Asien, Rot ist die Farbe des Wohlstands und Freude."
 

Interessant und schön finde ich aber, dass gewisse Volksglauben oder wenigstens Volksgebräuche noch vorhanden sind. In den kleinen roten Papiertüten waren aber immer Geldscheine drin. In China geht es grundsätzlich neben dem Traditionellem hauptsächlich ums Geld und Business. Nach dem Löwentanz haben ja die meisten lieber den Kopf des gelben (Gelb=Schlauheit, Weisheit) und nicht des roten (Rot=Loyalität, Rechtschaffenheit, Mut) Löwen berührt. Thailand oder Myanmar sind im Gegensatz religiöser, diese Länder haben aber eine der Art starke "Kulturrevolution" wie in China nicht erlebt.
 

Nach knapp vier Wochen Aussuchen vom lebendigen Tieren zum Essen im Restaurant, Hähnchen-Füsse zum Frühstück oder ein ganzes Hähnchen in einem Schweinemagen gekocht zum Nachtessen, viel Reis, verschiedene Nudeln, gute Suppen, Schweine- oder Rindfleisch sowie Fisch bin ich zu meiner "asiatischen Basis" in Bangkok zurück, da mein chinesisches Visum für zwei Eintritte je 30 Tagen gültig ist. Das Wochenende haben eine Freundin und ich auf der Insel Ko Samet am Strand verbracht. Die herrenlosen streuenden Hunde, den Gestank vom Abfall oder verdorbener Gegenstände sowie die Löcher in der Strasse und dort wo keine sind, die nervigen wiederholenden pyramidenförmigen Asphalterhebungen um dem Verkehr zu verlangsamen, habe ich nicht besonders vermisst. Der Taxifahrer wollte uns etwas zum Hotel nicht verraten. Am Anfang war es lustig, aber danach weniger. Er habe zuvor etwas gemurmelt. War das Hotel nicht gut? Oder war der Strand zu weit weg? Es ging um Gespenster! Anscheinend gäbe es dort einen! Dies zeigt wieder, wie die Thailänder sind. Für uns Europäer sind gewisse Dinge nicht zu verstehen oder wir glauben nicht mehr daran. Wir sind aber nicht so unterschiedlich, wenn man gut überlegt. Bei uns gibt es auch Geschichten und Legenden über Monstern und Kreaturen aus dem Wald oder den Bergen. Wir nehmen diese nicht mehr so ernst wie hier.
 

Meine Freundin aus Thailand wurde im Jahr des Hundes geboren. Ich im Jahr des Büffels. Anscheinend stehen wir dieses Jahr (Jahr der Ziege) im Kontrast. Zurück in Bangkok sind wir zum Tempel in «China Town» gegangen. Nach dem Anzünden einer bestimmten Anzahl von Rauchstäbe vor verschiedenen Götter, viele Kurzgebete, Schreiben eine Art Brief, Vertreiben das Schlechte/Böse und diversen Gaben, alles ist wieder gut für uns. Am 4. März ist es Vollmond des dritten Monats und bei den Buddhisten wird es eine Feier zum Gedenken an die spirituelle Gemeinschaft (Sangha) stattfinden. Bei dieser Zeremonie konnte ich beim einten Tempel auch mitmachen. Ganz schön die Blütenblätter der Lotusblume einzeln falten, um danach bei einer Buddha-Statue hinlegen. Nach der Spende an einer Wohltätigkeitsorganisation sind wir zum Nachtessen. Die einte Freundin konnte es fast nicht mehr aushalten kein Fleisch zu essen. Für diesen einten Tag, beschloss sie Vegetariern zu sein. Anscheinend passt das nicht so zu ihr.
 

Die zweite China-Runde hat bereits angefangen. Nach der Ankunft Kunming (Yunnan Provinz) und einem kurzen Stadtbesuch bin ich direkt mit dem Nachtzug nach Dali. Von Dali bin ich zu einer Freundin ins wunderschöne rurale Dorf am See namens Xi Zhou mit diversen Bussen gefahren. Der blaue Himmel, die frische Luft, die endlosen Reis- und Knoblauch-Felder, die pfeifenden Schwalben, die warme Sonne, das Geräusch der Wellen des Sees, die leichte Brise, der Morgenmarkt, der frische Käse, die hausgemachte Pizza und Reisnudeln, die Grillen am Abend und die Sterne mit dem Mond sind tausendmal besser als die grösste Stadt. Ich mich beschliesse mich nicht mehr Beijing oder Shanghai zu besuchen. Ich möchte nicht mit einer Schutzmaske rum laufen, weil die Luft so verschmutzt ist. Die Hochhäuser müssen warten! Die Aufregung ist spürbar, da am nächsten Tag eine neue Herausforderung angesagt ist: eine Woche lang in einem Shaolin Kloster: A Mi Tuo Fo!


Hong Kong © Copyright Ami Tuo Fo
Hong Kong © Copyright Ami Tuo Fo

Business, shopping ed ebeti dipendendi dalla tecnologia

Feb 5, 2015

Dopo aver fatto una settimana di "ferie" rilassanti a Bangkok e dintorni, che piano piano inizio a conoscere, sicuramente anche grazie agli amici conosciuti sul posto, ora mi trovo a Hong Kong.

 

Il clima è più rigido di quello di Bangkok e dopo mesi di pantaloncini corti ho l'occasione di indossare quelli lunghi! Ha pure piovuto un po' di tanto in tanto. La città di Hong Kong è praticamente suddivisa in due parti: una è un'isola e l'altra fa parte di una penisola più grande confinante con Shenzhen, cioè la Cina vera e propria. Le due parti sono collegate tramite dei ponti, metro sottomarina e traghetti vari. Siccome ho un contatto pure a Shenzhen e grazie alla perfezione/preparazione dei cinesi ad organizzare cose e ad accogliere ed intrattenere gli ospiti, ho avuto l'opportunità di conoscere e vivere un po' Hong Kong dal punto di vista della gente del posto e della vicina Cina. In poche parole Hong Kong è una megalopoli fissata sul commercio, il business e lo shopping sfrenato. Non parliamo del gioco, scommesse e corse di cavalli: credo di sapere dove vanno a finire i soldi dei pensionati! Pensare che una volta qua ci abitavano solo dei pescatori... I prezzi sono molto alti, a volte più alti che in Svizzera. Il motivo delle diverse manifestazioni e proteste che si sono tenute e sempre ancora si tengono è l'aumento disumano dei costi, soprattutto degli affitti.
 

Un fatto spaventoso e preoccupante che già ho notato a Bangkok è la dipendenza assoluta dalla tecnologia. In metro praticamente tutti guardano ininterrottamente sullo schermo di un cellulare o tablet. Per entrare e uscire ci sono frecce, segnali e linee che separano divrse corsie come in autostrada. Numerosi cartelli indicano degli esercizi da fare con il collo per evitare problemi seri futuri causati dalla posizione presa durante la lettura di messaggi o il divertimento con i vari giochini e app. Quando ho iniziato a studiare a Coira ho conosciuto molta gente sui mezzi pubblici, ancora oggi ci si dice: "Hey, noi ci conosciamo dal bus nr. 3 verso Masans!". Mi sa che tra non molto - e pure da noi in Europa - ci si conoscerà solo sui social networks... Ieri in un ristorantino ho dovuto constatare che sarà dura a rimanere senza tecnologia: una famiglia composta da padre, madre e figlioletta stava cenando. Una bella immagine, no? Purtroppo un po' rovinata dal padre che parlava con qualcun'altro usando gli auricolari, la madre che digitava sul cellulare e la figlia di 4-5 anni che giocava su un tablet. Alla mia sinistra sedeva un'altra madre con sua figlia, anche lei al telefono naturalmente. Ha fatto aspettare la bimba affamata, visto che di tanto in tanto - senza farsi troppo vedere dalla mamma "occupata" - cercava di azzannare o succhiare della salsa dall'involtino sul piatto. Giusto il tempo di togliere l'alluminio da questa specie di wrap che la mamma inizia a digitare. Per scattare un selfie della bimba mentre faceva OK con il pollice non si è dovuto aspettare per niente.

 

I primi 4 giorni li ho passati a nordest sull'isola a Fortress Hill, zona bella e calma diciamo. Proprio davanti al mio ostello passava il tram originale a due piani alto e stretto. Belli anche gli interni in parte ancora in legno. Siccome per il visto cinese devo aspettare alcuni giorni e non c'erano stanze libere all'ostello mi è toccato di cambiare così ho optato per la penisola in una guesthouse a buon prezzo e promettente su Nathan Road nel gigante edificio "Chungking House". Appena uscito dalla stazione della metro la musica è cambiata: "Rolex copy? Watches? Tailor suit? Ashish? Looking for women? Massage? Anything else sir?" Alla fine ho ceduto sul completo fatto su misura ed ho optato per L&K, uno dei tanti sarti della zona. Dopo una prova intermedia lo stesso giorno due giorni dopo ho ritirato giacca, pantaloni e camicia fatti a mano su misura con le stoffe scelte in precedenza (lana di Kashmir, seta e cotone di bambù). A prima vista/prova tutto ok. Vedremo in futuro se ne è valsa la pena, vabbè intanto il sarto si chiamava Bruce Lee!
 

Con le camere ho avuto fortuna: nel primo ostello avevo riservato un dormitorio da 8 persone e mi hanno dato un upgrade a camera singola! Il letto come tutto il resto era minuscolo, ma meglio del dormitorio per certo. Invece qui nel mega edificio gestito quasi solo da indiani e musulmani mi aspettavo una camera da 4 e invece mi hanno dato una doppia con uno spazioso letto a castello: perfetto! Oggi dopo una corsa di un'ora sul molo, un po' di work out e meditazione nel parco mi sono conceduto un massaggio e una specie di aroma terapia con quelle candele che si ficcano nelle orecchie. Molto rilassante. È stato pure bello conoscere i miei compagni di stanza: con quello della Repubblica Ceca ho pure visitato un tempio e un bel giardino cinese, con quello attuale giapponese invece beviamo solo birra!
 

Domani parto per Foshan, il paese nativo di Ip Man: il grande maestro Wing Chun Kung Fu e tra l'altro istruttore di Bruce Lee. Se non lo conoscete leggete su Wikipedia oppure guardatevi i nuovi bellissimi film appunto intitolati "Ip Man" con un bravissimo Donnie Yen nella parte del maestro. In Cina mi tocca rifesteggiare l'anno nuovo, visto che qui l'anno della capra inizia solo settimana prossima, quindi buon anno a tutti: meeeeh!!


Yangon © Copyright Ami Tuo Fo
Yangon © Copyright Ami Tuo Fo

The Buddhist way to the globalization

Jan 20, 2015

Between 11 AM and 2 PM it's really warm here in Dawei, but after spending more than two weeks in this country I've learned where to go: to the Pagoda. It doesn't matter in which city you are. All Pagodas are mostly well located, good to reach and the atmosphere is unique. The birds tweet around and there is a nice breeze under the shadow in front of a Dhyana meditating white Buddha. A girl with his younger brother is "sharing merits" using the bell on the nice square around Pagoda: "Dooong-Dooong-Dooong". I'm observing a kid praying with her mother. After spilling some water on smaller Buddhas two teenage girls smiling ask me for a picture together.

 

Foreigners are really welcome in Myanmar and I rarely felt like one. Everyone kindly says "Hello", "How are you" or "Goodbye". Young girls and boys mostly smile to you, shy girls look down to the floor. Adults are nice and polite as well. Children are just children: beautiful and curious.
 

The second night in Myanmar I shared one of those small plastic tables from a typical street food restaurant. Life happens, fully and loudly, outside on the street here. Later I was sharing local food with the guy sitting in front of me, drinking Myanmar beer and smoking cigarettes on his invitation. No way trying to pay the food or at least one drink. I never spent a day without an enjoyable fully natural interaction with locals. In Yangon, a girl took me around in the market and helped me choose a white shirt and a two nice "longyis" (sheet of clothes worn around the waist). In Bagan, another young girl showed me the way to the top of a temple explaining the religious paintings. A group of kids helped me finding another temple for enjoying the sunset. In Mandalay, on the way up to the Hill, I met two students. They are often there - walking up and down the 1729 steps - talking with strangers improving their English skills. The next day one of those guys took me around with his motorbike and showed me many highlights of the region. In Mawlamyine, it was great watching young monks playing football. In Myeik, I played myself with the children of an entire school class on an island. In Dawei, I did some workout every morning on the pier with a local, watching the sea before sunrise. One day I invited my favorite trishaw driver for a short breakfast before visiting Bilu Kyun Island.
 

Burmese people are mostly smiling and love to share food, water or experiences in a way the western world forgot. They would never ask for money. Sometimes I gave to my "personal guides" a small amount of money anyway. If not I paid for lunch or gave them a small gift. A kind of donation, which is good for the "karma" and the "merits". During my last night in Myanmar, I could visit some local houses and I really liked it.
 

Probably it's time for me to change country, because I like the longyi, I started to put some Thanakha on my face and right now, when my roommate asked me for some water, I just answered with a typical Myanmar "Hmm" sound, which means a lot of things depending on the situation. I got used giving some 100 Kyats notes to the children or monks walking around with the shining donation bowls. I gave my last gold leafs from Mandalay to three young girls and to an English friend, who asked me for some. He's going to attach them on a Golden Buddha.
 

My first day in Myanmar was the 4th of January (National Independence Day here) so there were music and dancing everywhere on the streets of the capital city Yangon. A group of people literally "took" me, offering some beer. They made me dancing and started taking pictures or filming with their mobile phones. Even the police officers were friendly asking many questions and checking my Passport before starting the bus ride to Myeik. There were many other unique situations, which make this country and the Burmese population special.
 

Of course, there are similar situations in Switzerland, but maybe I didn't really realize it. For sure there is more egoism and less open mind. It would be great to learn from each other.
 

I experienced strange or unusual situations too, like the crazy freezing Air-Con, really loud TV/Music and non-stop horn sounding on the buses. Once I slept outside on a balcony and once in a small Buddha room because the guesthouse was full. I always tried to see the positive aspects: waking up facing nice palm trees with a red sunrise in the background or have the honor to sleep in the Buddha room. Those are good things. It's not a tragedy if people were loud all night, if the mosquitos woke me up or if there was no warm water. This morning there was no water at all!
 

There were other foreigns, of course, so sometimes we were together. By the way, I don't feel like a Tourist anymore. I'm a Traveler now, like my Peruvian guide Alim taught me in South America. I was really feeling sorry for some hotel guests complaining about the bed asking to change room. After checking out one couple was complaining about service, which could be better, they said. The wifi doesn't work? Apocalypse! A guy decided to change hotel because of a 1US$ price difference and the next day he was complaining about something else of the other hotel. Convinced vegetarians asked on a spartan island if the food during the tour would be "organic" and their special wishes were changing all the time.
 

One morning at 4:00 AM after waking up the hotel staff and probably all the hotel guests as well, two new girls were just "checking the room" and loudly started discussing if they had to pay for this or next night: I just left my luggage there and went straightway to a Tea House watching the city slowly waking up. There I met an old Chinese man which is running a big carpet shop. Later an old man came to me - warmly gripping my hands - and said: "Thank you, thank you for visiting my country". After the tasty morning tea, I was sharing a Tuk-Tuk with an overstayed "Rock&Roll American", two other guys riding to the beach. Which one is the best way to start a day in a new city, in a new place you are visiting?
 

I would just complain about the breakfast. Most guesthouses or hotel don't serve a local or typical breakfast but a kind of international mix. Probably because Burma was a British colony and of course because of the "complaining tourists", which mostly want to eat the same food like at home. For some tourists, it would be great even if the locals would speak the same language like them.
 

But in Burma, there are bigger problems than an international breakfast. An acceptable and sustainable waste disposal doesn't exist at all and the pollution is big. The efficiency of the public transportations/roads/cities is bad and stray dogs are everywhere. Corruption, drug traffic and much more are for sure still happening. The last religious unrest was in July 2014. There is even no really highways yet down to the south. The biggest bridges are provisory and the rudimentary roads slide from the jungle through wooden villages and gum tree plantation. Everywhere gravel heaps waiting for the coming asphalt. The country is still growing, building, developing. Unfortunately opening the borders to the world and to the tourism include negative effects, like the globalization, which change everything.

 

Not anymore "the Buddhist way to the socialism", like general Ne Win said 1962 but "the Buddhist way to the globalization". I'm happy having seen Burma without Mc Donald's, Star Bucks or Seven 11! Let's see if the Burmese people are strong enough to keep some of their best qualities.
 

Even if there is a TV in each bar, house or bus; even if it's possible to buy all kind western products; even if everybody has a mobile phone and is using Facebook: I hope to go to the colorful and intense local markets in the morning. Smelling the flowers, drinking the typical sweet tea and watching a man deep frying the various typical snacks. Sharing looks with beautiful Thanakha girls. Going to a Pagoda or a temple and pray or meditate. Saying "Mingalabar" (hello) to a man, proudly wearing his "longyi" with a nice white shirt. For sure he will be chewing the typically filled leaves, which turn the color of tooth and lips in a yellow-orange tone. I hope to have typical street food while kids are playing football, girls are playing badminton and families are riding on a single motorbike in pajama on the street until night.


Pai © Copyright Ami Tuo Fo
Pai © Copyright Ami Tuo Fo

Khop Kun Krap!

Dec 30, 2014

Am Schluss bin ich für Silvester gleich nach Bangkok zurück. Einseits weil ich noch zwei/drei Sachen sehen möchte und auch weil am 3. Januar mein Flug nach Yangun/Burma feststeht. Somit ist es besser bereits in der Nähe des Flughafens zu sein und nicht irgendwo auf einer Partyinsel.

 

Die Partyinsel habe ich gesehen und wie! Ko Phangan wurde damals wegen dem Fullmoon Party berühmt. Einmal in Monat, eben beim Vollmond, gab es eine Party am Haad Rin Strand. Diese ist mit der Zeit anscheinend zum grössten Beachevent der Welt gewachsen. Aus meiner Sicht ist sie nicht gewachsen sondern eskalier, schlimmer kann es fast nicht werden: Halfmoon Party, Colormoon Party, Shivamoon Party, Blackmoon Party, Jungle Party und und und! Irgendwelcher Grund ist gut genug um Party zu machen. Jeden Tag Party. Die Musik war gut aber neben dem Tanzen geht es ja halt meistens auch oder nur ums Saufen, was nicht so schlimm ist, weil da viele Drogen konsumiert werden. Am Morgen sind die für Touristen massgeschneiderten sogenannten "Walking Streets" wortwörtlich leer. Erst gegen früheren Nachmittag tauchen die ersten Gästen auf, die meisten mit weissen Verbänden an den Armen und/oder Beinen, weil sie entweder mit dem Roller oder mit den Feuershows am Strand einen Unfall hatten. Ein ehemaliger Taxifahren hat mir erzählt, dass ab und zu die Leute zu betrunken sind und vergessen links zu fahren. Bei der einten scharfen Kurve fliegen die Roller bis auf die Dächer der unterstehenden Bungalows wie beim Fantozzi-Film während der Coppa Cobra bei der "Trattoria al Curvone".
 

Das sinnlose Rumfahren mit den günstigen Roller (150 baht pro Tag, ca. 5 USD) finde ich total bescheuert und einfach blöd. Die Thailänder an sich laufen auch nicht so gerne aber sie können wenigstens fahren. Da alle Touristen mitmachen sind die Trottoirs ein Fremdwort und wenn man zu Fuss unterwegs ist, kann es ab und zu eng werden. Ganz lustig habe ich diese Pseudo-Hippies in Pai nordens Thailand gefunden: einerseits möchten sie die Welt retten und weiss ich was aber dann machen sie beim Rollergefüge auch mit. Aus Prinzip habe ich somit bis jetzt noch keinen Roller gemietet und ab und zu laufe ich anstatt immer einen Taxi zu nehmen. Einerseits ist es teurer und ein bisschen Fitness schadet nicht, vor allem wenn man 9 Monate unterwegs ist.
 

Gestern habe ich zum Beispiel relativ spontan mit einem guten Freund aus Chur und seiner Freundin in Ko Tao abgemacht. Sie stationierten aber auf der anderen Seite der Insel (laut Karte 6-8 km und +/- 200m). Zu Erst wollte ich einen Roller mieten, vor allem um Zeit zu sparen. Ich musste mich widersprechen, weil es nach 4h Schlaf und 5 Tauchgänge (zwei davon tiefer als 25m) mit Übungen/Aufgaben für meinen "Advanced Open Water"-Kurs in den letzten 20h ein bisschen zu viel war. So bin ich einfach in die Stadt gelaufen, da meine Freunden so oder so für zwei Snorkel-Set gebeten haben, und hab' mal nach einem Taxi gefragt. Der Taxifahrer, welcher mit dem Schild auf Kunden wartet/immer wieder ruft: "How many person? Only you? 800 baht." Meine Antwort: "To much. Kop kum kap." (Mit 800 bath gehe ich 10 mal essen! Mit 800 bath schlafe ich 3-4 Nächte in einem Hostel! Mit 800 bath fahre ich von hier fast bis zu Bangkok!) Da es mir nach dem Laufen schon viel besser ging, bin ich mit Karte in der einten Hand und Stoppuhr in der anderen weitergelaufen. Nach 10' konnte der effektive Zeitaufwand dieser "Inselwanderung" geschätzt werden: 50' bis 70'. Kurz vor Ende der Hauptstrasse durfte ich mit einem Brasilianer bis zur Tanote Bay mitfahren, wo meine Freunde aus der Schweiz ganz gemütlich auf zwei Stoffklappstühle auf mich warteten: "Snorkeln, Duschen, Trinken, Reden, Essen und Geniessen." Das haben wir gemacht! Gegen 21:30 bin ich langsam nach Hause zurückgelaufen, dank dem Halbmond und den klaren Himmel war die weisse sandige "Dirtyroad" mit all seinen Kurven im Kontrast zur dunklen Jungle gut zu erkennen. Strassenbeleuchtung gab es keine, dafür geb es immer wieder Stolperlöcher und Wasseransammlungen der letzten Niedergängen. Dies war für mich eine typische Thai-Strasse und nicht die künstlichen SEVEN11-"Walking Streets".
 

Ziemlich bald durfte ich wieder mit einem Deutschen bis zum Hafen/Pier mitfahren um wieder die letzen 2-3 km zu Fuss unternehmen. Der Brasiliaren habe ich wieder gekreuzt, er ginge zum Party am einten Strand. Ich bin zur Sun Set Bar, auch am Strand, in der Nähe meines Resorts gelaufen. Dort gibt es schöne Feuershows und gute Musik. Die Menge war für erst 22:00 bereits relativ alkoholisiert und es war lustig zuzuschauen, vor allem beim Limbo! Ziemlich schnell bin ich mit einer hübschen Indonesierin aus Giacarta ins Gespräch gekommen. Sie war an jenen Abend auch Wassertrinkerin. Wir haben uns auf einem freien Teppich ganz vorne auf diesen genialen dreieckigen gepolsterten Kisschen hingelegt und die Feuershow, die Sterne und den Mond geschaut. Immer wieder zeigte sie mit dem Finger auf die hinaufgehende Glücksbringer-Heissluftballone, welche in den Himmel am Horizont über dem Meer immer kleiner wurden. Danach noch einen Drink und alle brav schlafen gehen. Ein ganz schöner Abschied von Ko Tao: die Insel wo ich offiziell Taucher wurde! Ich freue mich schon bei Plaun da Laj am Malojasee runter zu gehen!!
 

Somit geht die Reise Thailands langsam zu Ende: ganz schön der Umphang Trek mit dem Rafting, Camping, Wasserfall, Jungle und den Elefanten. Weniger chaotisch als Bangkok die Stadt im Norden Chiang Mai und schön war die Aussicht beim "Darling View Guesthouse" in Pai. Intensive Tauchertage (und Tauchernächte!) beim wunderbaren Strand mit guten Leuten durfte ich bei "Coral Grand Resort" verbringen. Biken, Thai Kochkurs und der schöne lokale Markt haben mir in Ko Phangan positiv beeindruckt. Wunderbares Freiheitsgefühl heute mit dem Schiff*, der Sonne und dem Wind! Der Schriftsteller Tiziano Terzani hat mir mit seinem Buch "Un indovino mi disse" (English/Deutsch: "A fortune teller told me") immer bestens begleitet*. "Khop Kun Krap!" (Danke!)
 

*[Evviva le navi! Con il loro ansimare, scuotere, sospirare; con il loro gioire delle carezze delle onde, con il loro godere nell'amplesso del mare, le navi sono a misura d'uomo. Teniamole in vita come una prova d'amore. Usiamole per far felici gli ultimi romantici.]
 

Hoffentlich stimmt die Übersetzung, sonst bitte ich Bille um Hilfe/Korrektur (10 baht/h XD):

*[Es leben die Schiffe! Mit ihrem Keuchen, Schütteltn und Seufzen. Mit ihrem Jubeln der Liebkosungen mit den Wellen, mit ihrem Genuss der Meeres Umarmung. Die Schiffe sind menschlich massgerecht. Lassen wir sie als Beweis der Liebe leben. Benutzen wir sie um die letzten Romantiker zu beglücken.]


Korolevu © Copyright Ami Tuo Fo
Korolevu © Copyright Ami Tuo Fo

Bula, bula!

Dec 9, 2014

Tutti gli amici che mi avevano consigliato le Fiji avevano proprio ragione: un paradiso terrestre! Questa destinazione l'avevo pianificata per "riprendermi" dal viaggiare senza sosta dopo i primi due mesi del mio viaggio. Quindi ho optato per un posto calmo, rilassante e con una bella spiaggia. Il Crosue's Retreat è situato circa un'ora e mezza da Nadi ed è isolato dal mondo: pace totale. Quello che non sapevo è che a pochi metri c'è il piccolo villaggio Korolevu che ha le dimensioni di Castasegna. La maggior parte degli impiegati dell'hotel vengono da lì.

 

Arrivato di prima mattina dopo il lungo volo da Los Angeles e dopo aver "perso" un giorno per via del fuso orario ero abbastanza provato. Meno male che strada facendo il simpatico tassista Tohid che era "on Fiji time" ha proposto di fare una sosta caffè. Negli USA era abbastanza difficile trovare un buon espresso e a mia sorpresa il caffè delle Fiji era il primo caffè decente bevuto da tempo! Dopo aver fatto il bis di "one shot" espresso abbiamo ripreso il viaggio verso la Coral Coast passando per le piantagioni di canne da zucchero e i vari villaggi. Arrivati ho gentilmente dato la meritata mancia a Tohid e dopo l'accogliente saluto dello staff dell'hotel con collana di conchiglie mi hanno mandato al buffet della colazione. Già in aeroporto sentivo un'aria "positiva" o di contentezza, c'era pure un'improvvisata live band di benvenuto e già là ricevetti la prima collana di conchiglie. Pure Tohid era raggiante per tutto il viaggio e i discorsi intrapresi con lui erano interessanti. Fino all'ultimo giorno delle mie vacanze alle Fiji quest'aria o questa sensazione positiva mi ha accompagnato con tutti i simpaticissimi abitanti del villaggio.
 

Arrivato di prima mattina dopo il lungo volo da Los Angeles e dopo aver "perso" un giorno per via del fuso orario ero abbastanza provato. Meno male che strada facendo il simpatico tassista Tohid che era "on Fiji time" ha proposto di fare una sosta caffè. Negli USA era abbastanza difficile trovare un buon espresso e a mia sorpresa il caffè delle Fiji era il primo caffè decente bevuto da tempo! Dopo aver fatto il bis di "one shot" espresso abbiamo ripreso il viaggio verso la Coral Coast passando per le piantagioni di canne da zucchero e i vari villaggi. Arrivati ho gentilmente dato la meritata mancia a Tohid e dopo l'accogliente saluto dello staff dell'hotel con collana di conchiglie mi hanno mandato al buffet della colazione. Già in aeroporto sentivo un'aria "positiva" o di contentezza, c'era pure un'improvvisata live band di benvenuto e già là ricevetti la prima collana di conchiglie. Pure Tohid era raggiante per tutto il viaggio e i discorsi intrapresi con lui erano interessanti. Fino all'ultimo giorno delle mie vacanze alle Fiji quest'aria o questa sensazione positiva mi ha accompagnato con tutti i simpaticissimi abitanti del villaggio.
 

All'annuale "festa del paese", un po' come la nostra, sono stato invitato da una famiglia a casa loro per pranzo. Io subito ho accettato ed ho pure chiesto di voler vedere come facevano i preparativi etc. La sera prima con le foglie di palma e fiori sono stati addobbati i numerosi pali del gazebo esterno. Già da un paio di giorni era permesso pescare nella zona solitamente protetta e in mattinata del gran giorno si accendeva il fuoco per riscaldare dei sassi: questo è l'inizio della preparazione di un "lovo". Simile ad un'antica tecnica di cottura romana già sperimentata anni fa a Cavloccio e diffusa pure nelle isole vicine alle Fiji, si tratta in sintesi di creare un forno, uno steamer naturale. Il diametro alla base del nostro lovo era di circa 1,5m dopo aver posato sulle pietre delle patate del posto, verdure varie dentro a gusci di noci di cocco, pesci ripieni avvolti o meglio detto intrecciati in foglie di palma ed altre specialità il tutto veniva ricoperto con grandi foglie ed infine con un telo. Dopo un'ora e mezza circa la cottura era a puntino ed il tutto veniva servito e presentato su tanti piatti nel mezzo di una stanza su una tovaglia per terra sul tipico tappeto di foglie secche di palme intrecciate. Sedendoci attorno a questo banchetto e dopo la preghiera abbiamo iniziato a mangiare in Fiji style, cioè senza posate ma solo utilizzando le mani. Era pure il giorno del mio compleanno ed ero molto felice di fare parte di questa speciale giornata per il villaggio. Più tardi facevamo dei giri del paese salutando gli amici e mi sono pure fermato a bere del "cava": la bevanda tipica delle Fiji. Sia la preparazione che la consumazione di questa speciale bevanda un po' afrodisiaca è tutta regolata e c'è da seguire uno specifico rituale.
  

Dopo la festa di giorno in giorno ogni passavo per il villaggio e amavo giocare con i bambini o bere del the o caffè con i genitori o nonni di essi. Alle Fiji ho pure fatto la mia prima immersione da sub e per iniziare col botto abbiamo visto uno squalo! Tra una settimana ho intenzione di continuare le immersioni nel sud della Tailandia. La sera prima della mia partenza sono di nuovo stato invitato a cena e dopo aver fatto un piccolo regalo alla mia amica famiglia ci siamo scambiati gli indirizzi facendoci degli auguri e sperando di rivederci. Sicuramente tornerò a Korolevu in futuro. Dopo le Fiji ho fatto uno stop di 3 notti a Seoul e per la terza volta dopo Sudamerica e Nordamerica ho visto la neve. Questa volta l'inverno l'ho pure sentito visto che faceva -9 gradi il mattino! In Corea c'è pure stato il cambio di religione e cultura. Belli i palazzi e i templi vari. Qui a Bangkok invece fa molto caldo ed è umido. La sera è un inferno, quasi non si respira. L'altro giorno era il compleanno del venerato re e quindi ci sono sue immagini gigantesche con grandi cornici d'orate dappertutto. All'arrivo siamo passati di fronte al palazzo reale: uno spettacolo di luci e colori bellissimo.

 

Domani parto per il nord nella zona montagnosa di Umphang a fare trekking, rafting e giri in elefante! Poi andrò a sud a fare sub sull'isola di Koh Tao e per Natale sarò pronto per il famoso Fullmoon Party a Koh Phang! Dopo capodanno mi sposterò in Burma e in gennaio si vedrà! Proprio poco fa sono andato a ritirare il mio "visa" e tutto è a posto. Eravamo più di 300 turisti in fila senza contare i tailandesi! Oggi per pranzo ho mangiato tipico thai in un ristorante locale e per del riso, carne, salsa, verdure, zuppa e un'acqua ho pagato meno di 2 CHF! Pensare che più tardi, dopo essermi "imbucato" in una piscina sul tetto di un grattacielo un espresso costava più del doppio... Ieri invece ho avuto l'onore e il piacere di uscire a cena con un'ex-collega di lavoro che da 3 anni e mezzo lavora quale "flight attendant" per la Swiss; ci siamo divertiti ed è stato bello rivederla proprio qui a Bangkok. ลา เพื่อนของฉัน (arrivederci amici).


Yosemite © Copyright Ami Tuo Fo
Yosemite © Copyright Ami Tuo Fo

"L'é bri paia mèt": Back to the origins!

Nov 23, 2014

...und die drei Wochen in den USA sind schon vergangen! Über 3'000 Meilen lang konnte ich die Zeit in riesigen Städten, wunderschönen National Parks, Strände, Bergen, Seen, sei es mit Schnee, Sonne, ein wenig Regen, Kälte oder Wärme, Parties in berühmten Clubs und manchmal einfach mit der Ruhe der Einsamkeit verbringen. Gestartet und beendet ist meine Westcoast-USA-Reise in LA, eine Stadt welche ich irgendwie lieb habe. Gerne laufe ich die Boulevards und Avenues hoch und runter: die einten sind sehr busy und die anderen sind leer. Viele neue Freundschaften wurden abgeschlossen: Leute aus der Schweiz, Italien, Schweden, Spanien, Island, Australien, Alaska usw. Zusätzlich wurde ich vom ausgewanderten Bruder meiner Tante in Los Banos (CA) wie einen Sohn behandelt und der Dialekt aus Gordona hat wieder in meine Ohren geklingelt: Back to the origins!

 

Während drei Tage konnten ich Wildtiere beobachten, das Yosemite National Park besuchen und die Übergrosse von zwei gigantischen Einkaufszentren bewundern. Das "Pro Bass Shop" ist fast wie ein Naturmuseum mit all den Tieren und Aquarien! Zusätzlich konnte ich besser verstehen wie die Amerikaner leben und wie es so hier funktioniert. Nach Plan hätte ich vor San Francisco nach Yosemite fahren sollen aber die Strasse 120 war wegen dem Schnee geschlossen und so habe ich kurzfristig meine Route geändert. Nach den verrückten Nächten in Las Vegas bin ich (Notabene mit einem Casino-Abschluss von +80$) nach Bishop durch die Death Valley gefahren. Leider ist die Death Valley in Herbst/Winter nicht so spannend, am Besten geht man im Sommer dort hin wenn's ganz schön heiss ist und wenn die Kaktus blühten. In Bishop habe ich übernachtet und mit einem lustigen Fischer gefrühstückt: er hat mir einen "Louisiana-Tost" auf seine mobile Pick Up-Küche zubereitet. Ich habe das feine Essen mit Cookies und Orangensaft für beiden ergänzt. Der Schnee war auf den Bergen zu sehen und die Temperatur ist schon noch kühler geworden. Das die Strasse 120 immer noch geschlossen war, bin ich über Lake Tahoe nach Reno gefahren. Dort habe ich in einem schönen Hostel geschlafen: "Wildflowers" heisst es und es ist mit Kunstgalerien, deren Künstler und mit Live Music "geschmückt". Nach interessanten Gesprächen im kleinen Café bin ich am nächsten Tag gegen Mittag nach San Francisco gefahren. Alle schwärmen von dieser Stadt: ehrlich gesagt finde ich sie OK aber so der Wahnsinn ist sie auch nicht. Am ersten Tag habe ich mit einer Freundin aus Schweden Downtown besucht. Gegessen haben wir in einem lebendigen Restaurant in China Town: die Menu-Karte musste ich nicht lesen, da diese Chinesen einer nach dem anderen mit fertig zubereitet Gerichte rumgerollt sind und ich musste nur ja oder nein sagen :-) Nach einer kurzen Ruhepause sind wir am Abend ins Kino gegangen: wir haben uns für "Nightcrawler" entschieden, da es in LA gedreht worden ist und wir haben uns dort kennengelernt. Es war cool manchmal die Strassen oder in den ersten Minuten das Observatory über Hollywood zu erkennen. Ganz cool war es, wenn der Hauptdarsteller mit einem roten Dodge Challenger aufgekreuzt ist: genau wie mein Rental Car! Nach einem Bier habe/musste ich sie nach Hause begleiten. Bewusst habe ich "musste" geschrieben und dies nicht weil ich ein Gentlemen bin (das ist ja klar, haha!) aber weil die Gegend voll mit Obdachlose, die sogenannten "homeless", belegt ist. Dies ist ein bisschen eine dunkle Seite der nordamerikanischen Grossstädte. Am nächsten Tag sind wir das "Scenic Drive" mit verschieden Stops gefahren. Vor dem Mittagessen habe ich sie beim Einchecken in meinem Hostel chauffiert, da sie Angst hatte im anderen zu bleiben. Falls ihr nach San Francisco geht, dann empfehle ich euch das preiswerte und gut gelegene "Amsterdam Hostel". Zusätzlich empfehle ich alle erst nach San Francisco ein Auto zu mieten, da es dort keine freie Parkplätze gibt: Paradoxerweise kostete die Übernachtung meines Auto mehr als meine! Am Vorabend hatte ich ja die Verwandten aus Gordona gewarnt und um 3 PM war ich schon dort.
 

Die letzen zwei Nächte wollte ich eigentlich in Santa Monica oder bei Venice Beach verbringen. Am Schluss bin ich aber nach Hollywood zurück, diesmal West Hollywood, da die Parties besser sind und ehrlich gesagt werden die Strände in den Fijis wohl besser sein. À propos Strände während der Fahrt von Los Banos nach LA habe ich den Morgen des zweiten Tages in Malibu verbracht, da die Sonne schön geschienen hat. Am ersten Tag bin ich über Monterey (inkl. 17 Miles Scenic Drive) via der schönen Coast-Highway 1 bis kurz nach Santa Barbara gefahren. In La wollte ich eine Freundin aus der Schweiz besuchen, welche ein Café hier eröffnet hat, aber leider war sie nicht da. Falls ihr nach LA kommt, dann bitte unbedingt dort zu einem guten Kaffee vorbei gehen: "Twins Coffee and Virigin Cocktails / 8410 W Sunset BlvdCA, 90069 West Hollywood / http://www.twinslosangeles.com"; garantiert gibt es Gratis-VIP-Eintritte für den Abend oder wertvolle Insider-Tips! So bin ich das letzte Mal in einem "in 'n' out" essen gegangen, habe Venice Beach und Santa Monica sowie Hollywood Boulevard besucht. Am Abend habe ich an den Aktivitäten des Banana Bungalows (auch sehr empfehlenswert) teilgenommen: Abendessen inkl. Getränke, Limo, Night Club VIP Eintritt für nur 20$! Dort habe ich zwei Argentinier kennengelernt und es war cool nach Halloween wieder LA by night zu erleben.
 

Nach diesem Riesenpost ist es langsam Zeit einzuchecken, da es Richtung Sommer geht: dort wo die Tage lang und Temperatur sowie Wasser war sind: "Fiji, I'm coming!"

 

PS: stolz publiziere ich diesen Beitrag noch in LA nachdem das Password der "Oneworld Lounge" beim ersten Versuch geknackt wurde!

 


Las Vegas © Copyright Ami Tuo Fo
Las Vegas © Copyright Ami Tuo Fo

Learning from Las Vegas

Nov 10, 2014

Hi dudes! This time I chose an architectural title: "Learning from Las Vegas", the book written by Robert Venturi. Robert Charles Venturi, Jr. (born June 25, 1925) is an American architect, founding principal of the firm Venturi, Scott Brown and Associates, and one of the major architectural figures in the twentieth century. Together with his wife and partner, Denise Scott Brown, he helped to shape the way that architects, planners and students experience and think about architecture and the American built environment. Their buildings, planning, theoretical writings and teaching have also contributed to the expansion of discourse about architecture. (Wikipedia again).

 

So let's see what I'm going to learn from Las Vegas, maybe loosing a lot of money doing gambling!! Maybe not ;-) I arrived here yesterday night after driving from the Zion National Park. In the last days I drove with my fire red Dodge Challenger more then 1'000 miles (about 1'600 km) from LA to San Diego, then to Tijuana in Mexico, after at east to the Joshua Tree National Park, I stopped at Lake Havasu before arriving at the Gran Canyon National Park. A friend suggested me to visit the Antelope Canyon so I drove to Page, a little City located at norther border of Arizona. The Canyon is just amazing (check my pictures in Facebook or google it), I did a tour through the Lower Antelope Canyon in the morning. I decided to drive to Las Vegas with a stop at the Zion National Park in Utah. I did some tracks over there and I could enjoy the nature and the pace in this Canyons and monumental mountains. Arriving in Las Vegas by night is a spectacle as well with all the lights and the busy traffic. This afternoon I'm going to check the famous strip with other people from the well located and cheap Cat Hostel, the place where I'm staying the next few days or rather nights! See you soon :-) 


Los Angeles © Copyright Ami Tuo Fo
Los Angeles © Copyright Ami Tuo Fo

Los Angeles

Oct 30, 2014

Eccomi a Los Angeles o comunemente abbreviata in LA. Il nome originario è «El Pueblo de Nuestra Señora de los Ángeles de Porciúncula de Asís». "Il villaggio di Santa Maria degli Angeli della Porziuncola di Assisi" è un'importante città della California, la più grande di questo stato e la seconda di tutti gli Stati Uniti d'America. Insieme a New York e Chicago è una delle tre città più importanti del paese ed è un centro economico, culturale, cinematografico e scientifico di rilevanza mondiale.

 

Città ottimale per riposare un paio di giorni dopo il lungo viaggio nell'America del sud e la sosta in Costa Rica per tre notti. Il viaggio sudamericano è terminato a Santiago del Cile, una città molto somigliante ad una delle metropoli europee. Raffinati e ottimi i rinomati vini delle case «Concha y Toro» e «Undurraga» che ho visitato. Eleganti e ricche le ville con cantine sotterranee lungo i vitigni. La via «Bellavista» con il «Patio» di Santiago non dormono mai ed sono stati vivaci per tutta la notte. La capitale costaricana San Josè invece mi ha un po' deluso: per farla breve si suddivide in due strade principali con parchi e piazze qua e là. Un viavai di gente dalla mattina alla sera. Per questo il secondo giorno in Costa Rica l'ho trascorso a Jacó, una spiaggia non troppo distante da San Josè, dove ho passato la notte. Ho utilizzato i mezzi pubblici ed è stata un'esperienza molto divertente. Durante una gita su una specie di altura invece, mentre aspettavo le onde pomeridiane per fare surf, ho potuto avvistare un tucano, un'iguana, una ranocchia verde nera e altri coloratissimi volatili. L'ostello «Casajungla» trovato un po' per caso era perfetto, lo consiglio a tutti! Il tempo mi è stato amico in Costa Rice, visto che quando mi trovavo all'aperto faceva sereno e quando ero in un bus, aereo o in ostello pioveva. Fare surf è sempre bello ma faticoso!

A Los Angeles ho notato subito la differenza con l'America del sud: nessuno che ti chiede se hai bisogno di qualcosa, di un taxi o quant'altro. Le persone sono gentili e salutano. Le auto si fermano e ti lasciano passare. Culture differenti e pure conti in banca direi: Hollywood è soprannominata la città dei «VIP» cioè «Very Important Person». In Peru si scherzava con la nostra guida dicendo che quest'abbreviazione significasse «Very Inca Person». Gli abitanti di LA mi piacciono, visto che sono sportivi e si nutrono in modo sano e consapevole. Per il momento ancora nessuna traccia degli americani obesi. Oggi ho prenotato in rete un'automobile per tre settimane: voglio viaggiare lungo le belle strade americane e sostando nelle diverse famose località e parchi nazionali dell'Arizona, Nevada e California. Chissà che non mi sposti verso Nord in Oregon o addirittura fino a Washington. Tra due giorni parto. Domani è «Halloween» e sono curioso di vedere come si festeggia qui negli USA. Stamattina m'è già preso un mezz'infarto al ritorno dalla mia corsa mattutina alla famosa scritta di «HOLLYWOOD», visto che da un albero penzolava una specie di tarantola gigante di plastica: OMG! («Oh My God»).


Salar de Uyuni © Copyright Ami Tuo Fo
Salar de Uyuni © Copyright Ami Tuo Fo

Salar de Uyuni: la pü granda distesa saläda dal Mond!

Oct 11, 2014

Ciao e tüc! Finalmente pos scrif vargot siccome gl'ültim dui-tre dì gl'era mia internet. Ogni tant al fages ben e tüci parò stè senza internet. Son cuntent da mia ve töc dre l'iPhone sanò stes er mi tüt al dì in facebook o roba dal genere. Isa son già in Cile e dumän am sgola e Santiago. Ma straverzè tüt al deserto da la Bolivia prima da rivè chilò. Prima però ma se fermè e Puno in Peru par pö rivè e Sucre in Bolivia passando da La Paz. La megacittà da La Paz l'é propi impressionante cun lan cà fin sü lan muntagna. Pürtropp però l'é er inquinata e "busy" cun tant traffic da auti e colonne da par tüt. Son cuntent da ve fac la "Death Road" (sträda da la morte) cun la bici invece dal giro turistico da la città. L'é propi giü forte partì da 4'700m giò fin e 1'800m. Dui clima e temperatura completamente diferenti tanco viagè da Malögia e Clavena. Al centro Sucre invece l'era propi al cuntrari da La Paz: belan ca coloniali blänca cun sträda neta e plaza cun funtäna, albar e statua. Üna attrazione principale gl'eran er lan impronta dai dinosauri. L'é giü interessante da vé visitä lan miniera storiche da argento e Potosí ca ei tempi dai spagnoli gl'ian rifornì tüta l'Europa. Pensa ca gl'ian portè schiavi fin da l'Africa par estrarre quisto prezioso elemento... Dopo Potosì m'ha fac tappa e Uyuni prima da partì cun dalan Jeep 4x4 par i deserti da la Bolivia. Impressionante l'infinito deserto da säl e i lèäc culurè cun i fenicotteri. Lan isola cui Cactus centenari e i geyser gl'eran er forti! Ün toccasana e ver fac al bagn ent üna fonte da ägua cälda e pü da 4'300m da altezza!


Machu Picchu © Copyright Ami Tuo Fo
Machu Picchu © Copyright Ami Tuo Fo

Machu Picchu: die geheimnisvolle Stadt der Inka

Oct 11, 2014

Hallo Zusammen! Eine der Highlights meiner Reise habe ich endlich live gesehen: Machu Picchu. Die Inkas erbauten die Stadt im 15. Jahrhundert in 2360 Metern Höhe auf einem Bergrücken zwischen den Gipfeln des Huayna Picchu und des Berges gleichen Namens. Die Fotos auf Facebook sagen alles: einfach unglaublich schön. Die feine Luft und die Granitsteine erinnern mich an das Bergell und ich fühle mich einwenig zu hause da oben. Da die Internetverbindung nicht immer top ist, kann ich nicht jeder Zeit Blogeinträge erstellen. Aber es ist gut so, übertreiben muss man auch nicht. Heute sind wir um 7:20 von Cusco nach Puno mit einem öffentlichen Bus gefahren. Ich bin bin sehr froh meine Reise nach Westen geplant zu haben, da wegen der Zeitverschiebung überhaupt kein Problem ist früh aufzustehen ist. Nach 7 Tagen kennen wir uns langsam in unsere sehr heterogene Gruppe, umsomehr sollten wir unsere letzten Nächte in Peru feiern! Bald geht es über dem Titikaka-See Richtung Bolivien.


Cusco © Copyright Ami Tuo Fo
Cusco © Copyright Ami Tuo Fo

Cusco, the Historical Capital of Peru

Oct 5, 2014

Today we've arrived in Cusco. Finally I've seen the sun and it's pretty warm over there at 3'399 m over the see level. Today I'm writing on English because I'm sharing the room with an English guy (Joe). Tomorrow we'll see if everything is ok with the acclimatization. I hope so! The air is fresh and not polluted like in Lima but at the same time we can feel the altitude. Coca tee and Coca leafs are helping us.